Nomi del calibro di Ugo Saitta, Gianfranco Mingozzi, Massimo Mida e Folco Quilici. Salemi ricorderà attraverso le loro pellicole il 47^ anniversario del terremoto che distrusse gran parte dei paesi della Valle del Belìce. L’appuntamento è per le 18 di mercoledì 14 gennaio, presso il Centro per il cinema indipendente ‘Kim’, dove verrà proiettata la rassegna di documentari dal titolo “1968/2015: a quarantasette anni dal terremoto nel Belìce”. I documentari provengono dall'archivio di Belìce/EpiCentro della Memoria Viva (Gibellina). I documenti proposti rimandano i periodi antecedente e successivo al terremoto, facendo riflettere lo spettatore su cosa sia stato stato realmente il sisma: ognuno con il proprio modo di narrare e raccontare.
Questi i documentari previsti nella rassegna, che rientra nel ciclo di iniziative “Costruire visioni” voluto dall’assessorato alla Cultura del Comune di Salemi, guidato da Giuseppe Maiorana:
COL CUORE FERMO SICILIA, di Granfranco Mingozzi, (24') 1965
Inchiesta nata da un'idea di Cesare Zavattini, con un efficace commento di Leonardo Sciascia, analizza in profondità i problemi della Sicilia: l'arretratezza economica e culturale, l'analfabetismo,
le condizioni di lavoro insostenibili, i fanatismi millenari, la violenza mafiosa. Il fenomeno della
mafia, che è il maggiore ostacolo allo sviluppo della regione, analizzato nelle sue ragioni politico-sociali, è visualizzato con una sequenza di scatti fotografici e la ripresa dal vero di fatti delittuosi che hanno segnato la vita di queste terre: l'uccisione sistematica dei sindacalisti, il regolamento dei conti tra mafiosi, le sanguinose faide familiari. Ha un'origine particolare: nel 1963 Cesare Zavattini volle fare con Gianfranco Mingozzi un film su Danilo Dolci, prodotto da De Laurentiis, ma nel mezzo delle riprese il produttore si tirò indietro; un gruppo di amici finanziò la continuazione dei lavori, ma poiché fu impossibile sbloccare il materiale in mano a De Laurentiis, Mingozzi ricavò Con il cuore fermo, Sicilia che gli fece vincere il Leone d'Oro alla XVII Mostra Internazionale del Documentario di Venezia.
IL TERREMOTO DEI POVERI, 1968 (3') di Ugo Saitta, Cinegiornale, Istituto Luce
Cinegiornale sul terremoto della Valle del Belìce.
NUOVO IMPEGNO, di Massimo Mida, 1968, (13'), UNITELEFILM
Le immagini di Massimo Mida in Nuovo Impegno, mostrano l’attività dei giovani volontari che sono venuti da tutta Italia ad aiutare le popolazioni colpite dal sisma del 1968 che rase al suolo quattro comuni e lesionò più o meno gravemente altri dodici. In una situazione in cui i soccorsi arrivano disorganizzati e in ritardo l’unica soluzione è la collaborazione che, dato l’eco internazionale della catastrofe, si raccoglie nella Valle del Belìce dalle città più lontane d’Europa. L’impegno si concretizza e organizza sulla base delle necessità effettive delle popolazioni terremotate e non sul senso di bisogno percepito da coloro che sentono la notizia da lontano. Questo l’occhio dietro la macchina da presa che raccoglie la testimonianza dei bisognosi e di coloro che offrirono aiuti
sostanziali.
ITALIA VISTA DAL CIELO: LA SICILIA, di Folco Quilici, 1970 (30')
L'Italia vista dal cielo è il titolo di una serie di 14 documentari realizzati da Folco Quilici dal 1966 al
1978. Tali filmati, richiesti, sponsorizzati e finanziati dalla Esso italiana, avevano l'obiettivo di
ritrarre le bellezze paesaggistiche, artistiche e architettoniche di ogni regione dell'Italia con riprese
aeree effettuate tramite elicottero. Il documentario dedicato alla Sicilia è un susseguirsi di ambienti naturali e geografici diversi, raccontati dalle riprese di Folco Quilici e descritti dal grande autore siciliano Leonardo Sciascia. Un viaggio attraverso la storia della Sicilia, delle sue civiltà, dei suoi aspetti controversi che la rendono unica e proprio per questo incantevole. Il filmato di Quilici, le sue descrizioni realistiche ed emozionanti regalano allo spettatore la possibilità di avvicinarsi e di conoscere i numerosi luoghi dell’isola, le sue molteplici sfumature che si svelano in tutta la loro autentica bellezza.
BELìCE/EPICENTRO DELLA MEMORIA VIVA
Belìce/Epicentro della Memoria Viva è uno spazio aperto e sempre “in costruzione” perchè nasce
non come “museo” ma come luogo aperto e vissuto dalla gente, un luogo in continua evoluzione
che si arricchisce di nuovi contributi di chi vive o chi “passa” dal Belìce: ognuno potrà portare e
condividere pezzi di storie personali che diventano memoria collettiva. Lo spazio contiene e offre alla fruizione video, racconti, disegni, fotografie, documenti che rappresentano la coscienza storica della gente del territorio belicino e racconta storie importanti e poco conosciute di lotte e mobilitazione popolare prima e dopo il terremoto del 1968. La storia che racconta parole, immagini e segni inizia negli anni 50 con Danilo Dolci e Lorenzo Barbera, attraversa un trentennio fondante della storia locale ma anche italiana, perchè il Belìce fu in quegli anni un laboratorio innovativo di pratiche di agire sociale che è importante oggi conoscere, per riflettere sul presente che stiamo vivendo.
Per saperne di più: www.epicentrobelice.net