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28/10/2014 06:11:00

Carabinieri ‘’violenti’’ a Pantelleria, altre presunte vittime confermano le accuse

 Continuano a sfilare, davanti il Tribunale di Marsala, le presunte vittime delle violenze che sarebbero state commesse su persone fermate per normali controlli da alcuni carabinieri in servizio a Pantelleria tra il 2010 e il 2011. Gli ultimi sono stati due fratelli romeni, Iulian e Diomed Iva, manovali che lavorano per i Lo Pinto. Entrambi hanno confermato le accuse. Accusati di aver avuto ‘’mano pesante’’ sono il maresciallo Claudio Milito, Luca Salerno, Lorenzo Bellanova, Rocco De Santis e Stefano Ferrante, mentre di omessa denuncia devono rispondere il capitano Dario Solito, ex comandante della Compagnia di Marsala, da cui dipende la stazione di Pantelleria, e il maresciallo Giuseppe Liccardi, all’epoca comadante della caserma dell’isola. ‘’Nel 2011 – ha affermato Diomed Iva – mio fratello è stato fermato dai carabinieri di Pantelleria. Una sera era in discoteca. Era ubriaco e mi hanno chiamato per guidare la macchina visto che gli è stata ritirata la patente. Una sera siamo andati insieme a bere qualcosa. Sono andato al Bar Goloso e ho preso due cocktail. C’erano Milito e altri due. Lui mi ha schiacciato il bicchiere. Mi ha portato in una stradina e mi hanno dato botte. Mi hanno dato uno schiaffo e poi calci. È venuta la signora Graziella e ha chiesto ‘cosa fate a questo ragazzo?’. Mi hanno colpito tutti e tre e c’erano persone che guardavano. Arrivò, poi, una Fiat Bravo scura e nella targa c’era scritto cc. In macchina mi hanno dato pugni e schiaffi. Mi dicevano “rumeno di merda ora ti facciamo vedere chi siamo noi”. Il conducente non ha detto niente. Volevo chiamare mio fratello, ma milito mi ha preso il telefono e me lo ha spento. In caserma mi hanno messo le manette con le braccia dietro seduto su una sedie e hanno continuato a picchiarmi. Mi usciva sangue dal naso. Non ho denunciato perché temevo che altrimenti avrei dovuto lasciare Pantelleria. Lavoravo per Lo Pinto Gaspare, cognato di Liccardi’’. Anche Iulian Iva ha confermato di aver subito violenze e insulti. Alle domande di un difensore, però, su qualche punto si è contraddetto. ‘’Il 27 giugno 2010 avevo bevuto – ha dichiarato Iulian - mi hanno fermato per l’alcol test. Poi, avviene una lite tra rumeni. Io avevo ancora la patente sospesa dopo 5 o 6 mesi. Intervengono i carabinieri. Litigavano in 8, 10. Milito prende me e un altro rumeno che aveva litigato. Uno era finito in ospedale per una bottiglia in testa, poi é uscito e ha detto che io non c’entravo. Diceva che io avevo guidato, ma io ho detto no. Mi ha detto: “rumeno di merda”. Florin Corvaian è stato picchiato. Milito mi ha minacciato con un bastone perché voleva le chiavi e mi ha dato schiaffi sulla nuca’’. I due romeni, oltre che a pm e giudici, hanno risposto anche alle domande degli avvocati difensori Paolo Paladino e Stefano Pellegrino. La loro ricostruzione dei fatti, comunque, ha sostanzialmente retto al controesame. L’indagine, avviata dopo la denuncia di un cuoco marsalese che d’estate lavora a Pantelleria, è stata condotta dalla sezione di pg della Guardia di finanza della Procura.