Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
30/06/2014 16:10:00

Scrive Alberto, sull'incremento turistico e l'archeologia a Marsala

Se c'è una cosa per cui Marsala deve andare fiera è la sua storia e le bellezze archeologiche che vi si trovano. Si è sempre detto che le potenzialità di questa città dal punto di vista turistico sono immense, il problema è che non si fa niente per far esplodere queste potenzialità.
Gli ultimi dati sbandierati dall'Amministrazione Adamo danno un vistoso incremento percentuale dei visitatori della nostra città. Bisogna vedere se questi turisti in più faranno una buona pubblicità ai loro amici e parenti dopo aver visto la nostra città.
Non credo per esempio che lo faranno alcuni miei amici piemontesi che la settimana scorsa sono venuti a trovarmi.
Appena arrivati li ho subito portati a visitare quello che il mondo intero ci invidia, grazie ad un inglese,: la Nave Punica.
Entrati nell'ex Baglio Anselmi i miei amici sono rimasti affascinati dalla Nave Punica e dagli altri reperti presenti nelle sale. Una volta lì come non visitare l'area archeologica?
Qualcosa, però, mi faceva presagire che sarebbe stato meglio non attraversare quella porta che dal Museo conduce alla suddetta area.
Più che un sito archeologico quello che si è presentato ai nostri occhi è una foresta. Tutte le più brutte erbacce della macchia mediterranea la fanno da padrone coprendo interamente tutti gli scavi archeologici. Alle timide obiezioni dei piemontesi non ho saputo rispondere, avrei preferito sprofondare, mi vergognavo come un ladro.
Alla fine me ne sono uscito in maniera sarcastica, dicendo loro che quell'area veniva usata per verificare fino a che punto poteva arrivare il livello di sopravvivenza degli allergici alla parietaria e agli altri componenti della famiglia delle Urticaceae!!
Quest'esperienza mi fa gridare Vergogna.
A chi gridarlo? All'Assessore al Turismo e alla Cultura Patrizia Montalto? Magari scossa dal grido potrebbe fare un secondo miracolo (dopo averci fatto incontrare il defunto Vincenzo Consolo), e liberarci con un colpo di bacchetta magica dalle erbacce che devastano la Storia di Marsala?
La vergogna più forte va indirizzata al Sindaco Adamo, che non può venirci a dire che non le compete; come primo cittadino della sesta città della Sicilia deve battere i pugni a Roma come a Palermo, e con le amicizie che si ritrova da destra a “sinistra” (avendo militato in quasi tutti i partiti) deve far rendere fruibile questo importantissimo sito archeologico.
Un forte grido di vergogna va naturalmente indirizzato alla Direzione del Museo Archeologico Lilibeo, che ha la gestione del Parco, nella persona della Dr.ssa Maria Luisa Fama'.
E un'altrettanto forte grido di vergogna se lo prende l'Assessore ai Beni Culturali della “rivoluzionaria” (ma fammi il piacere) giunta Crocetta nella persona della Prof.ssa Pina Furnari.


Alberto Pellegrino