DAL NOSTRO INVIATO - Almeno un milione di persone presenti a Parigi, forse due. Coloro che hanno partecipato alla manifestazione in memoria dei giornalisti di Charlie Hebdo e delle altre vittime dei tre terroristi, sfilando per le strade della capitale francese sono stati talmente tanti che neppure le autorità preposte sono state in grado di fornire un numero preciso. Ciò che è certo è che domenica 11 gennaio Parigi ha dato un segnale forte. Il messaggio trasmesso è chiaro e diretto: la Francia non ha paura e non si piegherà di fronte agli attacchi dei terroristi.
Il luogo d’incontro è Place de la Republique. Arrivare in metro o utilizzando altri mezzi pubblici è praticamente impossibile. Le strade sono bloccate, le forze dell’ordine sorvegliano ogni angolo della città e le fermate della metropolitana sono piene di gente pronta ad unirsi alla folla di manifestanti. La piazza è gremita. Ci si aspetterebbe una Parigi triste, con un’aria pesante, invece non è così. Avenue de la Republique è brulicante di gente in marcia. Le persone per le strade sorridono, si scambiano battute, scherzano. E’ come se volessero dare una risposta a chi ha cercato di terrorizzarli, colpendo l’emblema della satira parigina. Uomini e donne di qualsiasi età e nazionalità sfilano insieme. Tantissime sono le famiglie ed i bambini. Loro magari non riescono a capire l’importanza ed il valore di ciò a cui stanno partecipando, ma la loro presenza è la promessa più bella che si possa fare per un futuro diverso.
Innumerevoli i cartelloni con la dicitura “Je suis Charlie” o “Nous sommes Charlie” in tutte le lingue del mondo. Alcuni cartelli invitano alla riflessione, altri inneggiano alla pace tra i popoli. Tra tutti ce n’è uno che recita “Aux crayons citoyens!”, citando con una piccola ma significativa modifica la Marsigliese. Adesso la rivoluzione non passa per le armi come nel 1789; sono le matite, le penne, i fogli le vere armi del dissenso.
Le bandiere francesi sono appese alle finestre e vengono sventolate dai manifestanti. Molti portano un mazzo di fiori in segno di rispetto, mentre altri hanno deciso di avvolgere la bandiera del proprio paese d’origine attorno al collo per dimostrare la propria presenza e vicinanza.
Il silenzio composto della marcia viene interrotto dai numerosi applausi in favore di Charlie Hebdo e delle altre vittime. Di tanto in tanto, si alza un coro che parte piano e si intensifica progressivamente: “Charlie, Charlie, Charlie” gridano i manifestanti. E’ un modo per dimostrare di essere presenti nel ricordo.
Se l’obiettivo dei terroristi era quello di gettare nello sconforto l’intera città, la loro missione è fallita. Parigi ed i suoi manifestanti cristiani, ebrei, musulmani o atei hanno risposto. E’ una risposta che rivendica libertà, che pretende uguaglianza e che basa la propria forza sulla fratellanza. Ancora una volta, i tre valori portanti della società francese.
Giovanni Marco Maggio