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03/12/2014 00:10:00

Messineo: "Messina Denaro un residuo di quando ancora esisteva la Cupola"

 L’organizzazione verticistica di Cosa nostra «è prossima al collasso», ma - per l’ex procuratore capo di Palermo, Francesco Messineo - «sul territorio restano gruppi autonomi di mafiosi che hanno la stessa propensione a delinquere del passato Non è escluso che questi gruppi possano ricorrere più frequentemente alla violenza per regolare i propri conti «ma non sono capaci di un attacco frontale allo Stato» e gli allarmi recenti per presunti attentati al tritolo potrebbero essere «il colpo di coda di fronte ad un’imminente dissoluzione». C’è stata «una mutazione» dice il magistrato in pensione, condividendo in parte l’analisi dello storico Salvatore Lupo su un’imminente sconfitta di Cosa nostra, ma con meno ottimismo. «A una società liquida corrisponde una mafia che si sgretola», anche per via della cattura dei grandi capi. Resta il fantasma di Matteo Messina Denaro, ma solo come ultimo baluardo della «vecchia» Cosa nostra. Messineo è stato intervistato dal Giornale di Sicilia. Ecco il testo:

Lo storico Salvatore Lupo ha parlato di un’imminente sconfitta di Cosa nostra, lei, alla luce della sua esperienza a capo della Procura di Palermo, cosa ne pensa?

«Ho letto con molto interesse le parole del professore Lupo ed entro certi limiti le condivido. Ma circa un’imminente sconfitta della mafia sono un po’ meno ottimista di lui. Credo cioè che dobbiamo compiere una distinzione tra la condizione di Cosa nostra e la condizione dei mafiosi».

In che senso?

«La mafia, come organizzazione criminale verticistica, è certamente vicina ad una situazione di forte crisi che, se non è la sconfitta, è qualcosa che ci somiglia molto. Può essere imminente il crollo della struttura organizzata, ma i mafiosi sul territorio sono ancora lì e continuano a fare ciò che hanno sempre fatto, imporre il pizzo, inquinare la vita pubblica, gestire traffici illeciti».