Questa si che è una notizia. Il Pd siciliano si è riunito, con Rosario Crocetta, e per la prima volta da due anni non sono volati nè insulti nè sedie. Forse davvero allora qualcosa è cambiato nel rapporto tra i democratici e il governatore? Lo vedremo nei prossimi giorni. L'assemblea era diretta dal presidente, Marco Zambuto, che non ha nascosto la sua amarezza per essere stato costretto a dimettersi da sindaco di Agrigento per un condanna ribaltata in appello. Ha assistito ad una parte del dibattito il sottosegretario all'Istruzione, Davide Faraone.
«Con la nascita del nuovo governo Crocetta - ha sottolineato Raciti -chiudiamo un lungo periodo faticoso segnato da un duro scontro al nostro interno e apriamo una nuova fase politica: il Pd oggi ha sulle spalle una responsabilità più grande. Abbiamo vissuto mesi in una battaglia profondamente politica non per questioni correntizie o posizionamenti per posti al sole, ma per visioni di analisi differenti rispetto alle risposte del Crocetta bis. Dentro questa contrapposizione oggi invece registriamo un punto di svolta significativo, quel governo su cui ci siamo divisi non c'è più, è stato azzerato e questo ha permesso di aprire una nuova fase. Questa è una vittoria di tutto il Pd e del presidente della Regione. Abbiamo un governo di alto profilo e di profonda legittimazione politica».
«Ci tenevo ad essere qui oggi - ha rilevato Crocetta dopo mesi di liti, finalmente facciamo pace. Non penso che i litigi fossero immotivati e non li abbiamo chiusi con un generalizzato "volemose bene". Questi primi due anni di governo sono stati un'utile palestra. Abbiamo trovato la Sicilia sull'orlo del baratro. Oggi ci sono le condizioni, dopo avere destrutturato, per costruire un nuovo edificio. Dobbiamo consolidare l'alternativa e riavvicinare i siciliani alla politica. Sulle riforme la penso come Renzi: chi ci starà bene, altrimenti andrò avanti da solo. Sono aperto al confronto, ma non ai tavoli infiniti».