La Sarco, l’azienda marsalese che si occupa dello smaltimento e riciclaggio di vetro, metalli e altri rifiuti differenziati, vuole ampliarsi. L’azienda si trova in contrada Fiumarella, accanto al canile comunale. Gli abitanti della zona già non vedono di buon occhio la cosa, dopo le proteste degli anni scorsi. E ora il consiglio comunale deve votare la variante urbanistica per la nuova area della Sarco. Cosa ci vuole fare? Un centro di stoccaggio per materiali inerti e amianto.
Il progetto della Sarco è quello di convertire una parte della sua proprietà, si parla di 200 metri quadrati, al deposito di rifiuti pericolosi come l’Eternit. Rifiuti che dovrebbero essere depositati lì, imballati, messi al sicuro da fuoriuscite, e una volta accumulata una discreta quantità smistare alle centrali di smaltimento, il tutto per evitare una stoccaggio intermedio in altre province siciliane. Un’altra area invece dovrebbe stoccare rifiuti edili.
Un iter che potrebbe complicarsi, un po’ per le perplessità dei consiglieri comunali, un po’ anche per l’insofferenza degli abitanti della zona.
Per l’ampliamento c’è una conferenza di servizi avviata alla Regione Siciliana. Nei giorni scorsi però si è discussa in commissione urbanistica del consiglio comunale di Marsala la variante allo strumento urbanistico per trasformare la zona interessata in area industriale.
In commissione, però, sarebbe arrivato un progetto incompleto e sprovvisto di alcuni pareri. Allora si è deciso di non decidere, aspettando ulteriori delucidazioni tecniche sull’impatto ambientale e sanitario che l’ampliamento potrebbe avere sull’area. Una zona che sarebbe sottoposta a vincoli idrogeologici e di interesse faunistico. Siamo alle spalle del fiume Sossio, infatti, e a poche decine di metri dall’azienda ci sono i pozzi che vanno alle falde acquifere da cui il comune prende l’acqua. Una situazione urbanistica che un paio di anni fa l’Arpa definì ambigua.
“La cosa che ci lascia più perplessi sull’ampliamento è proprio il trattamento dell’amianto - dice Pino Milazzo, consigliere comunale e componente della commissione urbanistica. Nelle vicinanze c’è un pozzo idrico e c’è anche il canile comunale. La legge dice che questi impianti non possono stare accanto a nuclei abitativi. Il canile non lo è, ma è un presidio sanitario. Il terreno su cui chiedono la variante è una fascia di rispetto alla falda idrica. Ma la questione è complessa, dobbiamo pensarci molto bene e valutare in fondo”.
Domani c’è consiglio comunale a Marsala, e tra i punti all’ordine del giorno proprio la proposta di variante urbanistica per l’ampliamento dell’impianto Sarco. Già in passato, consiglieri comunali di Marsala, hanno creato abbastanza casini urbanistici. Per si e per no Aldo Rodriquez del Movimento 5 Stelle è andato a visitare l’impianto. “Ho visto come fanno la differenziata e il procedimento di lavorazione del materiale. Devo dire che è consono all’idea di differenziata che ha il Movimento 5 Stelle. E’ stata una visita positiva. Dal punto di vista tecnico e del lavoro che fa la Sarco sono soddisfatto, ma dobbiamo studiare come risolvere la questione urbanistica”.
Oltre il fiume, che è prosciugato, a 300 metri di distanza in linea d’aria, ci sono delle abitazioni. In passato ci sono state proteste per il rumore che arrivava dall’impianto e gli abitanti si preoccupavano per eventuali danni alla salute che potrebbero essere causati dalle polveri di vetro. La richiesta di ampliamento, con l’intenzione di trattare l’amianto adesso non fa che aumentare le preoccupazioni degli abitanti.
Già due anni fa tp24.it raccontò dei pasticci urbanistici che non facevano dormire la notte.
“Non riusciamo a dormire nemmeno con le finestre chiuse - raccontavano gli abitanti della zona - ma non solo per i rumori che arrivano dalla Sarco, anche dal continuo abbaiare dei cani del vicino canile disturbati, anche loro, dal fracasso che arriva dalla ditta.”.
Quella di ponte Fiumarella, per la precisione lato via Favara, è la principale zona "industriale" di Marsala. Lì insistono diverse aziende. Una zona industriale adiacente a quella abitativa. Come è possibile? In pratica tra la Sarco e le abitazioni ci sono 300 metri in linea d'aria, che il suono del vetro in movimento e delle macchine attraversa facilmente. C’è una divisione delle particelle fatta un po' alla buona. In sostanza tra le due zone manca una vera e propria fascia di rispetto, come dovrebbe esserci in tutte le città. Anche e soprattutto sulla carta. Le particelle del piano urbanistico mostrano che si passa da una zona industriale, appunto dove c'è la Sarco, il canile, ma anche altre aziende, a una residenziale senza alcuna area di rispetto, come in teoria dovrebbe essere. Un pasticcio urbanistico che non fa dormire la notte. In teoria il passaggio da una zona industriale a una residenziale dovrebbe essere graduale, qui no.“Ai rumori – scrivevano gli abitanti in una lettera all'Arpa, l'Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale di Trapani - si aggiunge,e questo ci sembra ancor più pericoloso per la salute, la gravissima cosa dell’emissione delle polveri sottili.
All’epoca anche i tecnici dell'Arpa sono intervenuti sul caso. Armati dei loro arnesi i tecnici hanno fatto un sopralluogo rilevando il tutto. Anche per l’Arpa quella che si presenta in contrada Ponte Fiumarella è una situazione molto ambigua. Tutto legato a quella storia della fascia di rispetto che non c’è tra la Sarco e le case. Tutto figlio delle delle regole urbanistiche molto malleabili, elastiche, ambigue appunto. “Quella è una zona urbanistica molto strana. Noi ci limitiamo solamente a fare le rilevazioni e trasmetterle agli organi competenti”, dicevano dall’Arpa di Trapani. Quello che è certo è che la Sarco, che ricade in una zona industriale ha emesso rumori alti. Ma l’ambiguità, e il paradosso, sta nel fatto che i rumori sono alti, ossia superavano il limite stabilito per legge, solo se misurate nelle zone abitate. Ma la Sarco infatti insiste sulla zona industriale. Quindi essendo la Sarco in una zona industriale la legge non vieta l’emissione di rumori alti. Però, come dicevamo, dovrebbe esserci una fascia di rispetto tra una zona industriale e una residenziale. Questa fascia di rispetto non c’è. Dopo la nostra inchiesta di due anni fa l’azienda aveva dichiarato che aveva intenzione di ridurre i rumori, così è successo, ci dicono, almeno nelle ore notturne. Ma adesso questo progetto di ampliamento fa suonare di nuovo i campanelli di allarme.