Il vero caso politico dell’estate, quello che potrebbe essere la spallata definitiva a Rosario Crocetta e al suo governo non è il diktat del Pd. Di falsi annunci dei democratici è piena la storia recente della Sicilia. Anche con Raffaele Lombardo i democratici facevano così: annunciavano di staccare la spina, indicevano referendum “alla greca” tra gli iscritti, perdevano tempo, pur di non affossare il governo e perdere tutto il cucuzzaro. La vera spina nel fianco, per Rosario Crocetta, è ancora una volta Pietrangelo Buttafuoco. Lo scrittore e intellettuale catanese è passato da poco dal Foglio al Fatto, ma continua con i suoi editoriali a mettere in evidenza tutte le contraddizioni del governo siciliano. Soprattutto dopo l’arresto di Tutino, il medico di fiducia di Crocetta, Buttafuoco pubblica un pezzo, venerdì scorso, in cui ironizza su una delle specialità del medico: lo sbiancamento anale… Ecco cosa scrive Buttafuoco:
Più che Gomorra, Sodoma. In merito alle recenti vicende siciliane, l’arresto di Matteo Tutino, il medico personale di Rosario Crocetta, c’è un dettaglio rimasto appeso: lo sbiancamento anale. Tutino, mago del body jet, il trattamento estetico che a Palermo – secondo la Procura – veniva messo in conto al Servizio Sanitario pubblico, con questa rifinitura destinata alla clientela vip aggiorna l’immaginario dei retrogradi, apre le finestre della mente e scava profonde prigioni al pregiudizio. Un dettaglio utile questo – e lo è – non certo per le indagini dei Nas ma per l’evoluzione dei costumi. Trattasi di un intervento a colpi di bisturi e suture per ingentilire l’orifizio d’evacuazione – al punto di farne un fodero di candida porcellana – e pare sia molto richiesto dai pazienti più scavallati a conferma di ciò che nei frastornati anni ’80 suonava ancora come profezia: “Il culo diventerà la fica del 2000!”. (…) Dopo Gomorra dunque, è l’epoca di Sodoma. E non è più questione di diritti, di amori uguali tutti fatti di uno stesso sì, ma di piacere, di squisito diletto in zona “ovale”. Così si legge nella trascrizione delle intercettazioni – “ovale” – laddove poi per “brasiliana” non s’intende più la depilazione pubica tanto in voga tra le signore degli anni ’90 bensì di modellamento del gluteo, portato ad altezza di scaldabagno. Ed è il gluteo maschietto, il protagonista, giusta sostituzione del fondoschiena femminile, quello che ai tempi del gallismo siciliano che fu, ai giovanotti ingravidabalconi – ammirando le ragazze a spasso – faceva dire: “Io per delle natiche così dare un miliardo!”. A fargli eco, un altro amico: “Uno? Due di miliardi!”. Tutta un’altalena di cifre in merito al popò – nel formato chitarra, quello delle donne – fermata dalla spietata considerazione delle signorinelle sempre spiritose: “Le natiche ci sono, sono i miliardi a mancare!”. Ecco, è il famoso mutamento di costume, e sebbene Crocetta sia stato un disastro alla prova del Governo, quanto a civilizzazione – anche grazie al suo medico personale – non gli si potrà negare un primato: avere consegnato coppole e lupare al sollazzo epicureo. E per fortuna a Sodoma, più che a Gomorra.
E poi, alla fine del pezzo, cita un episodio su Crocetta, che, in verità tra i giornalisti è girato in questi mesi:
“All’indomani della sua vittoria elettorale, il 29 ottobre 2012, Crocetta convoca la conferenza stampa per le ore 12 a Marina di Tusa, presso l’Atelier sul mare. È, questo, il bellissimo albergo di Antonio Presti, un sincero combattente sul fronte della lotta alla mafia che – dopo un’ora, dopo due e quindi tre – si muove a pietà verso il bivacco stanco dei giornalisti, va sotto al balcone della stanza del presidente e gli urla: ‘Bottana, scendi!’”. Ovviamente è detto per scherzare, naturalmente è fatto per giocare e Crocetta, infatti, sbuca dalle persiane, sorride e, cespuglioso di sonno e sogni – i colleghi tutti non potranno che confermare questa scena, rimasta nei loro taccuini – avvia la raggiante rivoluzione.
Ecco, su questo episodio sta succedendo il finimondo. Crocetta durante la direzione del Pd ha fatto un lungo monologo per difendere la sua omosessualità e per dire che contro di lui c’è una congiura omofobica. E oggi interviene pure lo stesso Antonio Presti, intervistato da Mario Barresi su La Sicilia:
Quel pomeriggio raccontato da Pietrangelo Buttafuoco su Il Fatto Quotidiano. Ce lo racconta? I giornalisti bivaccavano da ore a Tusa, Crocetta neo-governatore non usciva dalla stanza. A un certo punto lei lo chiama e gli dice... «… Niente. Tanto meno “buttana”. La scena non è mai avvenuta. È falsa». Ma Buttafuoco scrive che c’erano i giornalisti testimoni…«E perché allora non scrissero nulla? Sono tutti reticenti? Rosario sta riflettendo sulla querela, io pure. Ma il punto è un altro: quel giorno Crocetta non era a Tusa, ma a Palermo. È tutto falso». E allora cos’è, una congiura omofobica come asserito dal governatore nel sofferto intervento alla direzione del Pd? «Innanzitutto è una vigliaccheria. Io il signor Buttafuoco non lo conosco, forse l’avrò visto una volta. Ma non si può permettere di entrare in un rapporto nel quale io comunque, per stile e per statuto esistenziale, non oserei etichettare un presidente della Regione a quel modo in pubblico, al di là dell’amicizia che ci lega. Poi, in privato, posso dire quello che voglio. Ed è molto più grave l’offesa, dal retrogusto omofobico, alla privacy e alla dignità. Sono stato offeso io. Ed è stato offeso lui, che oggi fa il presidente della Regione ma un domani tornerà a essere una persona con la sua dignità. Anche se io mi sono dato una spiegazione di questo gretto attacco personale». Quale? «Che magari Buttafuoco usa quel termine, buttana, per chiudere il suo pezzo e rilanciare per assonanza il brand del suo libro, “Buttanissima Sicilia”. Per vendere qualche copia in più. E allora, caro Buttafuoco, non è che, commercialmente parlando, alla fine la vera buttana sei tu? »