di Fabrizio D'Esposito in “il Fatto Quotidiano” del 31 agosto 2015
A distanza di cinque secoli sembra la stessa ferocia dell’Isis islamico, se non di più. Da un resoconto dell’epoca: “Ora occorre dir come oggi a buon’ora si è ricominciato a far l’orrenda giustizia di questi Luterani, che solo in pensarvi è spaventevole: e così sono questi tali come una morte di castrati; li quali erano tutti serrati in una casa, e veniva il boia e li pigliava a uno a uno, e gli legava una benda davanti agli occhi, e poi lo menava in un luogo spazioso poco distante da quella casa, e lo faceva inginocchiare, e con un coltello gli tagliava la gola, e lo lasciava così: dipoi pigliava quella benda così insanguinata, e col coltello sanguinato ritornava a pigliar l’altro, e faceva il simile. Ha seguito quest’ordine fino al numero di 88, il quale spettacolo quanto sia stato compassionevole lo lascio pensare e considerare a voi”. Si rimane senza fiato di fronte questa cronaca nuda e fedele.
Accadde l’11 giugno 1561 (ancora una data con l’11 nella storia delle stragi religiose) a Montalto, in Calabria, nel Cosentino. Gli 88 cadaveri sgozzati furono poi impalati. Ma il peggio avvenne a Guardia Piemontese, sempre nel Cosentino e sempre a giugno, dove in undici giorni furono massacrati duemila valdesi e il sangue scorreva per i vicoli senza sosta, al punto che la porta del paesino fu denominata “Porta del Sangue”. Sono queste le prime stragi ordinate dalla Chiesa del Concilio di Trento contro gli eretici “riformati” italiani. Tra cui, appunto, i seguaci del predicatore Valdo, Il “povero di Lione” del XII secolo, che poi aderirono alle tesi luterane del 1517. La crudeltà di quell’eccidio spiega anche la tiepida accoglienza che hanno avuto le parole del papa al Sinodo delle chiese metodiste e valdesi che si è svolto per cinque giorni, la scorsa settimana, a Torre Pellice, in Piemonte, storica culla dei protestanti italiani. Francesco ha chiesto “perdono” e la richiesta è stata approvata dai 180 “deputati” del Sinodo con sei astensioni. In ogni caso, il Sinodo ha precisato: “Questa nuova situazione non ci autorizza però a sostituirci a quanti hanno pagato col sangue o con altri patimenti la loro testimonianza alla fede evangelica e perdonare al posto loro”. Non solo. Al di là del perdono francescano, va segnalato che il condottiero di quelle stragi ancora oggi è un santo per la Chiesa. Ossia san Pio V passato alla storia come “il campione della cristianità contro l’Islam” per la battaglia di Lepanto. Nel 1561, il domenicano Michele Ghislieri, noto come il cardinale Alessandrino per le sue origini piemontesi (era di Bosco Marengo), era l’inflessibile prefetto della santa Inquisizione e fu lui a ricevere gli “allarmi” dalla Calabria e a “disinfestare” la regione dall’eresia importata dalla Provenza. Per la Chiesa è tuttora un santo, così come i terroristi dell’Isis sono “martiri” per l’Islam radicale. C’è differenza?