Vito Damiano, Sindaco di Trapani, al centro di una nuova inchiesta giudiziaria e di un caso politico, con la sfiducia che è stata presentata in consiglio comunale. Il sindaco di Trapani è indagato per interruzione di pubblico servizio dalla procura della Repubblica di Trapani. Ieri al primo cittadino trapanese è stato notificato l'avviso di garanzia. L'indagine è affidata ai sostituti Paolo Di Sciuva e Marco Verzera. Il fascicolo di indagine si riferisce alle problematiche legate al ciclo dei rifiuti che, lo scorso marzo, vide Damiano impedire ai mezzi dell'Ato Belice di accedere nella discarica di contrada Belvedere e nasce dalla denuncia presentata proprio dal commissario straordinario dell'Ato Sonia Alfano. In quei giorni la Regione aveva autorizzato al conferimento, ma il sindaco di Trapani si oppose "per evitare - disse - conseguenze di carattere igienico per la città". Di questo episodio Damiano ne aveva parlato anche dinanzi alla Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti: "Agli inizi di marzo la Trapani Servizi mi segnala l'imminente esaurimento della discarica che sarebbe coinciso con il periodo pasquale - raccontò il sindaco - quando prevediamo un notevole afflusso turistico nella città di Trapani, questo mi induce ad adottare un'ordinanza sindacale con cui per ragioni di possibile pericolo di igiene e salute pubblica invalido l'ordinanza del presidente della regione, per cui qualcuno si diverte anche a denunciarmi per interruzione di pubblico servizio".
SFIDUCIA. E' stata depositata nell'ufficio del segretario generale del comune di Trapani, Raimondo Liotta, la mozione di sfiducia contro il sindaco Vito Damiano. Il documento reca le firme di tredici consiglieri. "La mozione - dicono i firmatari - rappresenta comunque un primo passo per discutere finalmente in aula della disastrosa gestione del sindaco Damiano e per definire, finalmente, un discrimine politico tra chi intende avallare e sostenere questo sindaco e chi, come ormai da mesi proclama, intende mandarlo a casa per liberare la città dalla sua nefasta amministrazione".
Ci sono le firme di tredici consiglieri comunali: Girolamo Fazio, Francesco Salone, Salvatore Pumo, Franco Ravazza, Giuseppe Ruggirello, Antonino Bianco, Vito Mannina, Giovanni Vassallo, Giuseppe Guaiana, Salvatore La Pica, Nicolò Lamia, Tiziana Carpitella, Giuseppe Marino.
Perché sia approvata la mozione deve essere votata favorevolmente da almeno i due terzi dei consiglieri assegnati (nel caso del comune di Trapani da almeno 20 consiglieri). La votazione si svolgerà per appello nominale, motivo per cui i cittadini di Trapani avranno finalmente la possibilità di giudicare i comportamenti e le decisioni dei loro rappresentanti in consiglio.
Tra i firmatari la consigliera Tiziana Carpitella, che motiva la sua scelta con queste parole:
Il malcontento nei confronti di questa amministrazione e del Sindaco in particolare è ormai cosa certa. Sono passati già più di tre anni dall’insediamento di questo sindaco, gli abbiamo dato tutto il tempo necessario e mille chances per dare un’organizzazione logica e funzionale a questa città, abbiamo tentato di instaurare dialoghi costruttivi con fatti e persone, affinchè tutto potesse portare dei miglioramenti alla città ed ai cittadini, ci siamo sorbiti le sue PROMESSE (solo di questo si può parlare) che spaziavano dalla urbanizzazione alla pulizia della città, alla organizzazione turistica e sulle promesse potremmo buttare giù fiumi di parole, ma sono sempre mancati i fatti. Manca ed è sempre mancata una programmazione, ma soprattutto manca la capacità di gestire una CITTA’ ed una POPOLAZIONE. In tutti questi anni non abbiamo visto altro che la sua assenza su tutto.