Dopo le tensioni dei giorni scorsi è tornata la calma all’Hotel Acos di Marsala, gestito dalla Cooperativa Vivere Con, dove sono ospitati 119 immigrati. La scorsa settimana i ragazzi ospiti dell’hotel adibito a centro di accoglienza sono scesi in strada a protestare, soprattutto, per i ritardi nel riconoscimento dello status di rifugiati politici. Ma alcuni di loro hanno anche posto l’attenzione sulle condizioni della struttura. “Mangiamo pane e acqua” hanno detto davanti l’ingresso dell’hotel in via Mazara.
“Monitoriamo con grande attenzione quello che succede nella nostra struttura, soprattutto lo stato d’animo dei nostri ospiti. E’ ovvio che gli ospiti vogliono tenere alta l’attenzione sulla loro situazione, perché le pratiche e i loro documenti vengono esaminati molto lentamente. Da questo deriva la loro protesta, noi siamo sempre a stretto contatto con la Prefettura e gli organi di polizia” dichiara il presidente dell’Onlus Vivere Con, Giuseppe Sieli, raggiunto al telefono mentre sta andando a fare il punto in commissariato.
“Mi ha rammaricato quanto hanno detto circa il cibo, non è vero che diamo pane e acqua. Abbiamo un servizio mensa molto efficiente, cuciniamo noi al momento con i nostri cuochi senza affidarci ad alcun catering, la nostra dieta prevede primi e secondi” continua Sieli. L’hotel dispone di 18 stanze con bagno, ed era classificato 3 stelle, “per questo le condizioni di ospitalità sono davvero ottime”. L’Onlus Vivere Con, con sede a Mazara, ha già gestito in passato situazioni di questo genere. “Il nostro compito è non soltanto quello di dare accoglienza, ma anche supporto psicologico alle persone che arrivano nel nostro territorio che vivono delle situazioni molto complicate, i loro racconti parlano di viaggi interminabili, sevizie, e stenti. Per questo abbiamo una equipe che segue i loro stati d’animo”. I 119 migranti del “Primo Maggio” (così è stata ribattezzata la struttura) sono soprattutto della Nigeria, Mali, e Ghana. “Ci sono cattolici e islamici, e dobbiamo anche essere sensibili a questo. In una parte della struttura abbiamo anche organizzato una mini moschea per poter pregare”. Allora perché le proteste? “Magari alcuni vogliono tenere alta l’attenzione sulla loro situazione, poi c’è chi critica la struttura perché vorrebbe essere trasferito nei posti in cui ha parenti o amici. Il nostro – ripete Sieli – è un compito molto delicato”. Sui costi il Governo paga la Cooperativa 30 euro al giorno a persona ospitata, da questa somma viene fuori anche il pocket money da 2,50 euro al giorno per l’ospite. Alle strutture pubbliche invece vengono corrisposti 35 euro. “I pagamenti potrebbero essere più veloci, certo. La fattura ci viene pagata dopo circa 3 mesi, ma ci sono enti pubblici che fanno aspettare anche di più”, conclude il presidente di “Vivere Con”.
Intanto in questi giorni di sbarchi la struttura era stata allertata per accogliere altri 10 migranti (la capienza massima è di 130 unità), poi sono stati dirottati in altre strutture. Quello allestito all’hotel Acos è uno dei centri di accoglienza più capienti in provincia, tra le strutture private. In provincia di Trapani, intanto, salgono a quasi 3000 i migranti ospitati con il nuovo sistema già in funzione da un anno.