Rettifica urgente ai sensi della legge 416/1981 con riferimento all’articolo “Le trivellazioni in Sicilia, il voto della deputata Milazzo, la supercazzola e Ruggirello” a firma di Giacomo Di Girolamo.
A norma della legge 416/1981 e ss. modifiche, con la presente si chiede la pubblicazione della seguente rettifica nel rispetto delle norme che regolano la tempistica, gli spazi di pubblicazione e diffusione della stessa.
“In data 18/09 c.a. è stata notificata alla trasmissione Presadiretta e agli organi competenti, diffida di ripristino immediato della verità travisata e stravolta la sera del 13/09 c.a. Ed infatti durante la predetta trasmissione fu veicolato il non vero come dimostra la parziale rettifica che la suddetta trasmissione ha fatto, dapprima della replica (in onda il 19/09 c.a.) e successivamente nella nuova puntata trasmessa la domenica 20/09 c.a., notizia che non è stata prontamente riportata sulla vostra testata, omettendo la continuità di informazione nell’evolversi della vicenda. I punti della diffida correttamente rettificati ineriscono le notizie riferite nella puntata del 13/09 c.a. laddove: si è lasciato falsamente intendere che i 600/700 appartamenti a Trapani, in Via Villa Rosina, fossero stati realizzati su terreno della Mediterranea Costruzioni Srl dei Ruggirello col supporto della mafia. Ebbene il terreno di proprietà della Mediterranea ad oggi è incolto e non vi è mai stato realizzato o costruito manco un centimetro quadro; si è esternato, artatamente, che l’On. Ruggirello intrattenesse rapporti con il “mafioso Coppola” e che insieme lavorassero presso la segreteria dell’On. Pellegrino. Come lo stesso Iacona ha poi precisato si è lasciato trarre in inganno dall’omonimia (condotta giornalistica in ogni caso inopportuna e non giustificabile) dal momento che l’unico Coppola a me noto è funzionario regionale e non è mai stato arrestato per mafia. A queste falsità, poi rettificate, si aggiunge che l’intero servizio è stato fatto e detto senza contraddittorio alcuno con il sottoscritto in violazione delle più elementari regole deontologiche e giornalistiche, quasi a voler pensare e dedurre che il tutto sia stato costruito artificiosamente e in malafede. Si ribadisce ancora una volta che non sono mai stato né indagato, né tantomeno rinviato a giudizio per mafia o per vicende similari. Nella vicenda Pellegrino il sottoscritto entra, e con lui altre decine e decine di soggetti, quale testimone della Procura e, quindi, aiuto e supporto per la ricostruzione dei fatti. Vi informo che sono in corso procedimenti nei confronti dei giornalisti che hanno ricostruito in maniera volutamente equivoca e tendenziosa il servizio che mi ha riguardato andato in onda su Raitre. Vi si diffida dal continuare ad associare il mio nome a fatti e vicende di mafia, ricordandovi sempre che la responsabilità penale è personale. Fatti e vicende riportati con insistenza e recidività nella maggior parte degli articoli da Voi pubblicati che mi riguardano, talvolta privi di pertinenza con le notizie raccontate. Vi invito a rispettare il principale compito di un giornalista che è l’accertamento della veridicità e la fondatezza dei fatti narrati, sia di proprio pugno che sulla base delle notizie da altri diffuse, circostanza che non esclude l’obbligo di verifica della fonte”.
Trapani lì 29/09/2015
On. Paolo Ruggirello