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17/07/2014 06:10:00

Giulia Adamo condannata. Per il Sindaco di Marsala in arrivo la sospensione

Il Sindaco di Marsala, Giulia Adamo, è a Messina, dalla famiglia di sua figlia. Lì è stata raggiunta dalla notizia più inaspettata: la condanna a quasi tre anni (due anni e dieci mesi, per l'esattezza) per tentata concussione da parte della Corte d’Appello di Palermo. Più l'interdizione per cinque anni dai pubblici uffici. Il Sindaco Adamo dovrebbe essere di ritorno a Marsala sabato, perchè - ironia della sorte - c’è l’ennesima manifestazione per la legalità organizzata dall’Amministrazione Comunale. Quando si dice il contrappasso…

Ma sono ore confuse e caotiche a Marsala. Ovviamente, nelle intenzioni del Sindaco Adamo di dimettersi non se ne parla proprio: “I miei avvocati hanno mandato una dichiarazione” dice lei sbrigativa al telefono. Ed in effetti nel tardo pomeriggio di ieri, quando ormai la notizia della condanna era di dominio pubblico, è arrivata in redazione una dichiarazione - non firmata - presentata dall’ufficio stampa del Comune di Marsala come “nota dei legali del Sindaco Giulia Adamo”. La riportiamo in calce a questo articolo.

La vicenda giudiziaria si riassume così: quando era Presidente della Provincia, nel 2005, Giulia Adamo si rifiutò di dare un contributo all’Istituto degli Audiofonolesi se non avessero cambiato il presidente con un nome a lei gradito, Milena Vinci. La vicenda è articolata, e si è protratta del tempo, perché per due volte Adamo è stata assolta per abuso d’ufficio e per due volte la Cassazione ha mandato tutto indietro. Adesso arriva la condanna, ma per un’altra imputazione: tentata concussione.Cì

Ma non è solo la vicenda giudiziaria a tenere banco, è l’onta per la città. Infatti, la condanna al Sindaco Adamo, se confermata in Cassazione, verrà azzerata, perchè nel frattempo c'è stato l'indulto, ma l'indulto mica cancella le pene accessorie.  in base alla Legge Severino, entrata in vigore con decreto del 31 Dicembre 2012, gli amministratori che sono condannati in primo o in secondo grado devono essere sospesi. Espulsi. Per diciotto mesi. Non ci sono se e non ci sono ma. Sarà il Prefetto di Trapani, Leopoldo Falco, ad applicare la legge. In Sicilia potrebbe essere il primo caso, come nella storia della città: un Sindaco messo in castigo, per un anno e mezzo, in attesa di capire se la Cassazione confermerà la condanna - e allora l’interdizione diventerà effettiva - o se ci sarà l’assoluzione, e quindi il Sindaco potrà tornare nella pienezza dei suoi poteri. Per applicare la sospensione, comunque, il Prefetto aspetta la comunicazione ufficiale della condanna da parte della cancelleria del Tribunale di Palermo.

Con la sospensione non viene nominato un commissario - dicono gli esperti - , ma i poteri del Sindaco vanno al suo vice, Antonio Vinci. E’ per questo che nel Pd sono ore di fibrillazione. In molti, all’interno del partito, spingono per chiedere addirittura le dimissioni di Giulia Adamo. Lei, invece, si dichiara, come sempre, vittima di equivoci e complotti, portatrice di interessi sani.

LA DICHIARAZIONE DEI LEGALI. “L’odierna sentenza della prima sezione penale della Corte di Appello di Palermo giunge a seguito di un lungo processo che ha già visto l’On. Adamo assolta, per il medesimo fatto, dal Tribunale di Trapani e dalla seconda sezione penale della medesima Corte di Appello. Restiamo in attesa di conoscere le motivazioni della sentenza oggi pronunciata, sicuri che a seguito del ricorso avverso la stessa, la Corte Suprema di Cassazione ricondurrà la vicenda al giudizio di innocenza che già per due volte i Giudici di merito hanno formulato.
E’ davvero singolare che venga considerata contra legem la condotta con cui un’Amministrazione Pubblica ha scoperto e posto fine ad un vero e proprio latrocinio consumato per anni ai danni della cosa pubblica e che si tentava di continuare a perpetrare. A seguito di tale iniziativa è risultato, infatti, che il convitto nei confronti del quale si era temporaneamente sospeso il pagamento delle rette, aveva indebitamente percepito dalla Provincia, per uno solo degli anni trascorsi, oltre 78.000 euro, che infatti sono stati dallo stesso successivamente a quest’ultima restituiti”: