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25/09/2014 07:10:00

Mafia, confiscati tutti i beni a Vincenzo Panicola, il cognato di Matteo Messina Denaro

 Continua a colpi di sequestri e di confische la lotta dello Stato contro il clan mafioso di Matteo Messina Denaro, latitante dal 1993. L'obiettivo è sempre quello: costringere il capomafia di Castelvetrano a venire allo scoperto, a causa della sottrazione di gran parte delle sue comunque sempre ingenti risorse. La Direzione Investigativa Antimafia ha confiscato beni intestati alla sorella, Anna Patrizia (1970) ed al marito Vincenzo Panicola (1970) entrambi detenuti per associazione mafiosa.

Il provvedimento di confisca segue il decreto di sequestro, che era stato emesso a carico di Panicola nel Gennaio 2013. La proposta di applicazione della misura di prevenzione nei confronti di Panicola era stata avanzata dal Procuratore della Repubblica di Palermo, sulla base delle indagini patrimoniali svolte dalla Sezione Operativa D.I.A. di Trapani.
A termine dell'udienza camerale, il Tribunale di Trapani (Sezione Misure di Prevenzione) ha pertanto disposto nei confronti di Panicola la misura della sorveglianza speciale, con obbligo di dimora nel luogo di residenza, per la durata di tre anni e la confisca di tutto il suo patrimonio.

Ma chi è Vincenzo Panicola, il cognato di Matteo Messina Denaro? Imprenditore anche lui di Castelvetrano, prima della sua detenzione, ha operato nei settori della manutenzione di impianti di produzione, installazione, distribuzione e utilizzo dell’energia elettrica; delle costruzioni edili e stradali; dei lavori di pulizia in genere. Con la società VIEFFEGI SERVICE SrL, oggi confiscata, Panicola prestava la sua attività di pulizia all’interno del Centro Commerciale “Belicittà”, appartenente al gruppo imprenditoriale della holding “Gruppo 6GDO SrL” del noto imprenditore di Giuseppe Grigoli, condannato in primo e secondo grado per concorso in associazione mafiosa. E proprio oggi c'è l'inaugurazione del nuovo supermercato Sisa che, all'interno di Belicittà, sorge al posto del supermercato Despar che era stato confiscato e che poi, sotto la gestione dello Stato, era andato incontro alla chiusura. Ma si tratta solo di una parte dell'ingente patrimonio confiscato a Grigoli, e che ammonta ad oltre 700 milioni di lire.

Vincenzo Panicola è figlio del defunto patriarca mafioso Vito ( condannato con sentenza definitiva per omicidio e tentato omicidio) ed è detenuto perché ritenuto responsabile, unitamente ad altri, tra cui il cognato latitante Matteo MESSINA DENARO, Filippo GUTTADAURO, Leonardo BONAFEDE e Franco LUPPINO, di associazione per delinquere di tipo mafioso, dato che sono tutti componenti del mandamento mafioso di Castelvetrano. 

Ricodiamo che anche la moglie, Anna Patrizia, ritenuta in contatto con il fratello latitante, per conto del quale smistava i suoi ordini, è stata arrestata dalla D.I.A. nel dicembre 2013, nel corso della maxi operazione antimafia interforze denominata “Eden”, con l’accusa di estorsione aggravata dal favoreggiamento di Cosa nostra. Moglie e marito sono molto legati. Recentemente, nel processo Eden, che si tiene davanti al Tribunale di Marsala, sono state depositate ben 222 lettere scritte dal marito in carcere alla moglie. 

La confisca ha compreso beni aziendali ed i capitali sociali delle ditte, operanti nel territorio di Castelvetrano, VIEFFEGI SERVICE SrL, VIEFFEGI IMPIANTI SrL, SO.RO.PA. Costruzioni Srl, nonché il compendio aziendale della ditta individuale  Anna Patrizia Messina Denaro, esercente l’attività di colture olivicole; un’autovettura, rapporti bancari ed altro, per un valore di centinaia di migliaia di euro.