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31/10/2014 06:32:00

Mancano i fondi, da Novembre musei siciliani a mezzo servizio. Il caso Selinunte

 Sono finiti i soldi per pagare i dipendenti e da Novembre i musei siciliani non saranno aperti la Domenica pomeriggio.Vale un po' per tutti. Dal Baglio Anselmi di Marsala al museo archeologico di Mazara che custodisce il Satiro, la Villa del Casale di Piazza Armerina e il museo Paolo Orsi di Siracusa e il museo archeologico di Selinunte e l'area archeologica della Cave di Cusa. Anche qui, dal primo novembre stop alle aperture pomeridiane nei giorni festivi. La Regione non ha infatti più i fondi per pagare lo straordinario al personale, che peraltro in molti casi ha anche superato il tetto massimo previsto dei festivi. Dunque nei giorni di festa i turisti rimarranno fuori dalle strutture. Il Baglio Anselmi di Marsala, come  il Parco archeologico di Selinunte, nelle giornate festive, dimezzano l'orario (resterà aperto solo dalle 9 alle 13). L'area archeologica delle Cave di Cusa, a Campobello di Mazara, invece rimarrà chiusa nelle giornate festive, mentre nei giorni feriali rimarrà aperta solo di mattina (dalle 9 alle 13).
 «Una logica dovuta alla necessità di razionalizzare le risorse - spiega il direttore di Selinunte Giovanni Leto Barone- che con la disponibilità dei dipendenti su base volontaria permette almeno di visitare il Parco per mezza giornata nei giorni festivi». L'area di Selinunte ha settanta dipendenti, quattro sono invece dislocati alle Cave di Cusa. In Sicilia a guardia dei 112 siti archeologici ci sono in totale 1545 custodi. Il museo archeologico di Agrigento ne ha 68, la casa natale di Pirandello 66, a Mazara il Satiro è custodito da 25 dipendenti, la Villa del Casale invece da 14 impiegati.

"La vicenda della rimodulazione degli orari del Parco Archeologico di Selinunte è una questione legata alle stesse motivazioni che valgono per il Museo del Satiro di Mazara del Vallo. Chiediamo che da parte della Regione Siciliana non ci sia la prosecuzione di un sistema gestionale che ha portato alla diminuzione del ruolo fondamentale nel nostro territorio della fruizione dei beni artistici”. Lo dichiara il Sindaco di Mazara del Vallo on. Nicola Cristaldi. “La chiusura in alcuni giorni festivi dell’area archeologica di Selinunte – osserva Cristaldi – è un danno d’immagine di gravi proporzioni per la Sicilia ed un danno economico per il nostro territorio. Se la gestione del Museo del Satiro passerà al Comune di Mazara del Vallo come noi auspichiamo il personale ‘ che si libera ’ può benissimo supplire alle necessità selinuntine. Al di là delle considerazioni strettamente legate al territorio – prosegue l’ex presidente dell’Ars - rimane la obbligatorietà di mettere ordine al settore gestionale dei Musei e delle aree archeologiche attraverso un protocollo d’intesa che assicuri l’apertura degli spazi espositivi non solo in tutti i giorni dell’anno ma anche per più ore durante la giornata. La chiusura di spazi espositivi ed aree archeologiche – conclude il Sindaco Cristaldi – costringe le attività commerciali limitrofe agli stessi spazi a non lavorare e questo non sembra la migliore cosa di cui ha bisogno la Sicilia”.

Anche il Sindaco  di Castelvetrano Selinunte, Felice Errante, è intervenuto sulla vicenda della rimodulazione degli orari del Parco Archeologico di Selinunte che porterà alla chiusura in alcuni giorni festivi dell’area archeologica. “Sono d’accordo con il collega sindaco On. Nicola Cristaldi che si tratta di un danno d’immagine di gravissime proporzioni per la Sicilia ed un danno economico per il nostro territorio- ha detto Errante- auspico che possa presto essere introdotta al parco quell’autonomia giuridica e finanziaria che è già stata formalmente riconosciuta, ma che dopo oltre sei mesi non è ancora operativa, atteso che non è stato ancora approvato il regolamento attuativo, e davvero non si capisce a chi imputare le gravi responsabilità del ritardo dell’iter amministrativo, che di fatto non consentono di poter attuare quell’autonomia finanziaria indispensabile per la piena valorizzazione del sito archeologico- continua il primo cittadino- I sindaci dimostrano ogni giorno di essere più efficienti, nonostante i grandi problemi dei propri enti, dell'amministrazione regionale, bloccata da una burocrazia dai tempi biblici. Il direttore del parco, Dott. Giovanni Leto Barone, e la presidente del Comitato Tecnico Scientifico, dr.ssa Paola Misuraca avanzino formale richiesta di unità per consentire le aperture nei giorni festivi  e questa amministrazione provvederà all'invio del personale necessario dai propri ruoli. Appena mi sarà concesso un incontro con il nuovo assessore regionale ai beni culturali chiederò a lui quali compiti, e dove sono gli oltre 30.000 impiegati regionali".

«Come al solito - hanno spiegato i vertici del Sadirs, il sindacato autonomo dei dipendenti della Regione - c'è il tentativo di far passare queste possibili chiusure nelle giornate di domenica e festivi, come colpa dei dipendenti regionali, in particolare dei custodi. Vengono evocati gli straordinari come se il problema fosse la "bramosia" di risorse economiche da parte del personale». Invece il segretario regionale aggiunto Giuseppe Salerno, il coordinatore regionale Giuseppe Di Paola e il segretario provinciale di Agrigento Giovanni Coco danno un'altra lettura di quanto sta accadendo: «Il personale della Regione siciliana è regolato da un contratto di lavoro, scaduto da oltre 7 anni, dove oltre la metà degli impiegati ha stipendi di 1000-1200 euro al mese. Il problema dei festivi è strutturale e di diritto. In particolare, così come le ferie sono un diritto irrinunciabile, anche il ricorso all'utilizzo del lavoro nei festivi è regolamentato per non superare il 33% dei festivi e domenicali nell'arco di un anno. Negli anni passati - hanno aggiunto - c'erano intese, che derogavano al 50% l'opportunità di ricorso al lavoro festivo, limitando quindi i disagi di possibili chiusure dei siti, al minimo. Ad inizio di questo 2014 però, dopo l'interessamento del governo regionale, di porre una soluzione alla questione, abbiamo dovuto assistere ad estenuanti riunioni all'assessorato ai beni culturali ma siamo a novembre e siamo arrivati a un nulla di fatto. I sindacati avevano proposto di modificare il contratto, ma davanti all'indolenza non possiamo disattendere le leggi, che vanno rispettate da chiunque. Quindi se i turisti o i cittadini dovessero trovare le porte dei siti chiusi, non prendetevela con i dipendenti, ma con la politica».