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18/10/2014 07:53:00

Salemi, caccia aperta al "copia - incolla". Maiorana accusato di plagio

 Alzi la mano chi non ha copiato mai in vita sua. Eppure il verbo “copiare” fin dai primi nostri giorni delle elementari, fu uno dei primi divieti impostici. Era severamente vietato copiare. Dal compagno secchione di banco, era impossibile farlo. La barriera del quaderno che lui con “cattiveria” interponeva ce lo impediva. Veniva per fortuna in soccorso sempre il più bravo, quello vero, e che era sempre anche il più generoso e disinteressato. Occorreva cambiare le parole. Era il suo consiglio. E spesso quel cambio produceva effetti miracolosi. Spesso chi aveva “copiato”, se lo faceva con genialità, prendeva un voto più alto del suo. La copia acquisiva, come d’incanto, vita propria, superando l’originale.

Già. Perché non sempre quel verbo necessariamente acquisisce un'accezione negativa. Se a scuola, per ovvi motivi, è proibito, nella vita può produrre risultati inaspettatamente positivi e brillanti. Quanti secoli sono passati da quando il primo uomo ha copiato?

Un esempio tra i tanti, l'invenzione della ruota. Un bel giorno, uno tale più sveglio degli altri, ne ha costruita una e molto probabilmente se nemmeno sapergli dare un nome. Ve lo immaginate se questo oggetto non fosse stato copiato?

Saremmo ancora all’età della pietra.

E invece, il destino dell’umanità cambiò grazie al fatto che tantissimi “copiarono” l'idea rivoluzionaria, senza nutrire il minimo pudore e senza che ci fosse il dito accusatore da parte del solito nulla facente.

Fortunatamente continuiamo a “copiare” lo facciamo dai più bravi. Copiamo idee, modi di fare, soluzioni a nuovi e vecchi problemi.

E’ la storia dell’umanità che ce lo conferma. Da una semplice vite, ad un'automobile; da una maglia di cotone, ad un processore d’informatica. Brevetti permettendo. Fermo restando che alcune peculiarità mai nessuno potrà copiare e riprodurre.

A Las Vegas, nel Nevada lo hanno fatto “ricostruendo” alcune città italiane.

Il trionfo del kitsch. Ma è chiaro che non è di questa “copiatura” che stiamo discutendo.

Il territorio, la bellezza, la storia, la cultura, le Chiese, i palazzi, le opere, il cibo, il vino che sono la nostra carta d’identità nessuno potrà imitarli, come noi non possiamo appropriarci di quella degli altri.

Questa lunga premessa perché ieri abbiamo ricevuto un comunicato stampa da parte del Pdr ( da non confondere con l’omonimo Pdr di Vincenzino Culicchia, quando si dice la fantasia dei politici!) di Vittorio Sgarbi con il titolo: “La «cultura» del «copia e incolla» dell’assessore Giuseppe Maiorana facente parte della giunta comunale di Salemi.”  

Più avanti si apprende che “sul sito internet del Comune di Salemi il 6 ottobre 2014 è stato pubblicato il «Piano triennale 2014/2016 di attività per la valorizzazione dei beni culturali, ambientali e paesaggistici, la promozione turistica ed agro-turistica, di manifestazioni ed iniziative promozionali, di festività di interesse locale”.

Il Piano- questa l’accusa-  sarebbe stato copiato dal Comune di Cagliari. Bollato con “Un imbarazzante «copia e incolla», vengono pure indicati i link

con le parti copiate evidenziate.

Il documento ha fatto il giro del web, scatenando commenti anche divertenti e ironici. Ne citiamo alcuni: PRIMA BIENNALE DEL COPIA-E-INCOLLA SALEMITANO...Nel mezzo del cammin che va a Vita/mi ritrovai dietro a una Suv oscura,/che la diritta via avea smarrita./Ahi quanto a dir qual'era la mia premura/che ogni "Mannaggia!" sì aspro e forte nel pensier rinnova la paura!/Tant'è amara che poco più alle porte/ma solo a guidar tanto ben ch'ì la sorpassai,/e altrove dirò de le due signore ch'ì v'ho scorte...(tratto da: Marco Bagarella - "La comoda diva. Poema sulle donne al volante").

C’è pure chi ha postato il link di “la Repubblica” in cui proprio Vittorio Sgarbi era stato accusato di avere firmato a nome suo un saggio su Botticelli che si scoprì essere interamente della storica d’arte Milena Bacci del 1964. Nell’articolo si leggeva: “Salvo qualche taglio e qualche leggera cucitura, la decina di pagine che Vittorio Sgarbi dedica a Botticelli in un volume edito da Skira e venduto allegato ad alcuni giornali e quelle che Milena Bacci, storica dell´arte di scuola longhiana, scrisse sul pittore quattrocentesco in un fascicolo dei «Maestri del colore» (Fabbri editore) nel 1964 sono, appunto, identiche. Parole, virgole, punti, punti e virgola e capoversi.” Grande polemica, anche allora. Era il 2008, i primi mesi della sua sindacatura a Salemi.

Dal canto suo l’assessore Giuseppe Maiorana non si scompone più di tanto. La replica è secca, al limite del cinismo, precisando di non avere mai “ parlato di originalità nelle cose che si fanno o che ho fatto o che voglio fare. Non ho neanche smentito di aver preso spunto o “copiato” da relazioni o idee interessanti… Così come tutti i programmi politici di destra, sinistra o centro sono un copia e incolla… E poi è bello copiare le idee interessanti, farle proprie e soprattutto contestualizzarle. Per quanto mi riguarda non mi sento “scoperto” da chissà quale mistero. Guardo sempre le cose che altri fanno per poi cercarli di riproporle nel migliore dei modi e secondo le mie capacità. Le “polemiche” lasciamole fare ad altri che evidentemente hanno tempo libero…», per infine aggiungere un suo personale exalogo di comportamenti definiti “imbarazzanti”: rubare soldi allo Stato e ai cittadini, essere collusi con certi sistemi mafiosi, gestire la cosa pubblica per fini personali, vantarsi di cose "fatte" ma con esito non veritiero, non avere argomenti validi su cui argomentare, imbrogliare a tutti i costi.

Diciamolo con estrema franchezza. Quella innescata, ci sembra una polemica forzata, complice forse la profonda crisi in cui si trova il movimento ( un consigliere perso dopo pochissimi mesi, e con alcuni che in modo innaturale dialogano con il M5S), l’assenza di autentiche idee alternative e il prolungarsi di questa anomala estate ottobrina.

Non troviamo nulla di scandaloso se si mette la testa fuori casa e se cominciamo ad osservare il mondo e a vedere cosa fanno gli altri. C'è chi valorizza il poco che ha. In Italia come all'estero.

Ho sempre citato cosa riesce a fare un piccolo comune come Castelbuono, molto simile, per certi aspetti a Salemi, ma con un invidiabile dinamismo turistico- culturale e gastronomico di grande valore.

Spesso, nei nostri lunghi pellegrinaggi ci siamo ritrovati a fare chilometri a piedi per vedere un vecchio albero, ad ammirare un vecchio mulino decrepito, a visitare un museo con appena due stanze spoglie. Ci siamo stati perché hanno avuto la capacità di destare la nostra attenzione.

Si deve copiare dagli altri, non i manufatti artistici o gli eventi, che sono unici, ma come riescono valorizzarli. Ci sono città più piccole dove hanno operato scelte radicali e innovative che hanno cambiano le loro prospettive. Aiuole curate. Parchi giochi pieni di bambini. Raccolta differenziata insegnata nelle scuole e operata nella realtà. Cura e manutenzione di cosa già c'è e stop alla cementificazione inutile.

Non bisogna quindi chiudersi in uno sterile lamento di chi si abitua a guardare sempre in basso e di chi punta il dito solo per indicare quello che gli altri fanno peggio.

Alzare gli occhi della mente permette di guardare più lontano e cambiare gli orizzonti non è una diminutio, ma un arricchimento.

Non ci sono soluzioni facili, non esistono scorciatoie. Aprire le porte e le menti alla condivisione crediamo sia la strada da intraprendere. Molto meglio che chiudere finestre e alzare muri. Nessuno deve credere di essere il migliore. Il livore a lungo covato può provocare solo danni, soprattutto a se stessi.

E soprattutto dobbiamo sapere che ”copiano” tutti, anche i più bravi.

 

Franco Ciro Lo Re