Piano piano Sala delle Lapidi è cominciata a svuotarsi. Prima uno, poi un altro. I consiglieri comunali si alzano dagli scranni. Nell’anticamera è un continuo brusio, mentre Walter Alagna continua il suo intervento. La notizia è arrivata. Ed è quella della condanna a due anni e dieci mesi per tentata concussione al sindaco di Marsala, Giulia Adamo. Chi dallo smartphone, chi dal tablet, alcuni si fanno anche stampare gli articoli dei quotidiani online che hanno battuto la notizia. La condanna della Corte d’Appello di Palermo è pesantissima. Se ne accorge prima di tutti Antonio Vinci, vice sindaco. E’ nervoso, manda sms, telefona. Poi si volta, uno sguardo a Filippo Maggio, che nel frattempo ha preso il posto di Enzo Sturiano a presiedere la seduta, come a dire “e adesso?”.
Si discute la delibera sull’acquisto di 14 autobus per il trasporto urbano, ma la mente dei consiglieri è ad altro. Parlottano. Nessuno interviene su quello che è successo al microfono. Ci pensa Michele Gandolfo ad accennarlo: "capisco che la notizia è grave, ma cerchiamo di lavorare". Poi, a fine seduta, Vinci legge il comunicato inviato dai legali del sindaco. Niente di più. C’è poco da dire, il fiato è sospeso. Come sospesa potrebbe essere la carica di Giulia Adamo. La sentenza della Corte d’Appello dice 2 anni e 10 mesi, più l’interdizione per Adamo. Ma la legge Severino a prevede la sospensione. I politici condannati devono essere sospesi, in attesa della sentenza definitiva.
Nel frattempo i consiglieri comunali valutano il da farsi. La mattina dopo in città non si parla d’altro.
“E’ una notizia che non ci aspettavamo – commenta Enzo Sturiano, presidente del Consiglio Comunale”. Sturiano è cauto, il momento è delicato e non si sbilancia. “Non c’è stato nemmeno il tempo di valutare la situazione. Appena sarà notificata la sentenza vedremo come comportarci. Valutazioni politiche al momento non se ne possono fare. Il gruppo di maggioranza si incontrerà sicuramente con il sindaco e vedrà il da farsi. Dimissioni? Bisogna scegliere con calma. Ognuno fa le sue valutazioni. Dobbiamo dare certezze ai cittadini, e non vivere di incertezza. Si dovrà sciogliere la riserva in tempi brevi, però. La Legge Severino è sbagliata da un certo punto di vista, perché come per il sindaco di Agrigento che è stato condannato a 4 mesi interviene subito la sospensione. E’ una sentenza inattesa per come è andato il processo. Adamo è stata assolta due volte, e adesso c’è la condanna”.
Ma Sturiano lo sa che il momento è delicato. Che la gente ha gli occhi puntati su quello che farà il consiglio comunale. Soprattutto dopo l’altra scossa giudiziaria che coinvolge l’amministrazione Adamo: l’avviso di garanzia all’assessore Patrizia Montalto per favoreggiamento e falsa testimonianza. Lo sa Sturiano, e lo sa anche Nicola Fici, capogruppo del Pd, quando apprende dell’ennesima inchiesta che piomba sulla giunta Adamo: “Poi non ci si deve lamentare se i giovani si allontanano dalla politica”. E in queste ore sembra essere proprio il Pd l’ago della bilancia. “Vogliamo capire quello che vuole fare il sindaco, per prendere la nostra decisione”. Ma il sindaco Adamo ha le idee chiare, non si dimette. “Noi abbiamo uno statuto che parlano chiaro, che dice che in caso di condanne ci si deve dimettere. Lo dice lo statuto e lo dice il buonsenso. E a questi ci rifacciamo”. Da Marsala a Palermo il Pd è in fermento per la questione Adamo. “Gli organismi dovranno essere convocati con urgenza. Sappiamo di avere una grossa responsabilità ma non accettiamo lezione di morale da nessuno”. E sulla possibilità di vedere il vicesindaco Antonio Vinci, del Partito democratico, amministrare la città nei 18 mesi di sospensione del sindaco Adamo: “Non facciamone una questione di poltrone. Quando ci sono vicende del genere, si deve valutare tutto con grande ponderazione, è questione di progetto per la città”.
“Siamo rimasti smarriti e stupiti”, commenta Arturo Galfano, capogruppo di Insieme per Marsala, il gruppo di maggioranza più numeroso in consiglio comunale. “Non abbiamo avuto il tempo di parlare tra noi. Attendiamo dal sindaco le sue valutazioni e poi faremo le nostre. Speriamo che finisca tutto bene. Di certo lei non ha intenzione di dimettersi. Come gruppo abbiamo intenzione di incontrarci, e decideremo”.
Meno diplomatico è Pino Milazzo. “Tutta l’opposizione chiede le dimissioni, non si discute. Mi dispiace dal punto di vista personale. Ma non si può continuare ad amministrare come si vuole. Dimissioni, e si va di nuovo alle urne. Non possiamo lasciare la guida della città a un vicesindaco, quando sicuramente l’amministratore occulto, da casa sua, sarà l’Adamo. Le forze politiche che sostengono l’amministrazione devono dire se credono o no nel sindaco. Chi decidesse di restare su questa barca, sicuramente non può pretendere poi di ripresentarsi alle elezioni che spero siano al più presto”.