Il celibato può cadere e i gay bisogna accettarli nella Chiesa. Lo dice il vescovo di Mazara del Vallo, Domenico Mogavero, intervistato da Carlo Tecce per Il Fatto Quotidiano a proposito delle recenti polemiche che attraversano il mondo cattolico. Monsignor Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo, non è sprezzante con il teologo polacco Krzysztof Charams che, in abito talare, s' è presentato ai giornalisti con il compagno: "Mi ha colpito il suo travaglio e penso che vada capita la sua sofferenza e la sua scelta da uomo libero. Non mi è piaciuto, però, il colpo di teatro alla vigilia di un Sinodo molto delicato per la Chiesa. È un uomo che lavorava e insegnava in Vati ano, ma rispetto la decisione e non lo giudico". Dice Mogavero: "Ci sono preti gay che consacrano se stessi nel celibato e lo vivono serenamente in una vita equilibrata. All' esterno la vita celibataria può apparire limitante e castrante; e sicuramente provoca dei momenti di difficoltà. E questo vale per tutti, per gli eterosessuali e per gli omosessuali. Siamo uomini, non macchine. Ma voglio ripetere, perché non è mai inutile, che l' omosessualità non è una devianza. E la Chiesa l' ha ormai quasi capito".
Aggiunge Mogavero: "Il celibato sacerdotale non è legato al diritto divino. E ci sono preti sposati nelle Chiese orientali, cattoliche e non, e diaconi in quella latina. Io sono favorevole alle scelte libere.".
Ancora sui gay: "La Chiesa deve aprirsi a questa realtà e garantire ai gay il rispetto della loro dignità e dei loro diritti. Non tutti comprendono l' evoluzione dei tempi. Io ho fatto mia la posizione di principio di papa Francesco: non possiamo essere una Chiesa che chiude le porte e tradisce se stessa".