Il sindaco di Marsala, Giulia Adamo, non ci sta. Non vuole che il Borgo della Pace ospiti i migranti che stanno arrivando in provincia di Trapani. Il Borgo sorge in uno dei punti più suggestivi, e di attrazione turistica, della città, proprio davanti le saline.
“Pur comprendendo l'esigenza di offrire spazi destinati all’accoglienza di immigrati, ritengo tuttavia assolutamente irragionevole utilizzare il Borgo della Pace per tale finalità e, pertanto, esprimo notevole dissenso e parere sfavorevole a tale iniziativa, contro la quale questo Comune si attiverà affinchè non si realizzi”. Dice Adamo nella lettera inviata alla Fondazione Francesco d’Assisi, che gestisce la struttura.
In questa fase di emergenza il piano di accoglienza adottato dal Governo, e gestito in provincia di Trapani dal Prefetto Leopoldo Falco, è quello diospitare i profughi in strutture pubbliche e private dietro indennizzo corrisposto alle stesse. Sono circa 2.200 i migranti ospiti nelle strutture della provincia di Trapani. Ad ogni struttura viene corrisposto un indennizzo di 35 euro a ospite al giorno. E molti alberghi, b&b, case di riposo, visto il momento di crisi hanno deciso di convertirsi a centro di accoglienza. La stessa cosa ha voluto fare il Borgo della Pace, con il presidente della Fondazione Giuseppe Biondo che ha comunicato la disponibilità ad accogliere profughi. Il Borgo fino a qualche tempo fa era un albergo a tutti gli effetti.
La sua storia è molto particolare. Ormai decennale. Tutto comincia nel 2005, quando la Fondazione Francesco d’Assisi, vicina all'allora deputato Udc Massimo Grillo, riuscì a ottenere per il Borgo della Pace un finanziamento pubblico direttamente inserito nella finanziaria dell’allora Governo Berluscon. I soldi per il Borgo arrivano in tre tranche, non si parla proprio di albergo ma di centro polifunzionale. Un luogo di ritrovo spirituale. E’ stato costruito in una delle zone più belle del nostro territorio, nella riserva dello Stagnone, a pochi passi dal mare. Tutto con soldi pubblici, per la precisione 800 mila euro di contributi proprio per il borgo. Tra i voti favorevoli anche quello di Massimo Grillo. Poi il consiglio comunale approva velocemente l’opera, con i voti di maggioranza e opposizione uniti. Negli anni però il Borgo ha suscitato molte polemiche. Per il posto in cui sorge, vicino al mare, per i fondi ottenuti.
Il Borgo poi diventa un albergo a tutti gli effetti. Gli utenti ne parlano benissimo nei siti di prenotazione online. Dalla fondazione dicono che i ricavi servono per la ristrutturazione, anzi per la manutenzione, anzi per fare beneficienza. Poi nasce l’idea di una cittadella della pace, di una sorta di Nomadelfia. Di un luogo di aggregazione spirituale.
Adesso, finita la stagione alberghiera (anche se sul sito viene ancora indicato come hotel) il Borgo chiede di poter accogliere i profughi. Ma il sindaco Adamo non vuole. Lo scrive anche al Prefetto Falco e al commissario straordinario dell’ex Provincia Antonio Ingroia.
Ricorda, il sindaco, che il Borgo è stato costruito con soldi pubblici “al fine di farne un punto di ritrovo spirituale. Una motivazione alta e nobile, tant'è che furono ottenute le prescritte autorizzazioni a costruire all’interno della Riserva naturale, superando quindi - proprio per questa ammirevole missione - enormi vincoli legislativi. Successivamente, però, lo stesso Borgo è stato prima adibito ad hotel e, adesso, si vorrebbe addirittura trasformarlo in un centro di accoglienza per immigrati. È inconcepibile l'idea – afferma ancora Adamo - che si possano continuare ad utilizzare risorse finanziarie pubbliche anche per il suo mantenimento”.
Il sindaco non ci sta, soprattutto perchè la struttura sorge nella riserva su cui da anni Adamo ha puntato gli occhi. Vorrebbe gestirla lei, e solo lei, “per incrementare il turismo in città. E il centro di accoglienza non si inserisce affatto nella suddetta visione”.
La Fondazione però non vuole inasprire la polemica.
“Non replichiamo - dice Silvia Rinaldo, nel cda della Fondazione - ci rimandiamo alla valutazione del Prefetto. Noi poi siamo solo dei volontari, facciamo quello che il Sacro Convento di San Franesco di Assisi ci dice. Abbiamo cominciato una decina di giorni fa ad accogliere i profughi, al momento ci sono 35 persone, di cui 20 arrivate martedì. Non lo facciamo per guadagnare. Gli altri possono pensare quello che vogliono”.