Fine della corsa. Giulia Adamo si è dimessa da sindaco di Marsala. Lo ha fatto ieri con una lunga lettera, dopo una delle settimane più turbolente della storia politica marsalese. Le dimissioni arrivano ad una settimana esatta da quando tutto è cominciato, da quando la Corte d’Appello di Palermo ha condannato a 2 anni e 10 mesi Giulia Adamo per concussione e all’interdizione per 5 anni dai pubblici uffici, con la carica di sindaco sospesa, come vuole la legge Severino.
Una sentenza che Adamo ritiene “profondamente ingiusta”. “In questi giorni ho dovuto fare una scelta: dimettermi e accettare che un Commissario esterno si sostituisse all'amministrazione o mantenere il ruolo di Sindaco anche in regime di sospensione permettendo alla Giunta e alla maggioranza consiliare che avevano lavorato con me in questi anni di portare avanti il progetto scelto dagli elettori nel corso di una dura campagna elettorale” scrive Adamo. Un uscita di scena, che per molti versi è arrivata inaspettata. Fin dall’inizio Adamo lo aveva detto che non si sarebbe dimessa. Aveva provato il colpo di mano nominando vicesindaco il suo assessore più fidato, Benny Musillami. Poi è arrivata la ratifica della sospensione da parte del Prefetto di Trapani che ha anche annullato la nomina di Musillami, con Antonio Vinci che resta vice. Anzi diventa il sindaco "facente funzioni". E qui nelle ultime ore si è consumata la fine dell’Amministrazione Adamo.
Il Partito Democratico sceglie di uscire dalla giunta. Chiede ai suoi assessori, il vicesindaco Antonio Vinci e Antonella Genna, di dimettersi. Chiede a tutta la giunta di fare un passo indietro e tornare alle urne. Ma non accade nulla. Stanno tutti ad aspettare. La Montalto, coinvolta nell’indagine sugli spettacoli per bambini, non si dimette come sembrava dovesse accadere. Annuncia di dimettersi Eleonora Lo Curto: “i miei rapporti con Adamo si erano fatti tesi da tempo”. Ma tutti aspettano di vedere cosa fanno Vinci e Genna. Lo aspetta soprattutto il Pd: “se non si dimettono sono fuori dal Partito”. Succede così, Vinci non molla la poltrona. Agisce da sindaco, incontra i sindacati. Genna, rimane al suo posto. Marsala vive per giorni nell’incertezza più assoluta. Mentre circolano voci di un accordo trasversale per tirare avanti. Per trainare la carretta fino alle elezioni. Con Vinci alla guida dell’amministrazione, e un asse in consiglio comunale garantito dal presidente a Sala delle Lapidi, Enzo Sturiano. Girano voci di accordi, e di manovre da prima Repubblica. Alberto Di Girolamo, segretario del Pd, non ci sta: “prima Repubblica? Peggio, sarebbe un colpo di Stato”. E' il bilancio la ragione per cui Antonio Vinci non si dimette. "Prima bisogna approvare il bilancio, poi mi dimetto". Dichiarazione strana, se si tiene conto che, in realtà, con le dimissioni della Giunta il consiglio comunale non verrebbe a cadere, quindi ci sarebbe comunque spazio e modo per discutere e approvare il bilancio come sempre è avvenuto. Vinci aggiunge che "è necessario creare una nuova maggioranza di traghettamento per rilanciare la città". E ancora: "Dal Pd ho avuto uno schiaffo che non mi aspettavo. Riveda la decisione".
Di Girolamo risponde che non c’è nulla da fare: “non possiamo vivacchiare così. Ormai abbiamo capito che stanno lì per la poltrona”. Anche Antonella Milazzo, deputato regionale all’Ars, è sulla linea del partito. Niente da fare, nessuna amministrazione Vinci.
Poi, ieri, all’ora di pranzo, ci pensa lei. Ci pensa Giulia Adamo a mettere la parola fine a una crisi politica cominciata proprio una settimana prima. Difende fino all'ultimo il suo lavoro, cosa è stato fatto (e non fatto) in due anni di amministrazione della città, ringrazia i suoi collaboratori, chi l'ha votata, il gruppo di "amici". “Dobbiamo essere orgogliosi di vivere in una grande città, la quinta della Sicilia, la cui storia deve spingerci a batterci tutti per il suo futuro” sono le ultime parole da sindaco di Giulia Adamo. Mentre Vinci replica ancora a Di Girolamo: “Forse è lui che spera di andare al più presto alle elezioni per mire egemoniche”.
E adesso cosa succede? Le dimissioni del Sindaco comportano la decadenza della Giunta, organo di fiducia del primo cittadino, e la nomina di un commissario da parte della Regione Siciliana. Non viene sciolto il consiglio comunale, che pertanto rimarrà in carica e lavorerà con il commissario. Si andrà a votare nella prima finestra elettorale utile che, secondo l'ordinamento degli enti locali in Sicilia, è in una domenica compresa tra aprile e maggio 2015. Da oggi, al netto delle ultime schermaglie da fine impero, comincia una lunga campagna elettorale.