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12/02/2015 07:36:00

L'Asp di Trapani licenzia due medici condannati per truffa

 Ad "appena" un anno dalla condanna per truffa e associazione a delinquere, due medici in servizio all’Azienda sanitaria provinciale di Trapani sono stati licenziati dalla Direzione strategica aziendale.
L’applicazione della sanzione del licenziamento senza preavviso si è avuta al termine del procedimento disciplinare avviato dall’azienda il 26 aprile 2012 e riavviato l’11 agosto 2014, nei confronti di Giacinto Raspanti, dirigente medico di Neurologia al presidio ospedaliero di Trapani e di Angelo Rizzo, dirigente medico di Ortopedia al nosocomio di Marsala.

I due professionisti erano stati condannati dal tribunale di Trapani, con sentenza del 10 dicembre 2013, rispettivamente a 5 anni e a 5 anni e 3 mesi di reclusione perché riconosciuti colpevoli di associazione a delinquere, truffa, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici.
“Con la sentenza è risultata provata – si legge nel provvedimento – la penale responsabilità dei dipendenti per numerosi episodi di truffa e falso posti in essere nell’ambito di una associazione a delinquere finalizzata all’ottenimento di risarcimenti non dovuti da parte di compagnie assicurative, attraverso la presentazione di richieste di liquidazione corredate di false denunce e falsa documentazione, anche sanitaria, che a seconda dei casi prospettavano l’esistenza di sinistri in realtà mai verificatisi e pertanto di patologie inesistenti, o ingigantivano artatamente le conseguenze di incidenti reali ma di modestissima entità”.

I provvedimenti sono stati firmati dal direttore generale dell’ASP trapanese Fabrizio De Nicola. “Dispiace dal lato umano – spiega De Nicola – ma sono stati commessi fatti in violazione dei doveri inerenti al pubblico servizio, e la qualifica rivestita all’interno della struttura pubblica ha agevolato la commissione di questi reati. Sebbene si tratti di sentenza di primo grado – conclude - è venuto oggettivamente meno il rapporto di fiducia tra amministrazione e dipendente e abbiamo ritenuto di applicare quanto previsto dal contratto collettivo di lavoro della dirigenza medica”.