Continua ad essere complicata la situazione della Piscina Comunale di Marsala.
Sono anni, infatti, che la gestione dell'impianto sportivo continua ad essere instabile e controversa.
Il problema più rilevante è la discontinuità. Ogni anno la struttura rimane inattiva ben oltre il fisiologico periodo di chiusura estiva.
Esigenze di adeguamento, manutenzione e ristrutturazione più o meno importanti anno dopo anno tengono lontani dall'impianto i numerosi utenti per periodi più o meno lunghi.
Ma il vero problema giace probabilmente nel sistema delle gare d'appalto alla gestione. L'ultimo bando andato a buon fine risale al 2009, ai tempi dell'amministrazione Carini, e ad aggiudicarselo era stata l'Associazione Temporanea di Imprese (ATI) costituita dalle ditte Aquagym e Marsala Nuoto con un canone annuo base di gestione di 22 mila euro. In base ai termini del bando 2009 l'impresa aggiudicataria era tenuta semplicemente a “compartecipare” alle spese di luce e gas al fine di contenere i consumi; inoltre per agevolare l'apertura del servizio comunale ad ampie categorie sociali sempre secondo bando si sarebbe dovuto applicare un abbattimento delle tariffe per disabili, anziani, scuole e associazioni sportive. Dunque la ATI nel 2009 prendeva in gestione la piscina comunale per la durata di cinque anni facendo un vero e proprio affare a discapito delle casse del Comune.
Nel novembre del 2012 Osservatorio Sicilia pubblicava un articolo dal titolo “Marsala. La piscina comunale in gestione ai privati che incassano gli utili e i costi a carico del Comune. Fare impresa a Marsala è bello” che si sofferma a fare un paio di semplici calcoli:
"Secondo il bando di gara e il Capitolato speciale d’appalto, il Comune di Marsala si fa carico dei costi relativi al gasolio (ma non è previsto alcun impianto di gasolio), l’acqua (non viene neanche rilevato il consumo dal Servizio Acquedotto), l’energia elettrica e gas metano, questi ultimi due per il 99,7% del costo annuo. Oltre a ciò, l’Amministrazione sopporta anche il costo dell’assicurazione della struttura.
L’ATI, per la concessione versa nelle casse del Comune l’importo annuo di 22,500 euro più lo 0,30% dei costi di energia elettrica e gas metano.
A conti fatti, verificato dal bilancio comunale e presso il settore Lavori Pubblici i dati, l’Amministrazione si è assunta oneri per un totale di circa 250 mila euro l’anno a fronte della riscossione di un canone di concessione di 22 mila euro.
In particolare, escluso il costo dell’acqua che non è neanche rilevato dall’ufficio ma che trattandosi di allacciamento ad una piscina è certamente elevato e ipotizzabile in circa 3 mila euro l’anno, per l’anno 2011 l’Amministrazione Comunale ha sostenuto spese per circa 70 mila euro per gas metano, 80 mila per energia elettrica e circa 70 mila per acquisto di materiali vari.
Il solo costo di energia elettrica e gas metano ammonta a circa 150 mila euro e la quota parte dell’ATI (0,30% del totale) è di soli 450 euro. Totale 250 mila euro che nel quinquennio sono circa 1,25 milioni di euro a fronte di un incasso di circa 110 mila euro."
Che qualcuno dell'amministrazione si sia accorto dell'assoluto disequilibrio dell'accordo di gestione? Fatto sta che allo scadere dei 5 anni il bando successivo dell'agosto 2014 prevedeva che l'ente aggiudicatario si assumesse totalmente il carico di tutti gli oneri connessi alla gestione e senza alcun intervento economico da parte dell'Amministrazione comunale. "Tanto sicco, tanto sacco", direbbero dalle nostre parti. L'impegno richiesto dal nuovo bando di gestione è decisamente troppo oneroso per la società che si fosse aggiudicato l'appalto. Per ragioni evidenti la gara viene, dunque, dichiarata deserta e nel settembre successivo, per scongiurare la sospensione delle attività, la ATI otterrà una prorogatio di tre mesi per un canone di 5mila e 600 euro, seguita da altre due proroghe fino a giungere alla chiusura del giugno 2015.
Ed eccoci a noi. Dal mese di settembre del 2015 utenti, istruttori e personale tecnico hanno cominciato a chiedersi quale sarà il futuro prossimo della piscina comunale. Perchè dal Comune ancora non arriva intenzione di aprire la piscina. Tutto deriverebbe proprio dal bando, e dalla voltontà del Comune di fare dei lavori di ristrutturazione per poter allettare di più possibili gestori dell'impianto.
A Celsa Carissimi, istruttrice di Aquafitness e Presidentessa della Associazione Sportiva Gruppo Acquafitness Marsala, ansiosa di tornare al suo lavoro viene comunicato che le attività della piscina per il momento subiranno un arresto fino a data da destinarsi. Sembrerebbe infatti che l'amministrazione Di Girolamo abbia intenzione di avviare interventi di manutenzione straordinaria ed “adeguamento” dell'impianto che impegnerebbero le già miserabili casse del Comune di Marsala ad un investimento di 200 mila euro. Si è addirittura parlato di adeguamento “olimpionico” dell'impianto agli standard della Federazione Italiana Nuoto. Tra gli interventi previsti ci sarebbe anche la realizzazione degli spalti che dovrebbero permettere di assistere alle gare.
Di contro la Carissimi ha cercato di spiegare che le aspirazioni olimpioniche non sono sicuramente da annoverare tra le priorità dei marsalesi che invece preferirebbero ritornare il prima possibile in piscina soprattutto per esigenze di salute. Dieci giorni fa, la stessa Carissimi, ha consegnato nelle mani del Presidente del Consiglio Comunale 550 firme per chiedere la riapertura immediata dell'impianto sportivo. E sembra che il gesto non sia passato inosservato.
Chiamato a rapporto dai cittadini l'Assessore ai Lavori Pubblici Salvatore Accardi che si sta occupando della faccenda, ai microfoni di Mulini Contro Vento, su Rmc 101, dichiara che al momento non verrà intrapresa alcuna ristrutturazione importante ma bensì si cercherà, dopo la dovuta manutenzione ordinaria, di riaprire i cancelli della piscina nel più breve tempo possibile, che dovrebbe essere al massimo per gennaio 2016 e con il minimo impegno economico.
Da parte dell'amministrazione c'è dunque tutta la buona volontà di far fronte alle esigenze ed alle richieste della cittadinanza ma bisogna pur tener conto che per poter ritornare in piscina bisognerà passare per il nuovo fatidico bando di gestione, nella speranza che questa volta si riesca ad elaborarne uno equilibrato ma allo stesso tempo appetibile.
Sara Manzo