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17/02/2015 06:25:00

Rifiuti. Bilanci, consulenze, vertenze. I numeri della Trapani Servizi

 C’è l’aspetto societario, i dubbi sulla gestione del ciclo dei rifiuti, i costi, le consulenze, gli incarichi legali, il comportamento dell’amministratore delegato. C’è tanta roba nella relazione finale della commissione d’inchiesta del consiglio comunale di Trapani sulla Trapani Servizi, la società partecipata, interamente del Comune di Trapani, che gestisce la raccolta rifiuti in città. La relazione si divide tra critiche e proposte sul sistema dei rifiuti e dovrà essere discussa in consiglio comunale.
Il primo dato che emerge dalla relazione è la bocciatura unanime della commissione all’amministratore delegato della società partecipata, Mario Carta: “La commissione ha dovuto constatare un atteggiamento non consono, per certi versi provocatorio e dilatorio, da parte della partecipata e dell'amministratore delegato in particolare, prova ne è il fatto che per avere una parte della documentazione richiesta, si sono dovuti attendere tempi lunghi, determinando la necessità di una proroga della scadenza dei lavori della commissione”.

La commissione d’inchiesta ha esaminato la situazione della Trapani Servizi a cominciare dal 2010, anni in qui la società è diventata totalmente di proprietà del Comune che ne aveva rilevato il 49% da Italia Lavoro. Il comune decise di versare alla società dei rifiuti una somma di 2,4 milioni di euro con l’impegno di completare, a proprio carico, la vasca “F” della discarica di Borranea e dell’esclusivo utilizzo della stessa da parte del Comune di Trapani.

Poi ci si è concentrati sul personale. Vera patata bollente in questi anni, con numerose cause davanti al Tribunale del Lavoro intentate dai dipendenti contro il Comune. Alla Trapani Servizi, scrive la commissione, non c’è un vero capo del personale. Da quando la partecipata è diventata interamente pubblica è stato l’amministratore delegato, in sostanza ad assumere tale ruolo, “cozzando in maniera evidente e grave, con i principi di garanzia e trasparenza che un’azienda, anche se S.P.A., ma con capitale pubblico, dovrebbe sempre avere”. La relazione sottolinea infatti che “l’A.D., che è una nomina politica, non può e non deve avere questo potere discrezionale sulle eventuali liti riguardanti il personale della società, come purtroppo ancora oggi accade”.
Sono 150 i lavoratori della Trapani Servizi. Assunti a tempo determinato in passato. Poi sono state avviate delle cause da buona parte dei dipendenti, e altre sono ancora pendenti, risolte dal Giudice del Lavoro con la condanna della Trapani Servizi a risarcire e integrare i lavoratori. Per altri lavoratori si è scelto il percorso della transazione, accordando ai dipendenti, soprattutto dell’area amministrativa e per ruoli apicali, sostanziali avanzamenti di carriera, concedendo aumenti di livello di inquadramento piuttosto importanti. Tutto questo alla commissione non convince, “la società con capitale pubblico avrebbe dovuto agire con più cautela”. Ci sono poi i benefit ai dipendenti. Come il consueto ricorso all’elargizioni di un “superminimo” alle figure apicali. C’è poi quello che la commissione definisce “singolare”: la concessione di una premialità di 10.000 euro a un dipendente, per il raggiungimento dell’obiettivo “abbattimento dei costi di manutenzione mezzi aziendali”, inserito nell’accordo transattivo. A proposito di mezzi secondo i commissari non è proprio economicamente vantaggiosa la decisione di prendere a nolo i mezzi. “La Commissione - si legge nella relazione - ha constatato l’attivazione di gare per il noleggio di automezzi di elevato costo ed anche ripetuto che poco si addicono ad una società che svolge il servizio in convenzione con la Città di Trapani, praticamente, da 11 anni ininterrottamente”. La motivazione che avrebbe portato la società a noleggiare i mezzi piuttosto che acquistarli è che non si prevedeva un futuro per la società stessa. Viva l’ottimismo.

Perplessità anche per l’assegnazione di incarichi di consulenza.
Come quello per un consulente del lavoro, incaricato ininterrottamente dal 2001 fino a quando, nel 2006 è stato disdettato il contratto. L’indagine di mercato avviata dalla società ha portato all’incarico ad un altro consulente, ancora più costoso. Le numerose cause intentate contro la società ha portato la Trapani Servizi a dare numerosi incarichi ad avvocati. La commissione li ha raccolti ed elencati. Eccoli: Avvocati Ferdinando e Giuseppe Mazzarella, periodo 2004/2009 (n. 7 incarichi.) liquidati euro 191.560,69. Avv. Michele Cavarretta, 2004/2009 (59 incarichi) liquidati euro 93.403.10. Avv. Franco Campo periodo 2004/2014 (n. 35 incarichi) liquidati euro 163.694,94. Avv. G.nni Pitruzzella periodo 2004/2011( n. 10 incarichi) liquidarti euro 64.800,00. Avv. La Grutta Ludovico periodo 2004/2007 (n. 2 incarichi) Liquidati euro 9.375,69. Avv. Piacentino Massimo, periodo 2006/2009 (2 incarichi) liquidati euro 25.864,68. Avv. Carlo Comandè, periodo 2007/2012 (n.7 incarichi) liquidati euro 14.480,00. Avv. G.nni Liotti periodo 2010/2012 (n.3 incarichi) liquidati euro 13.443,28. Avv. Diego Di Liberti periodo 2010 (n.1 incarico) liquidati euro 12.480,00. Avv. Elio de Felice periodo 2013 (n.1 incarico) liquidati euro 7.976,97.

La Commissione ha esaminato poi gli ultimi bilanci e ha costatato che negli anni 2010 e 2012 la società partecipata ha riportato una perdita d’esercizio considerevole (593.542,00 euro/2012 – 981.620,00 euro/2010) così come evidenziato nella relazione acquisite. Il documento, aprovato all’unanimità dai commissari Enzo Abbruscato, Totò La Pica, Pietro Cafarelli, Vito Mannina e Nino Bono è stato trasmesso alla Corte dei Conti. Nella relazione ci sono anche delle proposte come quella di puntare sulla raccolta differenziata porta a porta e credere in una società che “ha futuro”. La commissione ha auspicato che si possa trasformare la gestione dei rifiuti da una emergenza a una risorsa per ridurre le tasse.