Ci sono voluti quindici anni per fare un passo concreto verso l’istituzione dei Parchi archeologici regionali. Dalla legge 20 del 2000 ai decreti firmati qualche giorno fa dall’assessore regionale ai Beni culturali Antonio Purpura che fissano i confini territoriali dei costituendi parchi archeologici regionali. Sono quelli di Akrai, Eloro e Villa del Tellaro e anche Lilibeo Marsala. Non è altro che il primo tassello che dovrà portare all’autonomia gestionale dei due parchi. Quello di Lilibeo ricade interamente nel territorio di Marsala. Il secondo si estende nel Siracusano, tra i Comuni di Noto, Palazzolo Acreide, Avola e Buscemi.
L’idea dell’istituzione dei parchi è vecchia quindici anni, quella legge 20 del 2000 che fu firmata per tutelare l’area archeologica di Agrigento. Per contrastare l’abusivismo a ridosso della Valle dei Templi si è pensato all’autonomia gestionale, a più indipendenza e responsabilità per i direttori dei parchi. A Marsala la si attende con impazienza l’autonomia gestionale, per essere più indipendenti nella gestione del parco di Capo Boeo in cui sorge, tra gli altri, il decumano massimo, 28 ettari di reperti preziosissimi dell’antica Lilibeo. Ma che comprende anche il museo Baglio Anselmi, che custodisce la Nave Punica, e tutte le aree archeologiche della zona.
La firma dei decreti che definisce i confini territoriali per Purpura è “un passo importante verso l’istituzione dei parchi autonomi come prevede la legge regionale”. Per completare l’iter ci vorrà il parere del consiglio regionale dei Beni culturali e ambientali. Una volta ottenuto il parere i due parchi si uniranno agli altri due siciliani, quello di Selinunte e quello di Agrigento.
L’istituzione dei Parchi dovrebbe consentire di superare alcune difficoltà economiche nella gestione dei siti. Direttore del Parco, consiglio di amministrazione, Soprintendenza ai beni culturali, sindaci, guide turistiche, commercianti. Una sinergia che garantirebbe una gestione totalmente staccata dai bilanci regionali, e che potrebbe permettere più manutenzione, valorizzazione del Parco, accordi commerciali e servizi aggiuntivi. E poi potrebbe consentire di tenere sempre aperto il sito, come accade ad Agrigento. Ma non è così semplice come sembra. Anzi, è la stessa Maria Luisa Famà, direttore del Museo Archeologico Regionale Lilibeo di Marsala, a dire che l’istituzione del Parco potrebbe non essere risolutivo davanti ai problemi di apertura e chiusura.
“Non cambierà nulla per il personale di custodia. Quello che consente le aperture e le chiusure nei festivi nasce dalle concertazioni sindacali. Sono i sindacati che comandano, non il direttore del Parco che ha poco spazio di manovra. I sindacati non capiscono che così continuando la prospettiva è la privatizzazione”.
In questi mesi diverse figuracce sono state fatte per la chiusura domenicale del Museo Lilibeo. La direzione del Museo aveva proposto di tenerne metà aperto, la sala che ospita la Nave Punica, con tre custodi, che comunque sarebbero sempre di servizio, anche col Museo chiuso. Ma per i sindacati il minimo consentito era sei custodi. Una situazione che ha lasciato fuori parecchi turisti in questi giorni.