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31/10/2014 17:57:00

31 ottobre. Giornata della Riforma

Si avvicinano le celebrazioni dei 500 anni della Riforma. Nel 2017 sarà trascorso esattamente mezzo millennio da quel 31 ottobre 1517, quando il frate agostiniano Martin Luther affisse al portale della cattedrale di Wittemberg le “95 tesi”.

La chiesa cristiana di Roma si proponeva di polverizzare queste critiche come aveva fatto, in precedenza, con altri movimenti di dissenso.  Di tanto in tanto, infatti, all’interno della cristianità europea, tenuta sotto stretto controllo dalla chiesa cattolica romana, sorgevano gruppi di fedeli che proponevano di riprendere una libera ricerca  nella interpretazione e comprensione dei  Vangeli  e nella “sequela Christi”,  cioè nel modo di vivere per cercare di imitare, per quanto possibile, l’esempio di Gesù.

“No!”, diceva la chiesa di Roma, “ sono io che vi dico come interpretare i sacri testi; e sono io che vi indico e autorizzo i modelli di vita più adeguati alla imitazione di Gesù”.  E continua a dirlo fino ad oggi, secondo decennio del XXI secolo.

Ma non è riuscita a realizzare il proposito di distruggere il movimento riformatore innescato dalle contestazioni di  Martin Luther, che, da teologo esperto in sacra scrittura,   si proponeva di riformare la chiesa “romana”, non di separarsi da essa. Non vi riuscì anche perché  la contestazione religiosa si volse  in scontro politico. I prìncipi tedeschi si schierarono a sostegno delle tesi luterane contro l’imperatore che sosteneva Roma. Ne seguirono cento anni circa di “guerre di religione”, che insanguinarono e devastarono l’Europa.  Due fondamentalismi si scontravano con  ferocia e demonizzazione  dell’avversario. Più o meno quello che stanno facendo, oggi , i combattenti dell’Isis contro gli “eretici” sciiti e chiunque altro venga considerato “infedele” e, quindi, servo del demonio.

Insomma, l’ eresia luterana si consolidò.  “Eresia” significa, nella sua radice greca, “ricerca”, “scelta”.   “Eretico” è colui che opera delle scelte. E non puoi fare, tu personalmente, delle scelte, se non sei libero di ricercare e, appunto, di scegliere. E per scegliere devi trovarti davanti diverse opzioni  che ti suscitano domande e dubbi.  La caratteristica dell’eretico è il dubbio e la libertà, egli è “colui che si mette a cercare”. La chiesa cattolica, chiamandoli “eretici”, riconosceva la loro scelta di fondo; combattendoli negava la legittimità di tale scelta.

Oggi – XXI secolo -  i luterani nel mondo sono circa 70 milioni, diffusi soprattutto nell’Europa del Nord;  li hanno seguiti altri “eretici”:  calvinisti, anglicani, battisti, puritani; in tempi più recenti, i metodisti; oggi, la variegata fioritura dei movimenti pentecostali.  La voglia di ricerca, l’esperienza  eretica si dilata e ramifica.

D’altro canto, la grande e potente chiesa cattolica di Roma non è riuscita a distruggere nemmeno i “valdesi”, malgrado sette secoli di persecuzioni, dal ‘200 in Francia al 1848 in Piemonte, dove i valdesi si erano ridotti, asserragliati fra le montagne che confinano e comunicano con la Francia.

Si tratta di un piccolo movimento nato del Duecento nel Sud della Francia e diffusosi con il nome di  “I poveri di Lione”.  Predicavano la povertà come scelta di vita, la libera interpretazione della Bibbia – tradotta nella lingua parlata dai fedeli - , l’eliminazione di ogni gerarchia e del sacerdozio, l’effettiva equiparazione dei sessi. Poi presero il nome dal più eminente dei loro iniziatori, Valdo di Lione.

Oggi, le differenze di fondo tra la  chiesa cristiana “cattolica” e le chiese cristiane “protestanti” rimangono nette, per esempio sul primato del papa, sulla questione dei sacramenti, sulla equiparazione delle donne, sul principio della “sola scriptura”.

“Sola scriptura” significa, per i protestanti, che il cristiano, per la comprensione della propria fede, si rivolge esclusivamente ai testi sacri, che interpreta con la propria – personale e responsabile – intelligenza critica. Certo, si avvale di tutti gli aiuti che possano venirgli dalla comunione dei fedeli, dagli studiosi, dalla tradizione. Ma la “tradizione” è soltanto una delle tante risorse della “eresia”, cioè della ricerca, ma non ha alcuna speciale autorità, come invece accade nella chiesa cattolica, che considera  la Tradizione ( con la maiuscola) una delle due “fonti della fede”. L’altra fonte è costituita dalla Sacre Scritture.

Il cosiddetto Ecumenismo – un movimento culturale che negli ultimi decenni spinge le chiese cristiane a confrontarsi e dialogare, invece che a combattersi – ha eliminato  finalmente anche gli strascichi di quei contrasti che riempirono l’Europa del ‘500 e del ‘600 di feroci guerre di religione ( intrise di politica e volontà di dominio, come tutte le guerre).

Si continua a polemizzare, ma si è capaci persino di studiare assieme il perché delle differenze e di promuovere traduzioni comuni dei testi sacri.  Insomma, ci si contrasta, ma con tanta buona educazione e voglia di reciproca conoscenza.

A Roma è pur sempre il papa che ha l’ultima parola nelle scelte; e quando vada in una direzione che i protestanti rifiutano e quando vada ( o sembri andare) là dove anche i protestanti sembra stiano andando.

Magari possiamo fare dei cammini assieme, appaiati su due strade parallele e vicine ( per esempio, sui temi della pace, della giustizia per i poveri e per i deboli, sulla esegesi sempre più accurata dei testi sacri)  ma nella nostra corsia procede una comunità di eguali sempre in fermento e in mutamento, mentre nell’altra corsia precede il capo ( papa ) poi una schiera di gerarchi, infine la folla dei fedeli, ultime le donne; brividi di mutamento cominciano a serpeggiare anche in questa lunga strada.

Non è detto, però,  che una comunità di eguali sia esente da errori. Non puoi vivere l’eguaglianza senza vivere la libertà, che però può portarti ad un ribellismo  che  distrugge la comunità.  Noi valdesi abbiamo dovuto darci delle regole ( che non a caso chiamiamo “Discipline”) molto rigide proprio per garantire procedure democratiche e rispettose dell’autonomia di ogni chiesa locale e di ogni singolo/a fratello/sorella nella fede, ma garanti, al contempo della unità complessiva. Così, ci siamo imposti la verifica e la elezione annuale dell’organo di coordinamento, denominato Tavola valdese.

Molte chiese protestanti sono tentate, a volte, di affidarsi a capi carismatici, finiti nella paranoia di autoconsiderarsi gli autentici interpreti della volontà di Dio. Non  è strano che sorgano individui del genere. L’umanità appare  sempre costellata di falsi profeti, sempre fanatici. E’ strano,invece, che comunità di cristiani protestanti, quindi educati al principio della “sola Scriptura” e della responsabilità personale, si affidino a “capi”, che non sono nemmeno passati attraverso la rigida selezione con cui viene scelto, almeno negli ultimi cento anni, il papa cattolico. Basti pensare a quante chiese protestanti degli U.S.A. , trascinate da predicatori televisivi fondamentalisti, sostennero,  come si trattasse di una “guerra santa”, le aggressioni all’Afghanistan e all’Iraq.

Tutto è in movimento.

Il ruscello nato dalla predicazione e dall’esempio di Gesù di Nazaret scorre attraverso l’umanità, percorre un suo alveo, poi si dirama in tanti bracci, forma laghi, cascate, turbinosi torrenti e immobili acquitrini, si placa in una lunga e verde valle, riprende, diviene un rigagnolo per fossi petrosi o melmosi, laggiù sfrigola e scompare fra le sabbie, dall’altro lato scorre impetuoso verso…non lo sappiamo.   Quale momento di questa corsa noi stiamo vivendo? Questo è il nostro dubbio, la nostra domanda.

 Giovanni Lombardo    -