Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
04/03/2015 22:44:00

Santangelo incontra il Prefetto di Trapani: "No all'apertura di nuovi Cie"

«No all'apertura di nuovi Cie». E quanto ha detto Il senatore Santangelo, che ha incontrato il prefetto di Trapani per parlare di immigrazione.
“La provincia di Trapani – ha sottolineato l’esponente del Movimento 5 Stelle - accoglie quasi il triplo di migranti rispetto alla provincia di Palermo. Da un lato questo è senz’altro bello e positivo poiché dimostra la nostra capacità d’accoglienza; dall’altro, però, ciò rischia di ingenerare fenomeni di razzismo, nonché rischia di creare nuove forme di schiavitù, essendoci tutta questa forza lavoro in attesa di collocazione”. Santangelo ha lanciato l’allarme: “Il numero dei migranti in proporzione alla popolazione residente è diventato troppo elevato stante anche i tempi troppo lunghi delle procedure burocratiche per cui alcuni di loro, direi la maggior parte, rimangono dentro a un centro anche anni”. Da qui, pertanto, la proposta. “Quella ha rilevato Santangelo - di far arrivare a Roma, al ministro Angelino Alfano il nostro No secco e chiaro ad ulteriore aperture di centri nel Trapanese, finchè non si saranno risolte le problematiche relative ai tempi di attesa per il permesso di soggiorno e le richieste di asilo politico dei migranti già presenti. E’ giusto e opportuno – ha concluso il senatore – che tutta l’Italia sia solidale ed accogliente così come lo siamo noi e che si crei una rete efficiente di solidarietà, ma anche che i tempi di riducano al minimo per cui chi ha diritto di rimanere rimanga, chi no, invece, ritorni al suo Paese”.