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09/11/2014 06:30:00

Trapani, gettone di presenza, le note dei consiglieri comunali

 Pubblichiamo di seguito le note dei consiglieri comunali di Trapani Salvatore Pumo, Michele Cavarretta e Totò La Pica sull'aumento del gettone di presenza deciso dal Consiglio comunale. 


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Il grande clamore mediatico che sta suscitando la recente determinazione consiliare in merito “all’aumento del 30 per cento del gettone di presenza” mi induce a rimettere all’opinione pubblica quanto già avevo aprioristicamente deciso oltreché chiaramente manifestato nelle mie dichiarazioni di voto. E cioè che devolverò l’intero corrispondente “aumento” a scopi benefici e più precisamente alla comunità “Servi di Gesù povero” di suor Maria Goretti, ad ulteriore sostegno di tutto ciò che il sottoscritto, nei limiti delle proprie possibilità, ha già offerto in passato nell’ambito di un profilo di opportuna riservatezza, condizione quest’ultima che avrei assai gradito mantenere.

Salvatore Pumo

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Lettera Aperta sul gettone di presenza
 

 

Si sta determinando un clima di falso moralismo e di populismo a costo zero che non intendo subire. Sulla vicenda del gettone di presenza non ritengo di avere nulla da farmi perdonare, ritengo che lo stesso valga per i colleghi d’aula, e nulla di cui vergognarmi. Mi auguro che su questa vicenda si possa parlare con i fatti e non con le strumentalizzazioni. E' facile prendersela con i consiglieri e gridare agli sprechi ed alla crisi imperante. Ed allora bisogna mettere le cose in chiaro. Il gettone è stato ridotto a 66 euro lorde nel 2012 e nel 2013 perché il Comune aveva sforato il patto di stabilità interno (2011/2012) ed erano scattate le sanzioni, tra queste, anche la decurtazione del gettone di presenza. Quindi nei due anni in questione abbiamo percepito 66 euro a seduta. Il regolamento dello status di consigliere legava il nostro gettone all’indennità effettivamente percepita dal sindaco e, tra l’altro, non consentiva di rifiutare il gettone. Mi spiego meglio. Il consigliere era obbligato a prendere la somma, poi, poteva farne ciò che voleva. E’ un dato che abbiamo modificato. Ma torniamo al gettone. Nel 2013 il Comune ha rispettato il patto di stabilità interno, di conseguenza non era più soggetto a sanzioni. Risultato importante per la salvaguardia delle casse dell’amministrazione, ma con una novità sostanziale. Sia le indennità di sindaco, giunta e presidente del consiglio, che il gettone di presenza del consigliere sarebbe potuto tornare alla normalità, che è di 94 euro a seduta, sia d’aula che di commissione. Né il sindaco, né la giunta, né il presidente del consiglio e neanche noi consiglieri abbiamo voluto sfruttare ciò che tuttavia la legge ci garantiva. Le indennità ed il gettone sono rimasti gli stessi che avevamo percepito quando il patto di stabilità era stato sforato. C’è da aggiungere che la Corte Costituzionale, nel frattempo, ha annullato le sanzioni che avevano ridotto il gettone. Ognuno di noi ed anche gli ex consiglieri avrebbe potuto chiedere la differenza. Io non l’ho fatto e credo che anche gli altri abbiano scelto di seguire questa strada, salvo poche eccezioni. Ma non entro nel merito perché non ho dati ufficiali. A luglio il consiglio ha deciso di modificare il regolamento sullo status del consigliere ed ha collegato il gettone di presenza al 30% dell’indennità massima del sindaco e non più di quella effettivamente percepita. Nessuna regola è stata violata o forzata. E’ una previsione di legge che il consiglio ha voluto adottare per essere autonomo rispetto alle scelte del sindaco pro tempore. Il massimale mensile è così passato da 1.200 a 1.700 euro circa. Stiamo parlando di cifre al lordo. Il consiglio ha così deciso di ridurre il gettone per seduta da 94 ad 87 euro. Ha deciso anche che il consigliere può, se vuole, lasciarlo quando lo ritiene opportuno ed inoltre che non può più accampare diritti per il passato. E’ stato infine deciso che il nuovo sistema sia operativo dal primo gennaio del 2015. Questi sono i fatti. Così come è un fatto che il ruolo del consigliere non si esaurisce nelle sedute di consiglio e di commissione. Non stacchiamo fattura quando interveniamo nella qualità durante la giornata perché sollecitati dalla cittadinanza. Non stacchiamo fattura quando siamo chiamati ad esaminare gli atti amministrativi fuori dal confronto consiliare e di commissione. Possiamo tutti fare populismo. Potrei dire di abolire qualsiasi indennità, cominciando dalle quelle dei parlamentari. Potrei affermare che parte del mio gettone sarà devoluto in beneficenza. Si possono dire tante cose per ottenere un applauso facile. Ma credo che sia responsabile invece riflettere sul fatto che tutti noi ci siamo messi a disposizione della nostra comunità e che ci siamo candidati. Nessuno ci ha messo lì con una nomina. Mi auguro che anche altri colleghi non si facciano prendere dalla facile demagogia. E’ il momento della responsabilità. Personalmente non ho nulla da nascondere. Ho definito e circostanziato ciò che è accaduto ed in parte ciò che accadrà. Vedremo nel mese di febbraio quale saranno i conti reali, chi avrà detto una cosa e poi ne avrà fatta un’altra, dopo avere annunciato rinunce e magari criticato quello che invece ha votato o ha consentito di votare. Il gettone viene percepito quando si partecipa al consiglio o alla commissione. Non è una indennità fissa. E’ bene chiarire anche questo. In conclusione, mi assumo pienamente la responsabilità di ciò che ho fatto e votato. Poi saranno gli elettori ed i cittadini trapanesi a dire se ho agito bene o male. Ma non accetto lezioni di morale da nessuno.

Michele Cavarretta

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In merito alle dichiarazioni apparse  sugli organi di stampa fatte dal Consigliere comunale del Pd Enzo Abbruscato, che mi chiama in causa in seguito al comunicato del Sen. Antonio D’Alì riguardo l’aumento del gettone di presenza al Consiglio Comunale di Trapani, mi preme precisare quanto segue: il voto di astensione del Pd - come Abbruscato sa - non nasce come sostiene lui per differenziarsi dagli altri ma per evitare ulteriori spaccature interne al gruppo Pd al Consiglio Comunale di Trapani visto che qualcuno di loro era favorevole all’aumento, è vero che hanno bocciato l'emendamento che è diventato il perno dell'atto deliberativo, allora perché non continuare a votare negativamente la delibera così come è stata emendata invece di astenersi. Al riguardo voglio lanciare un messaggio al Presidente del Consiglio Comunale, affinché faccia predisporre dagli uffici atto deliberativo di revoca della delibera sulla determinazione del gettone di presenza, così come è stata emendata ed approvata da una maggioranza di 15 consiglieri il 30 ottobre, probabilmente non si salva la faccia per quello che è stato fatto, ma sicuramente si evita un ulteriore aggravio delle uscite dalle casse comunali, visto che per forza di cose si taglia in tutto e poi si aumenta il gettone di presenza dei consiglieri comunali.

Totò La Pic