di Leonardo Agate - Nel cortile di Palazzo Chigi, Matteo Renzi ha leccato un gelato. Crema e limone, nemmeno un accoppiamento molto azzeccato. Ed é gossip. Fa seguito all'altro della secchiata di acqua gelata sul corpo, immortalata da video e foto.
Anche lui ha diritto di divertirsi. E' un diritto di tutti, ma almeno pensasse per il resto agli interessi italiani.
Tutti gli indicatori economico - sociali rilevati dall'Istat son negativi. Si é entrati addirittura in deflazione. Che vuol dire? E' una situazione economica in cui , per la carenza della domanda, i produttori e i venditori sono costretti ad abbassare i prezzi. Un bene, magari un gelato che costava 1, si potrà comprare a 0,90. Un paio di scarpe che costava 30 si potrà comprare a 27. E così via su su per i beni più costosi. Del resto la situazione é evidente. Se un marsalese percorre i primi chilometri di via Mazara vedrà che il grande negozio di Moda Italia, fiorente per alcuni decenni, é in chiusura. Se il marsalese va un chilometro più avanti vedrà che l'altro emporio di articoli e abbigliamento sportivi, sullo stesso lato del primo, ha giù vuotato i locali, con le vetrine che lasciano vedere il vuoto dentro. La deflazione, a lungo andare, ridurrà l'occupazione e farà aumentare la disoccupazione
Un tubista - elettricista, che lavora in proprio e in nero, mi ha confessato che se dovesse mettersi in regola con la Camera di commercio, e se dovesse pagare le tasse in seguito all'emissione di regolari fatture ai clienti, non ci uscirebbe più, e sarebbe costretto ad andare a indebitarsi in banca. Peggio ancora se decidesse di assumere operai e di versargli i contributi. Ma le banche prestano soldi a chi ce li ha, o può garantire in altro modo. L'artigiano che vivacchia frodando il fisco non può avere credito.
Nel contempo, illustri professionisti, soprattutto del ramo medico, hanno gli ambulatori pieni di clienti in attesa. Uno specialista, che frequento io ammalato, mi ha fatturato solo la prima visita. Le successive, molte. ha incassato pure lui in nero. Da calcoli approssimativi da me effettuati, ho constatato che i clienti da lui ricevuti dal lunedì al venerdì di pomeriggio, perché di mattina dirige un ufficio dell'Ausl, non sono meno di 90. Moltiplicato il numero dei pazienti per la tariffa, ho ottenuto un incasso settimanale di circa 3.000 euro. 3.000 euro settimanali per quattro settimane in un mese fa 12.000 euro, quasi tutto in nero. In più riceve lo stipendio di dirigente dell'Ausl. Viva l'Italia, ladrona, imbrogliona, gran troia!
Com'é che la Guardia di finanza, spesso così acuta nel rilevare le omissioni o le frodi di piccoli imprenditori, non capisce quel che avviene in quell'ambulatorio ogni giorno? Presto detto. Ufficiali e militi della Guardia di Finanza , o loro congiunti, sono in certe occasioni anche pazienti. Vanno là ma non pagano nulla. Vengono curati senza spese. Come risolvere il problema? Se chi comandasse alla Guardia di Finanza facesse appostare una settimana i finanzieri davanti l'ambulatorio, i loro verbali, confrontati con la dichiarazione dei redditi del professionista, sarebbero la prova del mal tolto. E' l'uovo di Colombo, che finora nessuno vuole metter in pratica.
Si diverta pure Il capo del governo, anche lui ne ha bisogno, ma ci risolva i problemi, oltre che darsi la secchiata d'acqua addosso e leccarsi il gelato.