Da quando è stato annunciato il nuovo piano industriale 2014-2018 di FCA, attorno all’Alfa Romeo si sono accesi i riflettori del mondo dell'automotive. I numeri obiettivo di Sergio Marchionne e Harald Wester (A.D di A.R.) sono chiari, forse un pò eccessivi nelle loro dimensioni, - passare da 73 mila auto vendute nel 2013 a 400 mila nel 2018 non è roba di tutti i giorni - tanto da far nascere un naturale scetticismo che, il giorno dopo l’annuncio ha portato al crollo delle quotazioni in Borsa. Troppo spesso in questi ultimi anni sono stati lanciati proclami che puntavano al definitivo rilancio del marchio Alfa Romeo, purtroppo, puntualmente smentiti dai risultati poco confortanti del mercato. Ma stavolta, le mosse dei manager di FCA sembrano stravolgere la storica strategia tipica del Lingotto che ha puntato sempre sulle auto popolari. Ora si cambia registro, puntando sui marchi premium Jeep, Maserati e Alfa Romeo e sui loro margini di guadagno più elevati. E fra questi, come detto, il brand del Biscione è sicuramente quello centrale. Dopo l’uscita di scena della Mito, per cui non è prevista una erede, il modello portante della produzione sarà la Giulia nel 2015, poi la 169 e in seguito la Giulia GC, la nuova Giulietta, la Giulietta Q.V, una Suv grande e la Spider. Intanto in attesa della Giulia, a fine anno arriva la 4C Spider.
Devo dire, da ammiratore del marchio, che il progetto è allettante, e che finalmente si vuole rilanciarlo attraverso i valori e le caratteristiche di sportività e tecnologia racchiusi nel Quadrifoglio Verde. Simbolo di fortuna e delle Alfa più performanti, avrà un ruolo fondamentale e costituirà non più solo un allestimento, ma una linea di vetture speciali e accessori che anticipano la nascita del marchio “QV” all’interno dello storico marchio del Biscione, un po’ come lo sono S ed RS di Audi, AMG per Mercedes ed M per BMW. La settimana scorsa ho partecipato alla presentazione dell’intera gamma A.Romeo: 4C, Mito e Giulietta. La 4C è la sportiva senza compromessi che ha il DNA tipico delle vere Alfa, con un sound coinvolgente e sconvolgente, visto che è prodotto da un “semplice” 4 cilindri in linea. E’ l’auto del ritorno alla trazione posteriore. La sua costruzione è stata pensata attorno alla vasca di carbonio, costruita appositamente dalla Adler di Ottaviano, il nuovo motore di 1750 cc con basamento in alluminio e il peso contenuto per esaltarne le prestazioni. La 4C è la sintesi perfetta del passato, del presente e di come dovrà essere una vettura sportiva Alfa Romeo.
Assieme alla due posti, sono state presentate Giulietta e MiTo Quadrifoglio Verde, prime rappresentanti del nuovo corso. La Giulietta 1.750 Turbo Benzina da 240 Cv e la MiTo 1.4 Multiair Turbobenzina da 170 Cv . La nuova Giulietta ha un assetto da vera sportiva e dettagli specifici come il trattamento antracite lucido per le calotte degli specchi, le maniglie delle porte, la griglia frontale e le cornici dei fendinebbia. Il look aggressivo è accentuato dai grandi terminali di scarico e dai cerchi in lega da 17’’ o 18’’ dietro ai quali si nota l’impianto frenante Brembo con pinze freno rosse. Gli interni svelano nuovo quadro strumenti con logo QV e sedili sportivi avvolgenti con appoggiatesta integrato, oltre al volante “tagliato” in basso. Dalla 4C, la Giulietta eredita il motore 1750 Turbo Benzina con iniezione diretta e basamento in alluminio che eroga 240 Cv a 5750 giri/min. Cambio 6 marce a doppia frizione a secco Alfa TCT di ultima generazione, con paddles al volante. La Giulietta QV supera 240 km/h e accelera da 0 a 100 km/h in soli 6 secondi utilizzando il “launch control”. La MiTo QV, che si differenzia a sua volta per il look sportivo grazie allo spoiler posteriore, al paraurti con estrattore, il trattamento brunito e l’inedito colore Grigio Magnesio opaco, ha un motore 1.4 Multiair Turbobenzina (abbinato al cambio 6 marce a doppia frizione TCT) da 170 Cv a 5.500 giri/min di potenza massima e una coppia massima di 230 Nm a 2.500 giri/min. I prezzi: la Giulietta costa 34.250 euro. La Mito, 23.500 euro.
Il Quadrifoglio Verde, simbolo vincente sulle vetture Alfa, nasce nel 1923, grazie al pilota ufficiale della casa Ugo Sivocci. Una curiosità. Nel corso dello stesso anno la Sig.ra Baracca regalava ad Enzo Ferrari l’emblema del Cavallino Rampante come porta fortuna, già utilizzato dal figlio Francesco, asso dell’aviazione durante la prima guerra mondiale. Ma torniamo al Q.V.. Sivocci era un pilota di grande esperienza ma poco fortunato e considerato un eterno secondo. In occasione della Targa Florio, per scacciare la sfortuna il pilota fece dipingere sulla calandra della propria vettura un quadrato bianco in cui campeggiava un Quadrifoglio Verde: il successo fu immediato, Sivocci tagliò il traguardo come primo assoluto. Con la vittoria alla Targa Florio il Quadrifoglio diventa il simbolo delle Alfa Romeo da competizione. Quasi a voler confermare le doti taumaturgiche di questo simbolo, qualche mese dopo la Targa Florio Ugo Sivocci perse la vita sul circuito di Monza durante le prove del Gran Premio d’Europa. La P1 del pilota salernitano, uscita di strada in curva, era priva del Quadrifoglio. Sotto quel simbolo cominciano a correre i più grandi piloti di tutti i tempi. Nel 1925 il Quadrifoglio va a posarsi sul cofano della gloriosa P2, prima vettura dell'Alfa Romeo a vincere il Campionato del mondo.
Agli Albori della Formula 1 arrivano le vittoria del titolo mondiale con Nino Farina nel 1950 e Juan Manuel Fangio nel’52. Su quelle vetture c’era sempre un Quadrifoglio. E poi, nel dopoguerra, utilizzato per le versioni più sportive della produzione di serie: la Giulia TI Super e la Sprint GTA. Per continuare con le vetture turismo degli anni 70 o le stesse Alfa 75 e 155 degli anni ‘80 e ‘90. E infine, a voler continuare quella straordinaria tradizione, il simbolo del quadrifoglio compare anche sulla 8C Competizione, la sportiva degli anni 2000. Come agli inizi della sua straordinaria storia di successi, il Quadrifoglio torna a rappresentare quel simbolo di innovazione ingegneristica, che ha il fascino e la capacità di unire la tecnologia e le prestazioni al grande piacere di guida Alfa Romeo. Se i vertici di Fiat Chrysler Automobiles puntano davvero su questo, allora il rilancio sarà un obiettivo presto raggiungibile.
Carlo Antonio Rallo