C'è molta attesa per al direzione regionale di questo pomeriggio del Pd che segnerà l'ennesima tappa della tormentata telenovela del rapporto tra il Pd e il presidente della Regione, Rosario Crocetta. Ci sono da smaltire ancora i veleni della campagna elettorale, e poi sul tavolo c'è sempre la richiesta dei "cuperliani" guidati dal segretario Fausto Raciti di un cambio dell'agenda del governo con l'inserimento di un assessore d'area. Crocetta sarà presente alla riunione, prima, però, in mattinata, incontrerà i gruppi parlamentari, perchè domani arriva in aula all'Ars la manovra di assestamento del bilancio. Nel frattempo, il governatore parla con Forza Italia. Dice di ispirarsi a Matteo Renzi, ma in realtà è un canale di dialogo sempre aperto (Crocetta è stato eletto presidente grazie alla candidatura di Gianfranco Miccichè, che ha impedito di fatto che il centrodestra votasse compatto su Musumeci...).
Alla direzione del Pd parteciperà il vicesegretario nazionale, Guerini. Sabato scorso il presidente nazionale del Pd, Orfini, che ha partecipato a un dibattito con il "cuperliano" Antonello Cracolici, ha commentato così la situazione della giunta Crocetta: «Non è vero che manca una parte del partito. Caso mai, c'è un governo regionale in cui non c'è il Pd». «Sono d'accordo con Orfini - sottolinea il governatore Crocetta-: il Pd è tutto il Pd. Ma se una parte crede di essere tutto il partito, non mi sembra rispettoso nei confronti delle altre componenti. Il tema è: quanto deve durare questa discussione? Ci sono problemi storici che la Sicilia si trascina dietro fin dai tempi dell'unità d'Italia. Prima dicevano che eravamo sull'orlo del dissesto economico. Poi, che non sarebbe stato rispettato il Patto di stabilità e che ci sarebbe stato lo scioglimento anticipato della legislatura».
Guerini riuscirà a trovare una mediazione? «Spero - auspica Crocetta - che ci sia una sintesi. Vorrei parlare di manovra, di pre-pensionamenti, di uniformare le pensioni dei dipendenti regionali a quelle degli statali. Sinceramente, non so che cosa potrà accadere, ma io ho il dovere di governare. Sono pronto al confronto con tutti».
Inaspettata, nelle ultime ore, è arrivata la disponibilità al confronto sulle riforme da parte del coordinatore regionale di Forza Italia, Gibiino. «Una disponibilità importante - ha rilevato Crocetta - e martedì mattina è soprattutto di questo che voglio parlare con i capigruppo dell'Ars. Lancerò l'idea di un confronto con tutti. Così come fa Renzi che parla con Berlusconi, anch'io voglio dialogare con tutte le forze politiche. Una linea assolutamente obbligatoria, tenuto conto che la coalizione che mi ha sostenuto alle elezioni non ha ottenuto la maggioranza all'Ars. Al di là di Guerini, sono fiducioso che la direzione regionale del Pd sia quanto più serena possibile».
Nel Pd, nel frattempo, sta nascendo una nuova corrente. Dopo il successo ottenuto alle recenti elezioni europee, un'altra area si sta coagulando intorno al capogruppo del Pse, Pittella, al sardo Soru e alla piemontese Bresso. Area che già in Sicilia comincia a registrare l'adesione di parecchi consiglieri comunali. Componente vicina a Renzi e che dispone di un proprio think tank, il Laboratorio democratico, un pensatoio che subito dopo le europee ha elaborato un documento dal titolo: «Un progetto per ripensare la Regione». Si tratta di una serie di riflessioni critiche, a cominciare dal rischio di non riuscire a utilizzare i fondi europei della programmazione 2007-2013.
«C'è da chiedersi - si legge nel documento - se una classe dirigente che rischia di perdere risorse per la nostra terra sia adeguata a continuare a mal governarci... La velocità della spesa è legata alla preparazione della classe dirigente tecnico-burocratica delle Regioni, la qualità degli interventi invece è legata alla classe politica che deve avere un indirizzo chiaro sul futuro della Sicilia, deve avere una visione che chiaramente manca all'attuale classe politica siciliana».