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21/10/2015 10:56:00

Mafia, contro Pino Giammarinaro adesso le dichiarazioni di un pentito calabrese

 Ci sono anche le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia calabrese nel processo che si tiene, davanti alla sezione delle Misure di Prevenzione del Tribunale di Trapani, in merito al maxi sequestro di beni chiesto per "Sua Sanità", Pino Giammarinaro, l'ex deputato di Salemi. Si tratta di Marcello Fondacaro, è un medico, ed è stato sentito dai pm Marzella e Tarondo.  Fondacaro conosce bene i rapporti tra mafia e sanità siciliana, perchè per quasi 20 anni è stato in Sicilia, dato che la moglie è di Mazara del Vallo.

Quando nei primi anni del ’90 si trasferì con la moglie da Roma in Sicilia a Mazara, volendo rilevare un laboratorio d’analisi fu affrontato a muso duro da Pino Giammarinaro al cui cospetto fu spinto dall’allora medico provinciale Giovanni Gentile: “Tu non lo sai che quando vieni a casa d’altri devi saper bussare!?”… conoscevo i soggetti ‘ndranghetisti, che non sono da meno rispetto ai mafiosi, per cui ho visto in lui… proprio traspariva quel fare mafioso – arrogante”. “Tutti mi dicevano che era con Giammarinaro che dovevo vedermela..me lo disse anche Totò Cuffaro…”.

Ecco come racconta il resto della vicenda il giornalista Rino Giacalone, vicino a fonti della Procura:

Giammarinaro a sentire il collaboratore di giustizia calabrese avrebbe avuto un “cerchio magico”: dentro c’erano i Messina Denaro. “Mi presentarono un commercialista di Castelvetrano mi dissero che lui era il cognato di Matteo Messina Denaro (potrebbe trattarsi di Michele Alagna ndr), lui si occupava dei conti…”. Un commercialista che sarebbe stato in “affari” anche con altri imprenditori come Giovanni Savalle (ex super manager del resort mazarese I Giardini di Costanza, poi fallito, e il cui nome compare anche citato negli atti dell’indagine di Firenzenei riguardi dell’imprenditore Andrea Bulgarella nonchpè in un rapporto della Dia di Napoli su appalti a Pompei ndr) e Carmelo Patti che Fondacaro ha detto di avere incontrato: il patron di Valtur, Patti per l’appunto, in quella occasione avrebbe svelato i suoi interessi per l’eolico in combutta con l’imprenditore alcamese Vito Nicastri.

Da uomo “potente” dell’area grigia della ndragheta, Fondacaro presto stesso ruolo avrebbe assunto dentro Cosa nostra, per queste ragioni frequentava la cerchia di Matteo Messina Denaro. Fondacaro ha svelato un fatto particolarmente clamorso. Sanità e delitti. Fondacaro ha dato ai pm la possibile spiegazione del delitto di un infermiere, Salvatore Capizzo, ucciso a Mazara l’1 ottobre del 1992. Un omicidio rimasto irrisolto. Capizzo era prestanome di Giammarinaro. “Fu ucciso perchè si opponeva alla vendita voluta da Giammarinaro della convenzione in possesso della clinica che gestiva a Mazara. Giammarinaro voleva cedere il titolo ad una società di Bagheria (Palermo) in cui erano interessati il dottore Aiello (il medico di Bagheria condannato per mafia ndr) Totò Cuffaro, Nino Dina e i nipoti dell’ex procuratore Giammanco”. Infine, mafia e politica. Fondacaro ha raccontato delle convention elettorali organizzate dall’on. Giammarinaro: ad un paio di queste occasioni elettorali Fondacaro ha riferito di avere visto presente Gaetano Riina, “il nano” così era appellato, fratello del più ben noto Totò, il capo dei capi di Cosa nostra.