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08/07/2014 10:15:00

A Silverstone tornano i grandi duelli tra Vettel e Alonso. Quello di cui ha bisogno la F1

 Il GP di Silverstone è il GP dove tutto è nato, dove si è disputata la prima gara di Formula 1, vinta da Nino Farina su Alfa Romeo e dove sono cresciuti i più grandi piloti del passato come Clark, Stewart, Surtees, Moss, per arrivare a quelli più recenti come Mansell, e a Button, già campione nel 2009 con la Brawn GP. Sarà perchè tempio del motorsport, sarà per questi valori della storia della F1 - qui siamo a casa della Mclaren e della Williams, come della Lotus -, ma domenica, anche se la vittoria della gara è stata ancora una volta appannaggio della Mercedes, con la vittoria di Hamilton facilitata dal ko del cambio della vettura di Rosberg, finalmente, nonostante le tante difficoltà di questa neo F1 turbo, abbiamo assistito ad una delle gare più emozionanti della stagione. Una corsa condita da azioni, botti tremendi - come quello di Raikkonen, autore di una terribile carambola che ha coinvolto anche l’incolpevole Massa (tutto ok per il brasiliano e qualche giorno di riposo per  il finlandese, per il colpo ricevuto alla caviglia a causa della decelerazione) - e soprattutto da grandi duelli. Quelli che aspettano i tifosi e gli appassionati di questo sport.

 

Sono bastati quei giri di lotta vera tra Fernando Alonso e Sebastian Vettel, quel ruota a ruota che ha infiammato i telespettatori a casa, i rispettivi muretti e i fan nelle tribune. Roba d’altri tempi, roba che ricordava Senna e Mansell o addirittura lo storico duello tra Renè Arnoux e Gilles Villenuve del 1979. La cosa che più ha fatto piacere, è stato vedere questi due campioni lottare tra di loro come se stessero lottando per il titolo mondiale, come hanno fatto negli ultimi anni o come, a qualche decina di chilometri di distanza stavano facendo i due campioni del tennis Djokovic e Federer che si contendevano il titolo di campione di Wimblendon, solo che i piloti di Red Bull e Ferrari erano in lotta per un modesto quinto posto. Questo dà il senso e il valore della Formula 1. In fondo questi grandi campioni di oggi, spesso considerati meno bravi rispetto ai colleghi del passato, che dovevano “solo” guidare, pestare il pedale dell’acceleratore e del freno, cambiare marcia e sterzare, invece, con una F1 sempre più tecnologica, si ritrovano a gestire Drs, tutti i parametri di ripartizione della frenata, l’utilizzo del Kers, e tra le altre diavolerie devono pure tener d’occhio il consumo, e poi come successo ieri in pista, durante le “sportellate” parlavano e straparlavano di continuo alla radio, segnalando ognuno le possibili “irregolarità” commesse dall’avversario.

 

Alonso dice che potevano farlo perchè andavano piano. La verità è che sono assolutamente dei grandi campioni anche per questo, per la loro straordinaria lucidità in gara e per il fatto che riescono a fare tutte queste cose con una concentrazione fuori dal comune. Straordinari Vettel e Alonso, Hamilton e Ricciardo, Raikkonen e Rosberg e i loro compagni. Nonostante i cambi regolamentari, i motori turbo a 6 cilindri, i motori elettrici, il rumore da “taglia erba”, le forme da aspirapolvere o tapiro, la Formula 1 rimane il più grande sport motoristico, rimane se stessa e con una corsa come quella di Silvertone torna a far provare emozioni. In fondo era quello che ci voleva per tornare ad appassionarci alle gare. In Germania, speriamo di assistere ad una gara analoga, però, per favore, spegnete la radio...

 

Carlo Antonio Rallo