‘’Stavo percorrendo la litoranea verso Marsala. Giunto allo stabilimento Florio, vengo fermato da un signore con la paletta. Davanti a me c’era una Audi a 6. Siccome altre auto andavano verso Petrosino, non si poteva passate. Ci fanno ripartire, mentre passavo mi viene addosso l’impalcatura e resto ingabbiato a poca distanza dal muro. Bastavano pochi centimetri e non sarei qui’’. E’ quanto ha dichiarato, davanti al giudice Riccardo Alcamo, il 59enne Vincenzo Pipitone, ex insegnante tecnico-pratico dell’Itc ‘’Garibaldi’’, che la mattina del 15 luglio 2010, mentre transitava sul lungomare alla guida del suo scooter, rimase schiacciato sotto l’impalcatura montata all’esterno del muro dello stabilimento vinicolo Florio. Con l’impalcatura crollò anche il muro di cinta. ‘’Ho riportato – ha proseguito Pipitone, da allora su una sedia a rotelle - fratture multiple a cinque vertebre, lesione midollare completa che non mi permette di avere movimenti alcuni. Sono stato sottoposto ad un intervento chirurgico, poi in reparto e per cinque mesi in un ospedale di Imola per un tentativo di riabilitazione. La mia è una condizione irreversibile’’. Il processo, per crollo colposo e lesioni personali permanenti, vede imputati Marcello Lombardo, di 31 anni, responsabile di cantiere su incarico della ditta appaltatrice (Gam Costruzioni), e Giuseppe Maurizio Angileri, di 39, dipendente della ‘’Duca di Salaparuta’’ (la ditta che ha acquisito la Florio), che era il coordinatore della sicurezza del cantiere. Lo scorso anno ha deciso di patteggiare la pena, ed è stato condannato a un anno e due mesi di reclusione (pena sospesa), il 43enne Stefano Gioacchino Catalano, sub-appaltante e manovratore della pala meccanica con cui si stava procedendo alla demolizione di parti interne attigue al muro crollato sulla strada. Prossima udienza il 18 settembre. Saranno ascoltati altri testi citati dal pubblico ministero.