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23/10/2015 16:40:00

Rifiuti, l'appello contro gli inceneritori che Crocetta vuole in Sicilia

 Si apprende dalla stampa della volontà del Governatore Rosario Crocetta di introdurre nel Piano Rifiuti della Regione Siciliana sei nuovi inceneritori di rifiuti. L’esatto contrario di quanto sosteneva lo stesso Crocetta in campagna elettorale e di quanto aveva più volte sostenuto in seguito. Ma gli inceneritori sono un’imposizione di Palazzo Chigi con lo Sblocca Italia, a cui il governatore si adegua con grave danno alla Sicilia e ai siciliani.

La Regione Siciliana avrebbe potuto impugnare la legge 166/2014, la conversione del decreto Sblocca Italia, così come hanno fatto altre regioni come l’Abruzzo, la Campania, la Lombardia, le Marche, la Puglia e il Veneto. Ma non lo ha fatto!

Sembrano lontani i tempi in cui quattro mega inceneritori targati Cuffaro furono contrastati dai cittadini siciliani, con tanto di esposto alla procura della Repubblica. Un grande muro contro un progetto scellerato, soluzione fortemente antieconomica che per alcuni, invece, avrebbe costituito la soluzione al problema dei rifiuti in Sicilia. La giustizia diede ragione alla società civile e a quei cittadini che si opposero con motivazioni fondate nel rispetto della legge e delle direttive comunitarie.

Ma di che cosa ha veramente bisogno oggi la Sicilia? Semplice, di un Piano Regionale dei Rifiuti impostato sulla raccolta differenziata spinta e sul recupero di materia che si ispiri all’orientamento europeo sull’economia circolare. Ora invece sembra di tornare indietro nel tempo, proprio in quello sconfitto dalla ragione, prevedendo l’utilizzo di una tecnologia obsoleta come quella dell'incenerimento che bloccherebbe lo sviluppo di una gestione sostenibile dei rifiuti e impedirebbe l’incremento di occupazione che ci sarebbe, al contrario, nell’economia del riciclo e del recupero.

Sembra che la Sicilia ancora non si meriti di stare in Europa.

 

Sei inceneritori di rifiuti previsti a Catania, Palermo, Messina e nei bacini di Ragusa-Siracusa, Enna-Caltanissetta e Agrigento-Trapani sono una follia.

Un piano contro l'ambiente e contro l'economia.

Servono certamente gli impianti in Sicilia, ma di sicuro non gli inceneritori.

Bisogna puntare su riciclo, recupero, riuso, riutilizzo, riduzione, prevenzione.

Per raggiungere il 65% di raccolta differenziata, come dichiara lo stesso Governo, è innanzitutto necessario completare gli impianti di compostaggio, in quanto l’umido rappresenta il 40% dei nostri rifiuti.

Sappiamo tutti che il forno dell’inceneritore brucia carta e plastica, tutto materiale sottratto al riciclo che, attraverso i contributi CONAI, potrebbe rappresentare un importante introito per i comuni.

Costruendo un inceneritore questi preziosi materiali sarebbero bruciati con grande e inutile spreco di danaro dei comuni e quindi dei cittadini.

Per la frazione residua, che corrisponde al 35%, occorre riprogettare gli oggetti e dispositivi che ad oggi non possono essere riutilizzati, riciclati o compostati nell'ottica della responsabilitá estesa dei produttori, elemento caratterizzante ed esclusivo della Strategia Rifiuti Zero, ed in linea con quanto prevede la normative.

Inoltre la Regione difende il progetto dei sei inceneritori sostenendo che la parte residuale dei rifiuti non è in alcun modo riutilizzabile e quindi va ad incenerimento e che la normativa europea non consente più di conferire in discarica. Restiamo attoniti che non si sia a conoscenza che la direttiva sulle discariche vieta il conferimento dei rifiuti del tal quale in discarica mentre non vieta di abbancare in discarica la frazione residuale pretrattata che è destinata a ridursi drasticamente con una seria pianificazione dell’impiantistica necessaria.

E’ inammissibile, per finire, che non si tenga conto dei cittadini che sono parte integrante del sistema di gestione dei rifiuti. I piani calati dallalto, senza tener conto delle vere esigenze del territorio e della voce dei cittadini, hanno una ricaduta negativa e sono destinati a ricevere opposizione da parte della società civile, perché non condivisi.

Le associazioni firmatarie non accetteranno quindi che le soluzioni alternative di gestione dei rifiuti non vengano considerate e che si vanifichi quello che già in molti comuni siciliani si sta mettendo in pratica con importanti risultati in termini di percentuale di raccolta differenziata e diminuzione dei rifiuti prodotti conferiti in discarica.

 

Il governatore Crocetta dovrebbe farsi forza e ricordare le promesse elettorali di cancellare ogni ipotesi di inceneritori.

 

Noi non dimentichiamo la parola data. La Sicilia deve diventare una regione a Rifiuti Zero, attuando piani di raccolta differenziata spinta e tariffazione puntuale che hanno già dimostrato la loro efficacia altrove.

Pensare a impianti obsoleti, costosi e pericolosi per l’ambiente, per non parlare della ricaduta negativa sul turismo, non può che diventare un suicidio politico.

La società civile che ha a cuore il presente e il futuro della Sicilia, non permetterà questo scempio.

 

Associazioni firmatarie

Zero Waste Italy

Rifiuti Zero Sicilia

Zero Waste Sicilia

Rifiuti Zero Siracusa

Eticologica

Tueri Naturam

Casa Mirìo