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23/09/2015 12:44:00

Vita, tenta furto in municipio. Arrestato dai carabinieri

 I carabinieri di tre distinti reparti alle dipendenze del Comando Provinciale di Trapani, tra il 21 ed il 22 settembre, hanno tratto in arresto tre soggetti.
La sera del 21 settembre, intorno alle 23:30, il Comandante della Stazione CC di Vita, Maresciallo Capo Ferrarello Sebastiano, libero dal servizio, mentre passeggiava per le vie del centro cittadino, giunto nei pressi del palazzo comunale, sentiva alcuni rumori simili a colpi di martello provenire dal retro dell’immobile. Resosi conto che una porta secondaria del Municipio era stata forzata e che probabilmente all’interno ancora si trovava il malfattore, chiedeva il supporto di una pattuglia del Nucleo Operativo e Radiomobile di Mazara del Vallo, che giungeva alcuni minuti dopo. Quindi, dopo aver scavalcato la recinzione del cortile, entrava dalla porta forzata e seguiva i rumori dell’intruso fino a raggiungerlo sul tetto del Comune: qui il delinquente, vistosi scoperto e riconosciuto, cercava scampo calandosi sul tetto della adiacente chiesa di San Francesco e cercando di forzare una finestra per guadagnarsi la via di fuga. Il Maresciallo Ferrarello lo inseguiva e lo bloccava. Il soggetto, identificato in Vattiata Giuseppe, trentaduenne, residente a Vita, conosciuto dai Carabinieri di Vita, veniva tratto in arresto per tentato furto aggravato e danneggiamento.
L’arresto veniva convalidato dal G.I.P. del Tribunale di Marsala, Dottor PieriniTommaso, sottoponendo il Vattiata alla misura dell’obbligo di dimora nel comune di Vita.

Anche ad Alcamo, i Carabinieri dell’Aliquota Radiomobile della locale Compagnia, nell’ambito dei servizi di controllo del territorio predisposti appositamente per prevenire i reati predatori, nella notte di ieri hanno proceduto all’arresto per resistenza a Pubblico Ufficiale di un cittadino alcamese, Aamato Pietro, classe 1974, disoccupato, già con alcune vicissitudine giudiziarie alle spalle.
Mentre i militari dell’Arma stavano effettuando un servizio di perlustrazione del territorio per le vie del centro, venivano sorpassati a folle velocità da un autovettura la cui condotta di guida potenzialmente costituiva un pericolo per l’altrui incolumità. Intimatogli l’alt, il conducente non desisteva dalla folle corsa interrompendo la sua fuga solamente quando i carabinieri riuscivano ad affiancarsi e chiudergli la strada.
Dai primi accertamenti emergeva subito come l’auto fosse senza assicurazione ed il conducente fosse alla guida con patente sospesa per una precedente infrazione al codice della strada.
Palesandosi in evidente stato di ebrezza, gli veniva richiesto di sottoporsi all’alcol test, ma lo stesso si rifiutava andando in escandescenza, inveendo e scagliandosi contro i militari operanti. Alla fine veniva bloccato e tratto in arresto. Ora dovrà rispondere dell’accusa di violenza e resistenza a pubblico ufficiale e rifiuto di sottoporsi all’accertamento etilometrico. A seguito dell’udienza celebrata con rito direttissimo nella mattinata di ieri davanti al Tribunale di Trapani, l’arresto veniva convalidato e all’aggressore veniva inflitta la misura cautelare dell’obbligo di firma.

Nel frattempo, sempre nella giornata di ieri, anche i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Trapani traevano in arresto Messina Fabio, 34enne, già noto alle forze dell’ordine, per evasione.
L’uomo, che era stato sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari nello scorso giugno, poiché tratto in arresto, sempre dai Carabinieri del capoluogo, per tentato furto ai danni di un esercizio di ristorazione del capoluogo, evidentemente provato dalla forzata permanenza presso la propria abitazione, ha deciso di allontanarsi dal proprio domicilio, in violazione degli obblighi impostigli, venendo sorpreso da una pattuglia dei Carabinieri in servizio perlustrativo di prevenzione.
Per l’uomo sono scattate le manette ed è stato accompagnato in caserma e successivamente presso il Tribunale per l’udienza di convalida, al termine della quale il giudice ha disposto che lo stesso fosse tradotto presso il carcere di “San Giuliano”.