In ogni campagna elettorale, e quella di Marsala sarà lunghissima, ci si riempie la bocca di belle parole, buoni propositi. Poi ci si ritrova sempre a parlare di quello che poteva essere e non è stato. Avvocato Diego Maggio, che bisogna fare per Marsala?
Intanto amarla. Che non è solo dichiararlo e sentirsi candidi e puri. Mi sembra che un ritorno ai sentimenti ogni tanto non guasta, non solo perchè è di moda, come dicono alcuni, ma perchè ci vuole. Bisogna servire la città, non servirsene. E mai come in questo momento questo richiamo è opportuno. Quanti si sono avvicinati alla politica l’hanno fatto più per interessi personali, per arrotondare lo stipendio, per un posto al sole. Siamo arrivati ad un momento in cui, invece, bisogna mettere in campo tutto il bene che vogliamo a una città di cui siamo inquilini. Vorremmo che almeno i nostri figli ci tornassero in questa città, visto che li abbiamo lasciati scappare.
Tutti, dicono, vogliono bene a Marsala. Ma, concretamente, come bisogna manifestarlo questo bene, se realmente c’è?
Invocando e promuovendo un passo indietro della politica politicante.
Un’impresa.
I marsalesi hanno bisogno e diritto di autodeterminarsi. La dobbiamo finire con le imposizioni stabilite nelle botteghe oscure. Che non è il vecchio indirizzo del Pci, ma luoghi innominati e innominabili dove vengono fatte le scelte, precedute da indiscrezioni che servono a sondare il terreno e depistare. A vedere cosa fa il nemico. Ma chi è il nemico?
La politica si fa sulle cose concrete.
Porto, aeroporto, parcheggi, prospetti, autobus, treni, strade, scuole, ospedale, cultura, turismo. Di tutte queste cose dobbiamo avere la consapevolezza che ci sobbiamo mettere tutti insieme, che non è un modo qualunquistico, o un invito alla grande coalizione. Ormai categorie come destra e sinistra sono sepolte. Sul piano dell’amministrazione a Marsala serve un governo che metta tutti insieme i più intelligenti, non per forza laureati.
La prossima primavera si vota. Con le sue parole la gente può pensare che lei si vuole candidare sindaco.
Le autocandidature non esistono. Non sono disponibile a farmi massacrare. Non mi candido da circa 18 anni e mezzo. Mentre c’è chi in questi 20 anni si è sempre candidato, si è autoproposto in lista. Io non l’ho fatto e non lo faccio. Non significa però che rinuncio a dare un mio contributo da marsalese innamorato della mia città.
Si va a votare dopo l’amministrazione Adamo. Che giudizio le dà?
Sono stati solo due anni di amministrazione, non è possibile avere un giudizio completo. Ho cercato anche io di capire dove andava l’amministrazione. Forse è meglio chiedersi dove andrà la successiva amministrazione.
Facciamo il gioco della torre. Il segretario del Pd Alberto Di Girolamo, il presidente del consiglio comunale Enzo Sturiano, l’ex vice sindaco Antonio Vinci. Sono tutti là che ambiscono ad essere i candidati a sindaco del centrosinistra. Lei chi preferisce?
Non butto dalla torre nessuno. La città ha bisogno di primarie che non siano nè di partito nè di coalizione, che siano aperte a tutta la città. Senza distinzioni di schieramenti. Le persone che si sono fin qui rivelate sono tutte meritevoli, in base curriculum e consensi ottenuti, ma ognuno di quelli che si propongono farebbe bene a proporsi a nome della cittàa, non di un partito o di uno schieramento. Saranno i cittadini a giudicare. Basta che tutto si svolga in maniera trasparente, non pilotata, cosicchè i marsalesi si scelgano il loro sindaco, e non se lo facciano scegliere da altri.