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16/07/2014 18:37:00

Tentata concussione, condannata Giulia Adamo: due anni e interdizione

 Arriva da lontano la clamorosa condanna del Sindaco di Marsala, Giulia Adamo. Non dalla nuova vicenda delle borse e delle cene comprate con i soldi dell'Ars, ma da una vicenda di quasi dieci anni fa, che risale ai tempi di quando la signora Adamo era Presidente della Provincia Regionale di Trapani. 

La prima sezione della Corte d'appello di Palermo ha infatti condannato a due anni e dieci mesi, con l'ipotesi di tentata concussione, il sindaco di Marsala Giulia Adamo, ex Forza Italia,  ex dell'Udc ed ex deputato della Regione siciliana.

L'accusa si riferisce a una vicenda che risale al 2005, quando la Adamo era presidente della Provincia di Trapani e venne indagata originariamente per un presunto abuso d'ufficio. Secondo la procura di Marsala, avrebbe indotto il dirigente del settore Affari sociali della Provincia, Ubaldo Augugliaro, a non versare i finanziamenti necessari al convitto per audiofonolesi di Marsala, fino a quando non fosse stato sostituito il rettore dell'ente, Anna Maria Adamo, con una persona a lei più gradita, individuata dai pm in Milena Vinci.

Il rettore in questione non fu sostituito ed effettivamente il Convitto non ricevette il finanziamento per l’anno 2004, pari a circa 140.000 euro. Secondo gli inquirenti, la dirigente "era un soggetto a lei inviso, politicamente non vicino, non permeabile e non disponibile a tollerare intromissioni nella direzione dell'istituto".

La dottoressa Anna Maria Adamo sarebbe stata costretta a chiedere, a causa del blocco dei fondi, di essere sollevata dall'incarico. Pochi giorni dopo le dimissioni, l’ incarico andò alla professoressa Milena Vinci, da sempre vicina - politicamente - a Giulia Adamo. Le somme dovute furono sbloccate ed erogate.

Sia in tribunale che in un primo giudizio di appello la Adamo era stata assolta. In secondo grado era stata però riformulata l'imputazione, che la procura generale aveva modificato in concussione, ma la Corte d'appello di Palermo aveva comunque confermato l'assoluzione.Quando fu interrogata dal pubblico ministero nel corso del dibattimento, respinse con forza tutte le accuse. "Ho sempre agito alla luce del sole", disse rispondendo alle domande del magistrato. "Mi sono sempre battuta per impedire inutili sperperi di denaro". Era stata poi la Cassazione a rimettere tutto in gioco, annullando la sentenza con rinvio. Oggi la decisione del collegio presieduto da Gianfranco Garofalo, che ha anche deciso l'interdizione dai pubblici uffici per l'imputata. Con la legge Severino l'interdizione dovrebbe scattare automaticamente. La legge, infatti, che è stata già applicata diverse volte, prevede la sospensione degli amministratori condannati con pene superiori a due anni, nell'attesa del giudizio di Cassazione. 

La notizia è stata data durante i lavori del consiglio comunale di Marsala, provocando lo scombussolamento durante l' ordine del giorno dei lavori. 

In attesa di capire come finirà la vicenda delle spese pazze all'Ars, ricordiamo che  per una vicenda riguardante la proroga degli incarichi dirigenziali a tempo determinato Giulia Adamo  è stata condannata al risarcimento di 6.300 euro per danno erariale da parte della Corte dei Conti. In precedenza, sempre la Corte dei Conti aveva condannato Adamo al risarcimento di altri 45.000 euro per la nomina di quattro consulenti esterni conferiti “contra legem e senza giustificazione”.

Tornando alla probabile sospensione del Sindaco di Marsala, il riferimento è il decreto legislativo numero 35 del 31 dicembre 2012. In pratica, prevede che, prima di una possibile interdizione dai pubblici uffici (che scatta solo in caso di condanna definitiva in Cassazione), sia prevista una misura intermedia, a garanzia dell'imparzialità della pubblica amministrazione, che è quella, appunto della sospensione: il Prefetto, applicando la legge, sospende l'amministratore condannato, nel caso di reati non colposi, anche in assenza di condanna definitiva. E' appunto per questo che è sospeso e non rimosso. La sospensione, di diritto, è di 18 mesi. La sospensione è infatti una misura cautelare che non incide sulla presunzione di innocenza. Se il Sindaco Adamo, in questo caso, venisse assolta, tornerebbe alle sue funzioni - tra un anno e mezzo - se venisse condannata, l'interdizione sarebbe automatica.