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11/06/2014 17:15:00

Scrive Baldo, sulle elezioni a Salemi, Sgarbi, Venuti e "la maledizione"

“ Oh Giove, lo straniero se ne andrà lasciando in questo modo il mio regno ? ” Così la regina Didone, nella più celebre maledizione della letteratura di tutti i tempi, invoca gli dei, affinché diano la giusta punizione al traditore Enea che la sta abbandonando per seguire il destino che il Fato gli impone.
Non passerà alla storia, ma ha tenuto banco nella recente cronaca politica, la maledizione di un altro “straniero” che, per volontà non sua, ma delle urne, ha dovuto abbandonare un più piccolo “regno” sul quale ha scagliato una maledizione non meno furente di quella della regina di Cartagine : “Salemi scomparirà dalla carta geografica”. Avrà certamente un minore rilievo mediatico, ma Vittorio Sgarbi sa in cuor suo che sarà molto difficile che la città venga cancellata dai libri di storia e geografia, per svariati motivi che lui ora ben conosce.
Urla a parte, una sua nuova sindacatura, a nostro parere, non sarebbe stata salutare per il paese e lui stesso, annunciando la sua candidatura nel discorso di apertura al centro Kim, ebbe a dire che rappresentava una sconfitta per Salemi il fatto di chiamare lui a gran voce per la rianimazione post commissariamento, non fidando sulle sue forze locali. E se stuzzicato nella sua vanità e galvanizzato dalla volontà di rivalsa per l’improvvido scioglimento per mafia si è buttato nell’impresa convinto di farcela, ha poi perso per strada l’entusiasmo iniziale ed è apparso sempre più distante e annoiato dal bis. Certo non è stato aiutato più di tanto dai suoi referenti in loco che, memori di quanto non ha funzionato nella precedente esperienza, avrebbero dovuto approntargli una campagna elettorale più incisiva e rassicurante.
Invece, dalla scelta delle candidature al mancato allargamento delle intese, necessario con sette candidati a sindaco e senza ballottaggio, una serie di errori sono stati commessi.
Quanto alla designazione, anche pro forma, dei primi due assessori, tra cui il bizzarro Cruciani della Zanzara, sarebbe stato più proficuo puntare sul supporto di qualche buon rappresentante indigeno, sicuramente più in sintonia con i propri concittadini.
D’altro canto, a parte i cinque stelle che non hanno comunque goduto della favorevole congiuntura generale, si è trovato di fronte avversari che si sono trovati uniti nel riscatto dell’orgoglio usurpato e nell’amor di patria, lanciando da ogni ribalta l’abusato slogan : “Salemi torni ai salemitani” che, giustificato dall’enfasi retorica della campagna elettorale, e quanto a Venuti, dalla conseguita vittoria, ha fatto comunque un pò ridere.
In un film di Lars Von Trier, “Dogville” era un paesino della Montagne Rocciose degli USA, una piccola società chiusa ove a un tratto si produceva un evento imprevedibile, l’arrivo di una persona di “un altro luogo” impersonata da Nicole Kidman, cui è risevata un’iniziale benevola accoglienza e ospitalità da parte dei locali che si trasforma a poco a poco in feroce ostilità, fino al punto che tutte le magagne della cittadina e le colpe dei suoi abitanti verranno attribuite allo “straniero”.
Ammettendo che la parabola Sgarbiana abbia avuto lo stesso andamento per colpe sue, stiamo parlando pur sempre di un breve periodo, per il resto Salemi è stata sempre in mano nostra e non mi pare che siano state tutte rose e fiori.
Soffermandosi solo sulla ricostruzione post ‘68, abbiamo lavorato bene nella gestione urbanistica del paese ?
Molta ironia è stata fatta sulle case a 1 euro, ma c’è stato mai in passato un interessamento “in positivo” per il nucleo storico, l’anima della città che, a differenza del recupero più dignitoso attuato in paesi a noi vicini, si consuma lentamente in un totale e, secondo noi, irreversibile degrado. Molti sindaci locali sono passati sotto i ponti, tre di loro li abbiamo eletti in maniera diretta (tutti per inciso appoggiati dal centro sinistra), abbiamo assistito alle feste di popolo del lunedì post elettorale, ben presto trasformatesi in critiche distruttive, per non essere un pò scettici sulla
capacità e volontà della nostra comunità di concorrere tutti insieme al bene della città. Ad ogni modo, ora che la giunta è fatta si passi all’opera.
E se la maledizione portò bene a Enea, cui un destino glorioso riservò la fondazione di Roma, chissà se al neo eletto Venuti, pur circondato da vecchie glorie rispolverate e figli d’arte vari, non tocchi la rifondazione di Salemi.
Se non altro eviteremo la ristampa degli atlanti.


BALDO GUCCIARDI (Non l'Onorevole)