Menomale che avevano trovato la pace dei sensi, con Alberto Di Girolamo sindaco, i panificatori di Marsala. Ora però si sono spaccati di nuovo e volano stracci tra i panettieri marsalese. Il presidente dell'associazione dei panificatori, Giuseppe Bonafede, si è dimesso accusando i suoi colleghi.
Cos'è successo? Dopo anni di tira e molla sulle chiusure nei giorni festivi nei giorni scorsi si è trovato l'accordo, si fa a turni, come con le farmacie. Bene, tutti d'accordo, la Confartigianato e l'associazione dei panificatori propongono all'amministrazione le modalità e il calendario delle aperture festive dei 55 panifici (quelli in regola) di Marsala. La giunta Di Girolamo non fa altro che ratificare. C'è il calendario, i panettieri che non sono di turno non possono aprire. Stanno a riposo. Si cominciava il 18 ottobre, ma qualcosa è andato storto. Anzi, è andato come si prevedeva, che i panificatori hanno fatto di testa propria, e non hanno rispettato il calendario. Chi voleva stare aperto stava aperto, chi voleva star chiuso chiudeva e si riposava.
Il presidente dei panificatori la vede come una sconfitta. “Non hanno preso in giro me ma il sindaco”. Ce l'ha con i suoi colleghi panificatori, quelli che sono rimasti aperti domenica scorsa. Tutti in sostanza, tranne lui. “Così perdono la dignità, non hanno avuto rispetto tra loro”. E così Bonafede dice che saluta tutti e se ne va. La turnazione era stata provata in via sperimentale, e l'esperimento non è riuscito. D'altronde, nell'epoca delle liberalizzazioni, quella sulle aperture domenicali e festive dei panifici è la più logica.
Negli anni ci hanno provato tutti a regolamentare le aperture nei giorni festivi dei panifici. Con il Decreto Salva Italia, ad esempio, Mario Monti aveva stabilito, in sostanza, sulla scia delle liberalizzazioni, il principio per cui ogni decisione in materia di apertura domenicale e festiva spettava alla libera scelta degli operatori, in base quindi alla normali motivazioni di mercato. In pratica: “sta a voi decidere se volete restare chiusi e riposare o lavorare e sfornare pane”. Questo anche per frenare quello che fu definito un ingiustificato potere regolatore dei Comuni.
In Sicilia però le cose sono diverse e nei mesi successivi all’entrata in vigore del Salva Italia, Confartigianato e associazioni di categorie hanno battagliato contro le liberalizzazioni per “affermare la dignità del lavoratore”. Questo anche alla base di un Testo unico delle Attività Produttive che prevede l’accordo tra amministrazioni e associazioni per regolamentare la turnazione. Ma alla regione la materia non è stata regolamentata definitivamente, e in ogni città si fa in genere un patto tra gentilluomini.
A Marsala, la questione delle aperture domenicali dei panifici va avanti da anni. Ogni amministrazione ne è stata coinvolta.
Ci aveva provato anche l'ex Sindaco Carini a mettere le cose in chiaro, chiudendo i panifici nei festivi. Poi, alla fine, si scopriì che i marsalesi andavano a comprare il pane a Petrosino, oppure lo compravano nei supermercati (che ormai la domenica sono aperti), fresco, proveniente dai forni di Castelvetrano o Trapani. E la lobby dei panificatori impose al Sindaco una marcia indietro: facciamo i turni. Come le farmacie. Poi chiesero di poter restare aperti anche la domenica. Poi è arrivata Giulia Adamo, e si ricominciò. Prima il patto di ferro con i panettieri (con due candidati indicati nelle liste al consiglio comunale di supporto ad Adamo), poi le dichiarazioni d'amore del rappresentante dei panificatori, Bonafede: "Con Giulia Adamo a Marsala il pane è più buono". Poi la lite: "Adamo è peggio di Carini". Infine la nuova pace. Ora è i nuovo caos.