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30/08/2015 06:30:00

Immigrazione. Pozzallo, Lampedusa e Trapani. Come funzionano i primi hot spot

 I migranti vengono prelevati al porto con i pullman e poi trasportati nei primi centri di accoglienza ed identificazione che l'Italia ha reso operativi. Per ora sono tre: Pozzallo, Trapani e Lampedusa. Lì i migranti vengono accolti con pasti caldi e cure mediche. Poi si passa alla fase della schedatura. Vengono prese le impronte digitali e l'anagrafica. Vengono ricostruiti i nuclei familiari, dove possibile, mentre i minori che viaggiano da soli hanno una 'corsia preferenziale'.

Lo scopo principale di questi centri è costruire una mappa di chi è arrivato sulle sponde dell'Europa. Per siriani, afgani o iracheni la richiesta di asilo è quasi assicurata. Provengono da Paesi in guerra e il fatto che la loro vita sia in pericolo è quasi una certezza, quindi l'iter burocratico è molto più veloce. Per chi invece proviene da altri Paesi c'è l'obbligo di dimostrare di essere perseguitato in patria per ragioni politiche, religiose, ma anche di orientamento sessuale.

Nelle strutture, gestite dal ministero dell'Interno, oltre alla polizia di frontiera lavorano anche gli uomini di Frontex, l'agenzia europea per la cooperazione nella gestione delle frontiere esterne. Il loro compito è coordinare i centri dei vari Paesi (per ora uno solo, in fase di costruzione, in Grecia, al Pireo) con Bruxelles. Ma ci sono anche gli uomini di Europol, che hanno il compito di identificare possibili minacce: delinquenti e terroristi che si sono infiltrati tra i migranti per entrare in Europa. Per questo sono fondamentali le banche dati comuni interne all'Unione. Infine ci sono gli agenti dell'Eso, L'autorità per la tutela del diritto all'asilo, che ha il compito di affiancare il personale italiano nel difficile compito di decidere chi ha il diritto di rimanere in Europa e chi non lo ha.

Per l'Italia si tratta dei primi tre centri a cui se ne aggiungeranno altri due, ad Augusta e Taranto. Lo scopo ultimo, come richiesto da Bruxelles e ribadito da Merkel e Hollande, è identificare tutti i migranti che sbarcano sulle coste dell'Italia o della Grecia. Ma il modello dovrebbe essere replicato su tutte le frontiere esterne, compresa quella ungherese. Ma questo sistema, fanno sapere da Roma, ha senso solo se in Europa ci saranno dei meccanismi obbligatori di redistribuzione, cosa che sembra ancora lontana.

 

Affaritaliani.it - 26/08/2015