Ennesima strage del’immigrazione in nottata nel Canale di Sicilia, nuovamente teatro di una tragedia legata alla fuga di massa di “disperati del mare” in cerca di salvezza da luoghi martoriati da guerre, conflitti a base etnico-politica o religiosa, fame e persecuzioni.
Sono una trentina, i cadaveri di migranti che sono stati trovati verso l’una di notte a bordo di un barcone soccorso da nave “Grecale” della Marina Militare Italiana impegnata nella complessa operazione “Mare Nostrum” nel braccio di mare tra Africa e Italia.
Sull’imbarcazione c’erano circa 600 persone. Secondo le prime fonti, i migranti potrebbero essere morti per asfissia, anche se non vi sono ancora certezze. I cadaveri si trovano in una parte angusta dell’imbarcazione, per cui il recupero verrà fatto nel porto di Pozzallo, dove l’arrivo dell’imbarcazione è previsto nella mattina. 590 le persone soccorse, secondo le prime informazioni.
A bordo della nave, oltre a due donne incinte, che sono già state messe in salvo, trovati dai soccorritori dunque i cadaveri di una trentina di migranti (il numero, secondo le prime indiscrezioni, si aggirerebbe tra i 27 e i 30): la loro posizione ha reso difficoltoso l’immediato recupero dei corpi.
A partire dalla mattinata di venerdi scorso, le navi della Marina Militare e della Guardia Costiera avrebbero soccorso ben 1654 migranti provenienti dall’Africa, divisi tra sette barconi.