Ha parlato più di cento minuti il Presidente della Regione, Rosario Crocetta, intervenuto ieri all'Ars per il dibattito sulla situazione politica in Sicilia e sugli scontri tra lui e il Pd, il suo partito. Non ha fatto un solo passo indietro: niente rimpasto, nessun mea culpa. Solo un invito - respinto - a ragionare sulle larghe intese: “I partiti non mi possono imporre i loro assessori…”. Si parla di mozione di sfiducia, ma chi ha il coraggio di votarla, dato che significherebbe anche lo scioglimento dell'Ars?
Antonello Cracolici va giù duro: “Nel baratro con Crocetta non ci vado”. I cuperliani restano infatti fermi sulle loro intenzioni e chiedono: “Una svolta radicale altrimenti ci fermiamo qui”. I renziani si allontanano dal sostegno incondizionato a Crocetta. All’orizzonte c’è un dialogo con l’area cuperliana.
Forza Italia raccoglie le firme per la sfiducia, i grillini annunciano “la sfiducia day” chiamando a raccolta il popolo del web, Nuovo centrodestra invoca la “svolta””.
“Il tempo è scaduto. Crocetta vada via, liberi la nostra terra. La Sicilia non può trascinarsi nell’eterna attesa di provvedimenti che non arriveranno mai. Noi diciamo basta, e basta al governatore lo diranno sopratutto i siciliani che il prossimo 26 ottobre, al compimento dei 2 anni di legislatura, saranno chiamati ad esprimere il loro malcontento contro questo disastroso governo con una mozione di sfiducia popolare”. Con queste parole il gruppo parlamentare all’Ars del Movimento 5 Stelle ha annunciato in aula la seconda sfiducia al presidente della Regione. L’annuncio è arrivato a corredo di un piccolo e non esaustivo resoconto dei fallimenti del “Re Mida al contrario”, che ha prodotto disastri praticamente ovunque ha messo le mani: dal Muos, alla Formazione, alle trivelle, passando per le partecipate, il mutuo miliardario, il caso Terna, l’accordo con lo Stato per la rinuncia ai contenziosi, fino al clamoroso flop del click day, per non parlare dei continui rimpasti e delle leggi finanziarie falcidiate a ripetizione dal Commissario dello Stato. “La mozione di sfiducia annunciata da Falcone – hanno detto i deputati – siamo pronti a firmarla, ma non ci fidiamo. Ormai abbiamo capito quali sono i giochi di Palazzo e siamo convinti che quest’aula non voterà mai il proprio scioglimento”. Irrispettosa è stata giudicata l’assenza dall’Aula del presidente per la durata di quasi tutto il dibattito. Per protesta i deputati del Movimento hanno abbandonato sala d’Ercole durante la replica del governatore.
“Stiamo vivendo una fase difficilissima in Sicilia che richiede uno sforzo straordinario di responsabilità da parte del governo e di tutto il Parlamento: questo non vuol dire ‘larghe intese’, alle quali diciamo ‘no’. Vuol dire la necessità di un dialogo costante tra le forze politiche e parlamentari sule riforme e sui provvedimenti necessari a superare le tante difficoltà della Regione e dei siciliani”. Lo ha detto il presidente del gruppo PD all’Ars Baldo Gucciardi, intervenendo nel corso del dibattito all’Ars sulla situazione politica regionale.
“Non servono rimpasti – ha aggiunto Gucciardi - oggi occorre una visione politica, occorre uno sforzo comune per dare un futuro certo alla Sicilia. Bisogna dare risposte alle tante emergenze della Sicilia, e bisogna fare presto”.