Nessun interferenza con lo scalo civile, non verranno impiegate munizioni e il tutto si svolgerà al largo delle coste siciliane. E' quanto specifica il comando dell'Aeronautica Militare del 37° Stormo in relazione all'esercitazione Nato Trident Juncture 2015.
Le Forze Armate italiane parteciperanno, dal 21 ottobre al 6 novembre, alla fase "live" dell'esercitazione che sarà condotta principalmente in Spagna, Portogallo e Italia. Si tratta della maggiore attività addestrativa tra quelle svolte dall'Alleanza Atlantica nel 2015.
“E' un evento addestrativo pianificato dalla NATO da lungo tempo che prescinde dalle operazioni in atto nel bacino del Mediterraneo e da ogni altra situazione di crisi – si legge in una nota del Comando. Per l’Aeronautica Militare l'obiettivo dell'esercitazione è quello di verificare le capacità dei suoi assetti nell’ambito di una forza ad elevata prontezza d’impiego e tecnologicamente avanzata composta anche da unità terrestri, navali e delle forze speciali da utilizzare rapidamente ovunque sia necessario”.
La base operativa in Italia sarà l’aeroporto di Trapani sul quale saranno rischierati circa trenta velivoli tra nazionali e stranieri e 700 persone per garantire il supporto tecnico-logistico e operativo.
“Allo scopo di non penalizzare l'attività dello scalo civile “Vincenzo Florio” - continua la nota del 37° Stormo - l'Aeronautica Militare, in collaborazione con l'ENAC, le autorità locali e la Prefettura, ha da mesi avviato gli accordi per definire la soluzione più efficace e predisposto le misure di coordinamento tra le unità militari e la società Airgest, che gestisce lo scalo civile, al fine di conciliare le esigenze addestrative con quelle commerciali. Tra le soluzioni adottate è stata prevista, per la prima volta, la figura di un coordinatore dall’Airgest che si interfaccerà con la parte militare per minimizzare l’impatto sul traffico civile. Tutta l’attività di volo si svolgerà sul mare al largo delle coste siciliane e senza l’impiego di alcun tipo di armamento o munizionamento”.
Non è rassicurato però il senatore del Movimento 5 Stelle Vincenzo Santangelo, soprattutto per la risposta alle sue interrogazioni da parte del Ministero della Difesa.
“Sono insoddisfatto, in quanto non è stata data una precisa risposta sul numero complessivo di militari italiani e degli altri paesi partecipanti, che verrà impiegato per l'esercitazione, nel territorio siciliano. Per di più, nessun dato preciso viene fornito sui mezzi terrestri e sulle unità navali, italiane e straniere, che verranno schierate, limitandosi a citare esclusivamente la "presenza di assetti navali nell'esercitazioni in mare aperto". Lo scorso 10 settembre ho manifestato la mia insoddisfazione nei confronti del Ministero della difesa, per avermi dato una risposta "copia e incolla" già fornita ad una interrogazione successiva a firma di altro parlamentare del partito democratico.
Da cittadino del territorio trapanese in primis e poi da parlamentare del gruppo M5S, ho presentato un nuovo atto di sindacato ispettivo, per chiedere se il Ministero, non intenda in maniera prioritaria attivare, visto l'ingente coinvolgimento di militari sul territorio trapanese e di Marsala, una comunicazione efficace e trasparente con la popolazione locale, al fine di informarla e rassicurarla sulle condizioni e sugli standard di sicurezza con cui le operazione verranno effettuate.
Tra l'altro apprendo, con piacere, della nascita del " Coordinamento provincia di Trapani contro la guerra e la Nato", al fine di opporsi alle esercitazioni militari che si terranno nell'area di Birgi, alla presenza della Nato nei nostri territori e alle sue strategie di guerra votando e promuovendo tutti i necessari processi finalizzati alla pace, alla salvaguardia del territori, all'incolumità della gente. Obiettivi che condivido pienamente.
Trapani, ma non solo, ha bisogno di conoscere con dati reali e non “fuffa” cosa comporterà la "Trident Juncture 2015".
Trapani, ha bisogno di vedere un territorio apprezzato per il valore artistico, culturale, che fortunatamente hanno potuto conoscere, ammirare ed esportare con il cuore e la mente, i milioni di passeggeri italiani e stranieri in transito dall'aeroporto di Trapani-Birgi.
La prima parte dellart.11 della nostra "Costituzione" sancisce che l'Italia ripudia la guerra.
La Sicilia e tutto il territorio trapanese si trovano in Italia e vanno rispettate per le caratteristiche peculiari che lo contraddistingue.
Diciamo No alla guerra, No al Muos, No alla Nato".
Ieri intanto a Marsala si è svolto il flashmob contro l'esercitazione della Nato, in piazza Loggia, organizzato dal Coorinamento provinciale contro la guerra e la Nato con la partecipazione di associazioni e decine di ragazze e ragazzi che al segnale si sono distesi per terra per simulare di essere stati "abbattuti". Dapprima un importante e proficuo momento di informazione con la città per denunciare gli effetti negativi della guerra e la contrarietà all'uso della nostra terra per finalità belliche facendo nello specifico riferimento alle esercitazioni Nato che si terranno a Birgi dal 3 al 6 novembre, definite come la più grande esercitazione NATO dalla fine della guerra fredda dallo stesso Comando Generale dell’Alleanza Atlantica. Alle 18 poi è stato messo in atto un flashmob che ha visto i partecipanti, al suono "improvviso" delle sirene/missili/bombardamenti, buttarsi per terra e rimar fermi e distesi fino alla fine dei bombardamenti. Ci si è alzati poi tutti insieme concludendo il tutto con un lungo applauso. Iniziata in questo modo la mobilitazione contro il Trident Juncture che vedrà il suo culmine nella manifestazione regionale che si terrà a Marsala sabato 31 ottobre indetta dal Coordinamento provinciale contro la guerra e la Nato e il Coordinamento regionale dei comitati No Muos. Per tutto il mese sono previste iniziative di informazione e sensibilizzazione disseminate sul territorio provinciale e regionale. "La Sicilia ha davvero tanto da offrire a partire dal suo bagaglio storico ,artistico- culturale e sociale. Ben 7 siti siciliani rientrano nel Patrimonio UNESCO e con i suoi 5 parchi e le sue 72 riserve naturali protette avrebbe già tracciata la rotta del proprio destino. Dal 3 ottobre al 6 novembre cacciabombardieri, grandi velivoli da trasporto e aerei spia decolleranno dalle piste di Birgi per simulare attacchi contro unità navali, sottomarini e target terrestri e testare i nuovi sistemi di distruzione di massa.L’utilizzo della Sicilia per tali finalità la renderanno laboratorio di sperimentazione bellica violandone la sua vera natura, rendendola luogo in cui si testano tecniche atte alla sopraffazione e all’annientamentodei popoli. La nostra terra ben conosce gli effetti del processo di militarizzazione portato avanti negli anni da USA e NATO: il Muos di Niscemi, la base di Sigonella, gli impianti di radio telecomunicazione, le installazioni radar e le postazioni per le guerre elettroniche presenti a Lampedusa, il radar della135^ Squadriglia dell’Aeronautica militare di contrada Perino a Marsala hanno avuto effetti devastanti sulla salute della gente e sull’ambiente. Incremento del rischio di insorgenza di tumori,inquinamento acustico, fenomeni di estinzione animale e vegetale, malformazioni fetali. Davanti a tutto questo e guardando alla nostra regione come a un bene prezioso da salvaguardare non possiamo che palesare il nostro dissenso alle esercitazioni militari che si terranno nell’area di Birgi e lo dimostreremo con determinazione in tutte le occasioni che si presenteranno.La Sicilia non è un laboratorio di guerra nè pattumiera d'Italia e abbiamo indetto una manifestazione regionale il 31 ottobre qui a Marsala insieme al Coordinamento regionale comitato No Muos per dimostrare che chi realmente vive i territori e paga gli effetti disastrosi di queste scelte si oppone in maniera unita e decisa" afferma il coordinamento provinciale contro la guerra e la Nato