Gli esperti la considerano la più grande riforma della giustizia civile in Italia dal dopoguerra ad oggi. Il processo civile, qui dove si annida la maggior parte dei problemi della giustizia italiana, da ieri può svolgersi in maniera telematica. Basta carta, basta lunghe code nelle piccole stanze dei giudici, basta lunghe trasferte degli avvocati per consegnare le memorie. Da ieri si può fare tutto in maniera telematica. Ma, come da consuetudine italiana, la riforma parte a rallentatore. E con lo spirito innovativo che cozza in diversi casi con lo stato primitivo degli uffici in quanto informatizzazione.
Cosa prevede il processo civile telematico?
Gli avvocati non dovranno consegnare più in forma cartacea, ma telematicamente, le memorie per i processi civili di nuova iscrizione. Per le cause già iniziate invece il deposito telematico, al momento, è solo facoltativo nei pochi tribunali italiani individuati dal ministero come tecnicamente attrezzati. C’è quindi il doppio binario, almeno in questo periodo di rodaggio. Si prevede infatti che le prime presentazioni di memorie per via telematica arriveranno a novembre. E poi dal 31 dicembre prossimo il deposito telematico di memorie e documenti sarà obbligatorio anche per le cause già iniziate. La scelta ministeriale di questa fase a doppio regime deriva dalla volontà di non creare una situazione molto all’Italiana con il rinvio all’ultimo minuto di una riforma che, rinvia oggi e rinvia domani, non sarebbe partita mai. Dall’altro lato c’è l’intenzione di lasciare ai tribunali, agli avvocati, e al ministero stesso un periodo per colmare alcune lacune, soprattutto tecniche. Molti tribunali nostrani non sono per niente all’avanguardia con i sistemi informatici. Secondo il il Consiglio Superiore della Magistratura, sono molte le lacune nei tribunali italiani. Da uno studio dell’organo dei magistrati il 40% degli uffici non ha computer efficienti, il 27% non ha connessioni internet in grado di sostenere il flusso di documenti previsto con l’avvio della novità del processo telematico. Ancora il 37% dei tribunali dice di avere una connessione appena sufficiente, mentre nel 42% dei casi è buona o ottima. Altri problemi rilevati dal Csm sono quelli dell’assistenza tecnica, che per la maggior parte dei tribunali è gestita da esterni (il 69%) e spesso non risponde velocemente alle falle.
“Il Tribunale di Marsala si è presentato bene all’appuntamento - dichiara l’avvocato Gianfranco Sarzana, presidente del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Marsala. Noi avvocati abbiamo sottoscritto un protocollo d’intesa con il presidente del Tribunale, Gioacchino Natoli, per gestire al meglio questo momento di passaggio. Ci vuole la collaborazione di tutti. Ma credo che questa novità sia una cosa molto positiva. Eviterà spostamenti e lunghe code. Aiuterà senz’altro a snellire la giustizia civile italiana e offrire un servizio migliore a tutti. Noi avvocati siamo stati subito d’accordo ad entrare nel programma di informatizzazione del processo civile, abbiamo svolto dei corsi di perfezionamento. Per venire incontro a tutti, in questo periodo di rodaggio, abbiamo stabilito, ci concerto con il Tribunale, di depositare comunque una copia cartacea di cortesia degli atti che produciamo. Anche se il Tribunale, tecnicamente e in quanto a personale, non mi sembra molto carente come altri”.
Ma se dal punto di vista pratico la riforma trova il favore (quasi) di tutti, sono i costi che fanno mugugnare. Perchè nel decreto che introduce il processo telematico viene stabilito di aumentare anche i costi per avviare le cause. Aumenta del 15%, in media, il “contributo unificato” per avviare una causa in sede civile. Così ha deciso il Governo Renzi.