Dopo il dottor Michele Abrignani, un altro primario dell’ospedale ‘’Borsellino’’ di Marsala è stato condannato per truffa in danno dell’Asp. Si tratta di Giuseppe Ribaudo, direttore dell'unità operativa di chirurgia generale, che davanti al gup Annalisa Amato ha patteggiato una condanna a sette mesi di carcere, nonché a una multa di 290 euro. Trattandosi di patteggiamento, la pena è sospesa. Ribaudo, come Abrignani (quest’ultimo ha patteggiato una pena a sei mesi di carcere e 200 euro di multa), è stato accusato di avere intascato le somme versate da diversi pazienti per visite mediche specialistiche intramoenia effettuate nel suo studio privato (somme che, invece, dovevano essere versate all'Asp), né i pazienti sarebbero stati avvertiti sulla possibilità di prenotare le visite al Cup dell’Azienda sanitaria provinciale, cui versare il denaro. A svolgere l’indagine, coordinata dal procuratore Alberto Di Pisa e dal sostituto Anna Sessa, è stata la sezione di pg della Guardia di finanza presso la Procura. Nel corso dell’inchiesta, le Fiamme Gialle hanno effettuato diversi appostamenti nei pressi dei due studi medici privati, individuando i pazienti che vi si recavano per farsi visitare. Non conoscendo gli obblighi dei medici ospedalieri, che hanno un rapporto di ‘’esclusiva’’ con la struttura pubblica di cui sono dipendenti. Ascoltati dagli investigatori, le persone sottoposte a visita dichiaravano di avere versato il denaro nelle mani dei due primari, per i quali, inizialmente, l’accusa è stata di peculato. Una condanna con questa imputazione avrebbe avuto come quasi sicura conseguenza il licenziamento. La condanna per truffa, invece, rende discrezionale, da parte del direttore generale dell’Asp, il licenziamento del dipendente. Con la derubricazione del reato da peculato a truffa, insomma, i due medici quasi sicuramente non perderanno il posto di lavoro. Intanto, per contrastare il fenomeno, da quest’anno è vietato i medici dipendenti di strutture pubbliche effettuare visite nei loro studi privati. Dovranno farlo in locali messi a disposizione dall’Asp. ‘’Abbiamo scelto la definizione anticipata del processo, patteggiando la pena – commentano gli avvocati Stefano Pellegrino e Arianna Rallo - per evitare che le lungaggini processuali potessero nuocere alla stima e dignità professionali delle quali gode notoriamente il dott. Ribaudo nel nostro territorio. Peraltro, la modesta rilevanza penale delle condotte contestate e la esiguità del danno economico per l’ASP (invero, poche decine di euro) sono ancor più evidenziate dalla corretta e garantista adesione del P.M. alla richiesta di patteggiamento. E’ bene precisare che le diverse disposizioni di legge in materia sanitaria, che, di recente, si sono sovrapposte, risultano di difficile interpretazione. Pertanto, frequentemente, i medici, come anche il dott. Ribaudo, si trovano costretti a rimuovere gli ostacoli burocratici che di fatto ostacolano la effettività dell’assistenza medica’’.