Pochi giorni dopo l’attacco presso il Museo del Bardo, diversi velivoli si sono alzati dall’isola di Pantelleria, dove la Nato ha un centro radar e un aeroporto, ed hanno sorvolato la Tunisia fino ad arrivare nelle zone del monte Chaabmi, situato nella parte centrale del paese, al confine con l’Algeria, nel governatorato di Kasserine.
Sulle montagne vi sono le roccaforti dei jihadisti legati ad Ansar al-Sharia ed ad altri gruppi qaedisti, più volti scontratisi con l’esercito e le guardie di frontiera, ma autori anche di attentati come quelli del 2 settembre dello scorso anno, quando a Ezzouhour-Kasserine è stata tentata l’uccisione del deputato Mohamed Ali Nasri, del partito Nidaa Tounes, e del 28 maggio, quando è stata attaccata la casa dell’allora ministro dell’Interno Lotfi Ben Jeddou, sempre a Kesserine.
Non è dato di sapere se gli aerei hanno compiuto raid nella zona o se si sono limitati, com’è più probabile, a missioni di ricognizione: lo scorso 26 marzo il portale Flightradar24.com, che rileva il traffico aereo, ha riportato di un Super King Air Beech 300 decollato dall’isola italiana alle ore 10.00 ed ha continuato a volare sulla regione montagnosa di Chaambi fino alle 15.45 all’altezza di 22mila piedi, quando ha intrapreso la rotta di rientro.