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23/10/2014 06:35:00

Parti, interventi, pronto soccorso. Ecco i numeri della sanità in Sicilia

E' la fotografia del sistema sanitario Nazionale. E' il Programma Nazionale Esiti (PNE) sviluppato dall'Agenas per conto del Ministero della Salute. Un dossier, messo online, con la possibilità di consultare i dati anche per singolo ospedale. Lo studio fornisce a livello nazionale “valutazioni comparative di efficacia, sicurezza efficienza e utilità delle cure prodotte nell'ambito del servizio sanitario”. PNE fornisce evidenze sull'associazione tra volumi di attività ed esiti delle cure ai fini dell'individuazione degli standard qualitativi e quantitativi dell’assistenza ospedaliera. Sono 131 gli indicatori osservati e analizzati per gli anni 2008-2013. Il dossier presentato lunedì a Roma si riferisce ai dati del 2013, dal primo gennaio al 30 novembre. L'Agenas chiarisce che il PNE non fornisce graduatorie, pagelle o giudizi sulla sanità nelle regioni o a livello locale. Però è possibile avere dei dati interessanti su ospedali e sistema sanitario. I 131 indicatori portano con se una mole di dati impressionanti su tutte le strutture sanitarie Italiane. Lo hanno spiegato che è difficile fare delle classifiche, anche se in Toscana l'hanno sperimentato e si sono messi al primo posto. Ecco, e in Sicilia? É utile prendere in esame gli indicatori che per l'Agenas sono tra i più esemplificativi per valutare lo stato di salute del sistema sanitario nazionale. Parti, tumori, infarti, fratture del femore.

FRATTURA COLLO DEL FEMORE
La proporzione di fratture di femore sopra i 65 anni di età operate entro due giorni è passata dal 28.7% del 2008 al 45.7% del 2013, in Italia restando ancora al di sotto dello standard atteso, superiore all’80%.


In Sicilia il 52% delle fratture al collo del femore vengono operate entro 2 giorni. Come in altri parametri c'è una oscillazione molto ampia. Dal 10 all'87%. In fondo alla classifica c'è l'ospedale "Barone-Romeo" di Patti dove soltanto il 10,02% dei pazienti con fratture al collo del femore viene operato in 2 giorni. Miglior dato in Sicilia ce l'hanno l'ospedale "Piemonte" di Messina (87%) e il "Garibaldi" di Catania (86,5%) che si piazzano nella top ten nazionale.


I giorni di attesa per l'intervento in media in Italia sono 4. Stessa media si trova in Sicilia, dove c'è un'oscillazione che va dai 3 agli 8 giorni di attesa per l'intervento chirurgico.
Una riduzione dei tempi di attesa dell'intervento, evidenzia l'Agenas, riduce il rischio di mortalità.


PARTO
Uno dei parametri più importanti è quello dei parti. C'è uno standard minimo di 500 parti annui, che però non viene rispettato in 133 strutture italiane. La Sicilia in questo parametro non eccelle. Anzi, con 18 ospedali sotto la media dei 500 parti annuali è la regione più a rischio dopo la Campania che ha 20 strutture sotto la soglia.

In strutture come l'ospedale di Nicosia si arriva a quasi la metà della soglia standard: 256 parti naturali nel 2013. In Sicilia sono stati 43.830 i ricoveri nel 2013. Importante è anche il dato sui parti cesarei. Qui meno ce ne sono, teoricamente, migliore è la qualità del sistema sanitario. La Sicilia si avvicina al valore medio nazionale, che è del 25.98%. Ma c'è una forbice che va dall'8,61% di cesarei all'ospedale Maggiore di Modica al 28,12% dell'Umberto I di Siracusa. L'ospedale Cervello di Palermo ha una percentuale del 15,84% di parti cesarei.

C'è da dire che il dato italiano non è conforme alle indicazioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità che considera “ingiustificata” una proporzione di cesarei superiore al 15%. Il regolamento del Ministero della Salute sugli standard quantitativi e qualitativi dell’assistenza ospedaliera fissa al 25% la quota massima di cesarei primari per le maternità con più di 1000 parti e 15% per le maternità con meno di 1000 parti.


INFARTO MIOCARDICO ACUTO
In Sicilia nel 2013 sono stati 11598 su 60 strutture ospedaliere i ricoveri per l'IMA. In questo senso l’Agenas ha considerato significativo anche il dato degli infarti trattati con l’angioplastica primaria entro due giorni. Questo riduce il tasso di mortalità. La media nazionale dell’angioplastica primaria è salita al 39,6%.

In Sicilia c’è una forbice che va dal 3 al 90% nelle strutture ospedaliere. Fanno peggio di tutte le Asp di Enna e Ragusa. Ma quasi tutte le province sono più o meno in linea con la media nazionale.


L’angioplastica primaria è un intervento di provata efficacia nel ridurre la mortalità per infarto acuto del miocardio. Il regolamento del Ministero della Salute sugli standard quantitativi e qualitativi dell’assistenza ospedaliera fissa al 60% per struttura la quota minima di angioplastica coronarica percutanea entro 90 minuti dall’accesso in pronto soccorso.

TUMORI
Tra i tanti parametri relativi agli interventi chirurgici determinanti sono quelli di casi di tumori. Per il tumore al colon lo standard minimo fissato è quello di 50 interventi annui. Tra le 106 strutture italiane che superano questa soglia c’è l’ospedale Garibaldi di Catania (195) e il Civico di Palermo (101). La soglia ideale per il tumore al polmone è quella di 100 interventi annui. Anche qui la media nazionale viene superata dal Civico di Palermo (102 interventi l’anno). Ma è un caso raro, perchè in tutta Italia solo il 16% delle strutture supera questa soglia. Al Cannizzaro di Catania ad esempio si arriva a 47 interventi l’anno, al Garibaldi 79. Un intervento soltanto nel 2013 al Civile di Ragusa e all’ospedale villa Sofia di Palermo.
Secondo le linee guida internazionali ogni anno, negli ospedali attrezzati a questo tipo di intervento, ci dovrebbero essere 150 operazioni per il tumore alla mammella. Ma negli ospedali italiani soltanto il 13% raggiunge questa soglia. In Sicilia la superano il Cannizzaro (153) e il Garibaldi (177) a Catania. Al S. Giovanni Di Dio di Agrigento invece nel 2013 c’è stato soltanto un intervento del genere.

EMERGENZE
Infine il ricorso al Pronto soccorso. Sono sempre affollate le aree di pronto soccorso degli ospedali siciliani. Su quasi 5 milioni di abitanti, nel 2013 ci sono stati un milione 700 mila 846 accessi nelle aree di pronto soccorso degli ospedali siciliani, con un tasso di 340,2 per mille abitanti.