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02/10/2015 06:35:00

A Castelvetrano una piaga che dura da 20 anni. E non è Matteo Messina Denaro...

 “C’è una piaga che diffama la Sicilia e in particolare Castelvetrano agli occhi del mondo – direbbe il sedicente zio di Dante, in Johnny Stecchino - Eh... Lei ha già capito. E' inutile che io glielo dica. Mi veggogno a dillo. E'… il traffico!

Più di una volta il sindaco Errante ha tenuto a precisare che “Matteo Messina Denaro non è il primo dei nostri problemi”. Ecco perché, sullo sfondo delle decine di fiancheggiatori arrestati quasi ogni anno, dei politici locali che hanno fatto visita alle patrie galere e dell’influenza del superlatitante sulla vita economica del trapanese, uno dei principali problemi della città sembra che sia proprio il traffico.

Un traffico tentacolare, vorticoso, “che ci impedisce di vivere e ci fa nemici famigghia contro famigghia” direbbe ancora lo zio nel film. Ma qui, siccome guerre tra famigghie non ce ne sono, dal momento che quella che comanda è una sola ed è sempre la stessa, i problemi da risolvere sono altri. E quello del traffico è il più atavico, soprattutto se tra le cause primarie considerate dall’amministrazione, ci sono gli ambulanti.

E dai giornali leggiamo una “più funzionale ubicazione dei sempre più numerosi venditori ambulanti. Questi, come è noto, si erano piazzati con le proprie mercanzie nei punti nevralgici delle strade e piazze cittadine, impedendo spesso la circolazione veicolare. Accadeva infatti puntualmente che i vari clienti sostassero con le proprie auto per acquistare la merce, creando in tal modo ostacoli non indifferenti al traffico”. Si tratta di un articolo sul Giornale di Sicilia del 26 gennaio 1993, quando Matteo Messina Denaro non era ancora latitante. Un problema che attanagliava la città già da allora E per risolverlo si era pensato di trasferire gli ambulanti del viale Roma in una “vasta area adiacente al Parco delle Rimembranze dove di solito si insediano circhi e luna park”.

Vent’anni dopo (l’8 giugno del 2013) sullo stesso quotidiano leggiamo che “Attualmente gli ambulanti stazionano in alcune vie cittadine provocando anche dei disagi alla circolazione veicolare”. E, corsi e ricorsi storici, tra le due aree individuate dove potrebbero essere trasferiti, c’è lo stesso spazio pensato vent’anni fa: “Un sito è stato individuato nel viale Roma, alle spalle di una nota stazione di servizio, in prossimità dell’isola ecologica della società d’ambito Belice Ambiente”. Insieme all’altro sito di via Scirea, debitamente messi in sicurezza avrebbero dovuto ospitare decine di ambulanti. Il sindaco era certo che “anche i cittadini apprezzeranno i nuovi siti dove troveranno ordine e pulizia e potranno effettuare i loro acquisti in assoluta tranquillità”.

Soluzione temporanea che però non ha mai visto la luce.

Insomma, un problema annoso e spinoso ancora irrisolto, nonostante i 40 articoli del “Regolamento per la Gestione dei Mercati Settimanali e del Commercio in Forma Itinerante” del 2011 e i 26 articoli del “Regolamento per la concessione a soggetti privati di spazi per il commercio su aree pubbliche” del 2014.

L’ultimo tentativo è del maggio scorso, con l’approvazione del bando per “la concessione di suolo pubblico a soggetti privati esercenti il commercio”. Ma, anche se è servito a rendere più decenti le strutture di alcuni chioschi, con interventi radicali per metterli a norma, ha lasciato gli ambulanti dov’erano. Certo, il sindaco Errante è ottimista, perché in questo modo “garantiremo un maggior decoro alle strade cittadine con l’individuazione di aree ben precise dove poter effettuare il commercio – ha affermato - Perché la legalità non si esercita solo nei convegni, ma con un’azione quotidiana a tutela di tutti i cittadini.

In massima parte però, i cittadini per i loro acquisti sono abituati a fermarsi a pochi metri dall’ambulante. L’ambulante lo sa e si fa trovare lungo la via, magari sopra il marciapiede. E sa bene che se non riesce a vendere la propria merce agli automobilisti di passaggio, non guadagnerà un centesimo.

E questo è un bel problema, da prima del 1993. Altro che Matteo Messina Denaro.

Egidio Morici