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21/10/2015 06:50:00

Enoturismo. In Italia cresce. Come si stanno muovendo le cantine di Marsala e Trapani

 Sembra essere l’annata d’oro che si aspettava da tempo, questa, per il vino italiano. Una vendemmia che, come dicono tutte le cantine, come dicono gli agricoltori e le associazioni di categorie porterà un prodotto di alta qualità, oltre e quantità di tutto rispetto.
Dati positivi arrivano anche per l’Enoturismo. I visitatori sono aumentati del 25% in tutta Italia e l’enoturismo genera un giro d’affari da 4 miliardi di euro ogni anno.
Enoturismo, come legare il turismo e il vino, in un territorio, quello della provincia di Trapani che è tra i più “vitati” d’Europa, e, dicono gli esperti del settore, a “vocazione turistica”.
Il filone del turismo legato al vino sta aumentando anche da noi, anche nella sicilia occidentale. Ormai sono tante le cantine storiche, e quelle esistenti da meno tempo, che legano la produzione alle esperienze dirette, aprendo le porte degli stabiliementi, facendo conoscere ai visitatori il ciclo del vino, dai vigneti alla tavola.
Il turismo del vino attira circa 3 milioni di persone grazie allo straordinario patrimonio enologico italiano che conta 415 marchi tra Doc e Docg e una produzione annua che si attesta sui 44,4 milioni di ettolitri. Questo a livello nazionale. E’ difficile adesso fare una stima a livello locale.
Un’offerta che non si basa solo sulle visite in cantina ma che a queste unisce, soprattutto nel periodo della vendemmia, il tour tra i filari. Ci sono le cantine storiche che fanno fare le visite guidate nelle antiche bottaie, quelle che hanno creato delle location esclusive con panorami mozzafiato e offrono pasti tipici, quelle aziende vinicole poi che hanno creato, dai vecchi bagli, resort affacciati sui vigneti, e ancora le degustazioni i workshop con esperti.
Ma come si comportano, cosa hanno in mente le cantine di Marsala, come si muovono sul fronte del turismo legato al vino, chi è il visitatore tipo, che numeri ci sono e che margini di sviluppo.
“I visitatori che scelgono la Cantina Florio sono sempre meno turisti “occasionali” e sempre più turisti che decidono di dedicare una parte della loro vacanza al vino - ci dice Benedetta Poretti, Responsabile della Comunicazione della Duca di Salaparuta. Sono quindi ospiti che desiderano non solo visitare un luogo storico come le Cantine Florio ma anche approfondire una passione e ricevere notizie interessanti. Quello che noi cerchiamo di offrire è divertimento, cultura, accoglienza ma anche molta informazione. Raccontare un vino, spiegare come viene prodotto grazie al lavoro di molte persone e all’impiego di tecnologie innovative, e suggerirne occasioni di consumo classiche e meno classiche ci permette di coinvolgere sia i nostri ospiti più esperti sia i semplici wine lovers. Sono oltre 50.000 visitatori ogni anno che non solo vivono l’esperienza della visita e della degustazione in Cantina (grazie alla quale speriamo che una volta a casa cerchino i nostri vini) ma che passano anche dalla nostra Enoteca e spesso acquistano.
Cantine come la Florio, la Pellegrino e la Donnafugata puntano molto sul fattore “storico”, sul prestigio di stabilimenti che non possono restare chiusi ad un pubblico “qualificato” e non solo. Per questo ogni anno le cantine aderiscono a Cantine Aperte, l’evento che si svolge in tutta Italia e che apre gli stabilimenti a tutti. Ma è solo un assaggio a quello che accade ogni giorno tutto l’anno, con un trend di visitatori in continua crescita come ci conferma anche Baldo Palermo, responsabile comunicazione della Donnafugata. “Nel corso degli anni il numero dei visitatori è aumentato (arrivando fino a 10.000 presenze nel 2014 con una quota del 30% di stranieri) così come si è costantemente rinnovato il progetto di accoglienza presso le cantine e durante gli eventi, puntando all’educazione dei wine lover attraverso un coinvolgimento sensoriale ed emotivo”.
I margini per migliorare ci sono tutti, il clima è ideale e la storia aiuta. Ma manca sempre qualcosa, e non è dovuto allo spirito delle cantine e delle aziende vinicole. “Se guardiamo alle altre regioni, come il Veneto, i tedeschi vanno in macchina. Perdiamo una fettina di turismo che si muove in auto. E’ un bacino di utenza di potenziali consumatori. Il fattore infrastrutture ci penalizza molto in Sicilia. Anche se negli ultmi anni si sono sviluppati i collegamenti grazie alla Ryanair”.
Ancora più difficile è poi arrivare a Pantelleria, ma se ci si arriva le esperienze da compiere non mancano. “Qui è possibile visitare luoghi immersi nei vigneti, a stretto contatto con l’inizio del ciclo produttivo - spiega ancora Palermo - Il percorso di visita comprende anche il Giardino Pantesco donato al Fai che è un simbolo per far capire quanto il contadino si ingegna per trovare le risorse”. A proposito di risorse Palermo ci dice che per le aziende vinicole di un certo spessore l’accoglienza non rappresenta una quota di ricavi particolarmente elevata in percentuale, “ma il valore economico per le cantine è a lungo termine, perchè è possibile conquistare l cuore degli appassionati. Certo, bisogna essere bravi e convincenti”.
E le Cantine Pellegrino in questi anni hanno investito sull’accoglienza e sulle visite con il nuovo spazio espositivo Overture. “Siamo molto contenti di com’è andata quest’anno, per noi è stato il primo anno ufficiale di Overture. Una nuova struttura con tanta mole di lavoro - ci spiega Maria Chiara Bellina, responsabile area turistica che fa parte della settima generazione della storica famiglia che fondò le Cantine Pellegrino - Nella competizione con il Nord Italia bisogna sfruttare di più le nostre risorse, più del passato. Ad oggi i vini sono quasi tutti di ottima qualità, ma bisogna giocare sull’immagine, sulla novità dell’offerta per il turista ma basandosi sulla storia del territorio. Il vino però è soprattutto cultura, per questo ci piace insegnare a saper bere bene. Alla Pellegrino è possibile visitare le storiche cantine e poi il nuovo spazio espositivo Overture che si affaccia sulle Egadi. I visitatori italiani sono molti, ma si sono aumentati molto gli stranieri. C’è soprattutto il turista fai da te. Il turista migliore è quello che non pecca di presunzione che si lascia guidare dalle esperienze che abbiamo da proporre”.
Esperienze. Ogni cantina offre la propria. La Firriato ad esempio è una realtà nuova e nell’ultimo anno ha dato vita al Baglio Sorìa, un resort immerso tra i vigneti. Qui Enoturismo non è solo degustazione, ma pernottare in un baglio storico. Firriato a Paceco organizza anche la possibilità per il visitatore di vendemmiare, di essere guidato tra i filari e capire il ciclo produttivo.
Perchè alla fine è quello che conta. L’enoturismo in Sicilia sta crescendo. Ogni azienda propone diverse soluzioni per il visitatore. Una questione di immagine, una questione di storia, di prestigio e servizi offerti. Ma alla fine, il vino, è quello l’oro che attira chi vuole conoscere.