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06/12/2014 06:25:00

Sicilia, tutto bloccato alla Regione per il bilancio. Non basta il mutuo da due miliardi

 Tutto bloccato alla Regione per il bilancio 2015. Troppe nudi si addensano sul lavoro del governo Crocetta.  Il mutuo da due miliardi di euro che il governo regionale vuole chiedere allo Stato non salderebbe tutti i debiti della Regione nel settore sanitario. Perché non si conosce ancora l'entità del passivo accumulato anche negli anni 2012, 2013 e 2014. È quanto denunciato dal capogruppo di Forza Italia, Marco Falcone. I debiti, secondo alcuni calcoli, potrebbero lievitare a sette miliardi. Ma già con un nuovo mutuo da due miliardi, la sostenibilità debitoria della Regione sarebbe messa a rischio.

L'assessore all'Economia, Alessandro Baccei, lavora da giorni a Roma per avere garanzie, ma non avrebbe ancora ottenuto quanto sperato. Ed è per questo che la commissione Bilancio dell'Ars è stata rinviata a mercoledì della prossima settima, 10 dicembre. Entro il 31 dicembre bisognerà chiedere l'esercizio provvisorio, ma la Giunta non ha finora licenziato il Def, né il Bilancio 2015 né il disegno di legge di stabilità. 

Un'idea per risparmiare potrebbe essere quella di  abolire la legge che parametra al Senato il trattamento economico dei deputati dell'Ars.
Paolo Ruggirello, presidente del collegio dei Questori, ricorda che l'Ars ha ridisciplinato il trattamento economico dei deputati, superando il parametro con il Senato: «Nell'ottica della spending rewiew, sono stati recepiti integralmente i principi del Decreto Monti e sono state conformate al nuovo parametro le indennità dei deputati e dei componenti gli organi interni di vertice. Il riferimento al Senato è stato mantenuto solo per aspetti relativi a profili organizzativi della struttura interna, compatibile con le attuali condizioni di bilancio. Vi è stato anche uno scostamento in senso di ulteriore riduzione della spesa, stabilendo tetti ai trattamenti retributivi del personale più limitativi, su base pluriennale, rispetto agli analoghi trattamenti presso il Senato. L'Ars ed il Consiglio di presidenza hanno già ampiamente intrapreso il percorso di contenimento dei costi della politica richiesto giustamente dalla crisi che attraversa il Paese ed in particolare la nostra Regione».
Per Musumeci «La legge 44 è il simbolo di uno status di privilegio che le forze politiche si diedero ed hanno mantenuto in vita per quasi mezzo secolo. Votata alla vigilia del Natale 1965 in appena 5 minuti, senza dibattito in Aula e con una relazione dei proponenti di sole venti parole, oggi costituisce il retaggio di un privilegio che fa a pugni con l'uso largamente irresponsabile che si è fatto dell'Autonomia. Certo, sul piano operativo l'aggancio col Senato è stato superato in quest'ultimo anno, anche grazie alla sensibilità del presidente Ardizzone, ma quella legge va cancellata e sostituita, se si vuole anche nella forma testimoniare un'inversione di tendenza del nostro Parlamento».